Manfredonia – “MEGLIO morire che stare mesi in ospedale, senza amici e senza capelli: io qui non ci voglio stare”. Stefano aveva 12 anni quando, dopo una serie di visite fra uno specialista e un altro, gli hanno diagnosticato un osteosarcoma. Purtroppo in fase avanzata, perché la malattia nel frattempo era progredita. “All’inizio contavo le ore, poi i giorni, le settimane. Mi pareva un incubo senza fine. Volevo vivere e lottare. A volte, però, avrei pagato qualsiasi prezzo pur di tornare a casa e dagli amici a Foggia”, racconta oggi che è un 21enne sano e si è lasciato tutto alle spalle. “Sono stati mesi durissimi: mamma sempre con me a Bologna, papà giù con mio fratello maggiore, che aveva 16 anni, e i due più piccoli. Per otto mesi, però, anche lui ha vissuto con noi in casa-famiglia, perché sembrava che io non ce la facessi e potevano essere i miei ultimi giorni. I miei fratelli stavano con gli zii. E Poi le vacanze di Natale o d’estate venivano da me per stare tutti insieme, sai che allegria!”. La notizia dei sette casi di leucemia linfoblastica acuta registrati tra i bambini milanesi nel tempo di due mesi, da dicembre a gennaio hanno concentrato in questi giorni l’attenzione dei media sul tema dei tumori infantili che ogni anno in Italia colpiscono 130-140 bambini ogni 1.000.000 al di sotto dei 15 anni. Bambini e cancro sono due parole che non dovrebbero incontrarsi mai. Invece il tumore è la principale causa di morte, dopo gli incidenti, nell’età fra uno e 15 anni. Tra i 7 bambini ai quali è stato diagnosticato l’osteosarcoma, secondo un rapporto dell’Asl di Milano che ha istituito un gruppo di lavoro, ci sono i tre bimbi di 6, 8 e 11 anni che frequentavano la stessa scuola, la Cuoco Sassi di via Corridoni, dove sono stati rilevati i valori di campo elettromagnetico a radiofrequenza, campo di induzione magnetica a bassissima frequenza, intensita’ di dose gamma, nonche’ la concentrazione nell’aria indoor di benzene e formaldeide. Sotto accusa i campi magnetici, causati, ad esempio, dai cavi elettrici ad alta tensione che non sono rari in prossimità di edifici scolastici anche in Puglia, insieme all’inquinamento industriale e al monossido di carbonio emesso dagli scarichi delle auto.
IN PUGLIA la maglia nera dei tumori infantili è localizzata a Taranto dove, nell’ultimo anno, sono stati ben quindici i bambini, di età compresa tra uno e quattordici anni, ricoverati per neoplasie. In larga parte si è trattato di leucemie o tumori solidi al cervello. Il dato va comunque va considerato per difetto. “Molti genitori – ha spiegato Pino Merico, primario di pediatria, – preferiscono ricoverare i figli in ospedali di altre Regioni. Questi casi sfuggono al nostro monitoraggio”. Il primo cittadino di Taranto, Ippazio Stefàno nella duplice veste di primo cittadino e pediatria lo scorso 2 ottobre 2009, ha posto l’accento sulle possibili cause dell’incremento di neoplasie. E sul banco gli imputati ovviamente è finito l’ inquinamento derivante dalla grande zona industriale ILVA proprio a ridosso del capoluogo ma ha insistito anche sugli effetti dello smog prodotto dalle auto. In Capitanata l’unico ospedale specializzato nella cura dei tumori pediatrici sono la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. In quest’ultima struttura si registrano ogni anno 723 ricoveri in regime ordinario e 43 interventi chirurgici.
SOSTENERE LA RICERCA Il 15 febbraio 2010 è stata celebrata in 73 paesi nel mondo l’ottava Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile, quest’anno dedicata alle neoplasie cerebrali. Un genitore ogni quindici di bambini malati di tumore perde il lavoro a causa delle prolungate assenze fatte per assistere il figlio. Un dato sconcertante che emerge dall’indagine su 52 famiglie realizzata dall’Associazione Peter Pan. Il dramma, così, non è solo affettivo, psicologico, familiare (spesso i genitori devono separarsi: uno in ospedale, l’altro a casa fra lavoro), ma anche economico. E la famiglia colpita si ritrova ad affrontare spese di viaggio e di trasferta, o persino il licenziamento. La Fiagop (Federazione italiana associazioni oncoematologia pediatrica) ha indetto un concorso pubblico per l’assegnazione di una borsa di studio di durata biennale e lancia la campagna L’Amore Cura con l’obiettivo di reperire i fondi necessari alla sua realizzazione. Dal 15 al 21 febbraio si potrà donare 2 Euro via sms solidale al numero 45504 da cellulari Tim, Vodafone, Wind e 3, anche per ogni chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia.