L’attuale panorama economico finanziario globale è in crisi. Dalla pandemia al conflitto russo-ucraino, l’inflazione è cresciuta, quindi il costo della vita. Un andamento che preoccupa gli investitori che puntano a spostare il proprio denaro fuori dai confini nazionali e in attività che meglio reggono le flessioni dei mercati in investimenti a lungo termine. Fra queste, oltre allo storico oro, ci sono le criptovalute che hanno rappresentato una scelta particolarmente popolare.
L’andamento di Bitcoin
Tra le tante monete digitali ormai presenti sul mercato spiccano i noti Bitcoin. Creati nel 2009 con un valore iniziale basso, nel tempo hanno avuto tante fluttuazioni anche impreviste. E durante gli anni hanno subito una qualche débâcle che ha fatto pensare fossero solo un fenomeno momentaneo, pronto a scoppiare come una bolla, complice anche il loro forte riscontro mediatico. Ma in realtà, dal loro debutto, non hanno fatto altro che crescere.
Considerato un bene rifugio la criptovaluta, nonostante i ban cinesi, è risultata una buona alternativa all’oro, che in tempi di inflazione persistente torna a prendere quota, tanto da non essere più l’unico asset di supporto e confronto per i grandi investitori. I lingotti, nel 2021, hanno perso terreno e gli immobili hanno una bassa liquidità e costi di transazione più elevati, oltre a richiedere continue manutenzioni. Mentre per quanto riguarda le azioni, di solito, si presuppongono competenze di gestione che la maggior parte delle persone comuni non posseggono.
Ed è proprio durante i periodi d’inflazione che gli investitori tendono a differenziare i portafogli con le criptovalute, perché costituiscono un potenziale strumento di copertura alternativo. E i futures sulle monete digitali, basati su uno scambio regolamentato tale per cui, chi investe possa gestire in modo efficace e sicuro il proprio rischio, potrebbero combattere l’aumento dell’inflazione.
Bitcoin è davvero una copertura contro l’inflazione?
L’inflazione si verifica quando il potere d’acquisto della valuta locale diminuisce e i prezzi dei beni e servizi aumentano. Una metrica popolare utilizzata per misurare l’inflazione è l’indice dei prezzi al consumo (CPI). In Italia è salita ancora dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua, raggiungendo livelli record. E l’Fmi taglia a +3,6% la previsione di aumento del Pil globale 2022, con un dato peggiore per l’Italia, a +2,3%.
In questo scenario mettere il denaro in investimenti di valore come gli immobili, l’oro e le criptovalute aiuta a frenare l’inflazione perché i contanti perdono potere d’acquisto nel corso del tempo, quindi mantenerli si traduce in una perdita dei risparmi. Per essere una buona copertura e quindi definirsi una riserva di valore, un bene deve mantenere o aumentare il suo potere d’acquisto nel tempo. Quindi, queste risorse devono avere tre peculiarità chiave: scarsità, accessibilità e durevolezza.
E qui si accende il problema delle criptovalute: la loro discutibile volatilità. Per questo, dopo il drammatico calo del 45% di Bitcoin a maggio dello scorso anno, molti investitori sono tornati all’oro. Scoraggiati o spaventati hanno considerato le criptovalute un settore forse ancora immaturo, che non si è dimostrato stabile né una riserva di valore rifugio. E l’oro, nonostante non supporti più le valute nazionali, si è invece affermato in questa categoria nel corso della storia. In confronto, le monete virtuali hanno troppa variabilità a breve termine e subiscono dei movimenti di prezzo improvvisi per dare agli investitori la stessa fiducia che hanno nell’antico metallo giallo.
Maxim Manturov, Responsabile della consulenza per gli Investimenti di Freedom Finance Europe, afferma che: “Se confrontiamo la situazione dell’estate 2021, quando Bitcoin è cresciuto sulle aspettative di inflazione ed è stato in una certa misura un’alternativa digitale temporanea all’oro, con la situazione attuale, vale la pena sottolineare una differenza importante, il 15 marzo la Fed ha iniziato il processo di aumento dei tassi e di fine del QE, che è stata la ragione fondamentale di tutta la crescita di Bitcoin e delle criptovalute negli ultimi 2 anni. E con tassi più alti, un’asset class come la criptovaluta potrebbe essere meno attraente. L’oro a sua volta è salito a causa dei rischi geopolitici e delle crescenti aspettative di inflazione derivate dall’attuale contesto. E in generale, le azioni come asset class potrebbero essere ancora più interessanti in un contesto di inflazione in aumento”.
Conclusioni
L’inflazione è un concetto economico complesso che può essere buono o cattivo, ma la convinzione prevalente è che sia catastrofica quando si innalza troppo e diventa fuori controllo. E si prevede che, nel mondo e in Italia, si innalzerà nel prossimo futuro con l’aumento della spesa e con l’apertura delle economie.
Di conseguenza, le persone e le aziende decidono di investire in oro, immobili e altre attività per proteggersi dall’inflazione futura. Nell’ultimo decennio, Bitcoin e le altre criptovalute hanno dimostrato che, come gli altri asset, svolgono un ruolo importante anche durante i periodi inflazionistici, quindi che possono essere delle buone opzioni. Ma, d’altra parte, sono investimenti volatili che comportano il rischio di perdite, e in questo periodo particolarmente delicato, ci vuole la giusta strategia prima di prendere decisioni finanziarie. (nota stampa).