Questo slittamento, quindi, non rassicura affatto i contribuenti i quali non credono più neanche alle parole di quei politici che, anche questa volta, si nomineranno tra di loro e si spartiranno l’ennesima torta sempre che gli italiani siano ancora disposti a votare e a votarli e mentre per le imprese si prospettano aumenti nell’ordine anche superiore al 500% per attività già in fortissima crisi e a rischio fallimento come pescherie, ristoranti e fruttivendoli anche i cittadini e le famiglie sono in stato di allarme poiché è stato stimato che la nuova Tassa potrebbe addirittura arrivare a pesare più della sua cugina IMU applicata sulla prima abitazione; due disastri che si uniscono tra di loro, creati da quei rappresentanti del Popolo che ora dicono di voler rimediare, purché siano rinominati.
La nuova Tares quindi come una minaccia seria per i bilanci familiari e il fatto di preannunciare l’entrata in vigore di questi nuovi balzelli non fa altro che continuare a bloccare i consumi delle famiglie che continuano a vivere nelle incertezze di un futuro sempre più imprevedibile. Allora quanto costerà alle famiglie questa nuova trovata? Cento, duecento, trecento, mille euro?
Dipenderà da un lato dalle dimensioni degli immobili visto che gli incapaci non sono riusciti ancora a parametrare la tassa rispetto all’effettiva quantità di rifiuti prodotti con abbattimenti per coloro che di rifiuti ne producono pochi e tendono alla realizzazione del “rifiuto zero”, quindi ognuno “avrà quel che si merita”. Ai comuni viene imposto di coprire l’intero costo di raccolta dei rifiuti superando le vecchie norme che abbattevano questo limite molto al di sotto del 100% e proprio a proposito dei comuni c’è da chiedersi: ma i cittadini andriesi che con tanto sacrificio stanno facendo la raccolta differenziata dei rifiuti cosa si aspettano per il futuro?
Fatto salvo il dovere civico di rispettare l’ambiente e di assolvere al proprio dovere di buoni cittadini, gli andriesi, ora, si aspettano un sensibile, reale, vistoso ed apprezzabile abbattimento delle tariffe pagate sino ad oggi che, ricordiamolo, sono esattamente il doppio di quanto pagano i cittadini di Monza dove il servizio è stato sperimentato prima, dove viene svolto dalla stessa Società e dove le caratteristiche territoriali e il numero dei residenti sono sovrapponibili a quelle della città di Andria, città nella quale, ricordiamo anche questo, le tariffe della Tarsu sono aumentate dal 2011 e oggi ancora vigenti del 40% in più rispetto a quanto pagato precedentemente.
Poiché in via Capruzzi a Bari si decide che invece di rispettare i patti con gli elettori e con se stessi cioè cominciare a punire quei comuni che non hanno ancora attuato la raccolta differenziata o meglio che non hanno ancora raggiunto il 25% di essa, rinviano “la punizione” e, come ha ben detto l’amico Francesco Tarantini di Legambiente, continua a vincere il partito trasversale delle discariche punendo, ancora una volta, coloro che, come gli andriesi, hanno deciso di fare i bravi. Se a Roma pensano solo alle poltrone e a nominarsi tra di loro e a Bari si mettono d’accordo per salvare i 200 comuni inadempienti sperando di prendere i voti degli sporcaccioni perché tra di loro si capiscono, ad Andria cosa deve accadere?
Innanzitutto si devono immediatamente attivare incontri pubblici e convocazioni per capire verso dove si sta andando perché il consiglio comunale deve approvare il regolamento della nuova Tassa e non possiamo rischiare di ritrovarci l’ordine del giorno direttamente in consiglio comunale senza prima sapere di cosa i rappresentanti politici discuteranno, con quali presupposti, con quali obiettivi, con quale preparazione, con quale consapevolezza e conoscenza, rischiando ulteriormente. Poi si deve capire bene in che modo il nuovo regolamento per l’applicazione del nuovo tributo comunale sui rifiuti e servizi vada incontro ai cittadini per garantire l’abbattimento delle tariffe tanto atteso perchè previsto e annunciato, nel rispetto della premialità stabilita per i cittadini che hanno attivato correttamente la raccolta differenziata dei rifiuti, come sta accadendo ad Andria.
Il tempo, quindi, stringe, l’ansia aumenta e i cittadini vogliono le risposte e poiché oltre alla parte relativa allo smaltimento, la Tares prevede che ci sia anche una quota maggiorata destinata a pagare i cosiddetti “servizi indivisibili”, ossia servizi pubblici come strade e illuminazione, che andranno allo Stato e per una piccola parte al Comune, qualcuno si ricordi sin da subito di spegnere le luci della pubblica illuminazione durante le ore diurne. Sarebbe già un bel risparmio e un segnale per dire che qualcuno le cose le vede, almeno di giorno.
(A cura dell’Associazione “Io Ci Sono!” di Andria)
BAT Andria, associazione: i cittadini attendono riduzione tassa rifiuti
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