C’è chi con testardaggine e spreco di tempo e danaroriesce quando è possibile a vincere la sua crociata dei propri diritti. Ma c’è anche chi si rassegna e rinuncia a farli valere. Nella morsa della burocrazia. Una burocrazia maligna. Rilevanza significativa fu la flebile apertura all’idea di abolire le prefetture cheaveva fatto nell’agosto scorso il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione. Con il riordino delle Province, Filippo Patroni Griffi riteneva il venire meno del commissario governativo nelle città capoluogo poiché sarebbe avvenutoin automatico. Lo stesso valeva per tutti gli uffici periferici dello Stato.
Punta dell’icebergla conversione in legge del decreto Spending Review per una macchina più efficiente e costi contenuti della P.A.O inprecedenza la presa di posizione del ministro Brunetta sulla norma anti fannulloni della Pubblica Amministrazione nell’assumere fermezza con procedimenti disciplinari in alcuni casi pena il licenziamento. Verba volant. Le statistiche hanno sempre considerato il settore pubblico la palla al piede del Paese.I 3.650.000 dipendenti pubblici costano 192 miliardi di euro annui di salari e 300 miliardi di spese generali.
Essenziale sarebbe garantire la massima accessibilità alle informazioni e piena fruibilità dei servizi offerti: questo è uno dei requisiti fondamentali della comunicazione nella Pubblica Amministrazione. Un’utopia. I riflettori,non esclusivamente sui costi dei Prefetti, V. Prefetti, Questori che fanno il loro dovere, ma spesso per motivi di sostituzioni continue in varie provincie, riordini sistematici degli organici non riescono tenere sotto controllo le problematiche di cittadini che dovrebbero in particolar modo presi in esame con diligenza ,professionalità e responsabilità da impiegati e funzionari che invecesono veri maestri della mala burocrazia, assenteisti con malattie e permessi continui ingiustificabili, incontrollabili. Cittadini invece di ricevere comunicazioni sullo stato delle loro pratiche costretti di continuo a recarsi c/o l’U.T.G/Questura ad elemosinare periodicamente informazioni con il rischio concreto che finiscano nel dimenticatoio.
Uffici di competenza in diversi casi chiusi sistematicamente a tempo indeterminato con le solite scusanti di mancanza del personale senza premunirsi in loro assenza di sostituzioni temporaneepur incorrendo in violazioni dei propri doveri e dei diritti altruiin lungaggini su richieste/rilascio autorizzazioni, decreti, ecc. del cittadino che in molti casi sforano i termini prescritti dalla legge.Sparizioni volontarie di fascicoli o bolli, documenti introvabili o dormienti, richiesta documenti fittizie; Escamotage banali per lo slittamento sistematico di pratiche.Una vera lobby di intoccabili?? Non credo.Comportamenti che minano l’immagine e credibilità in primis dei loro vertici. Logico sarebbero denunce con aperture di indagini c/o la Procura della Repubblica per tali anomalie .
Una realtà e non un sogno. Pur di non essere etichettati come palla al piede della società sarebbe invece opportuno investire sugli italiani, aiutare ogni singolo cittadino a realizzare il suo potenziale cheimplicherebbe una rivoluzione copernicana dello Stato, con al centro la semplicità delle procedure, la qualità dei servizi, l’equità tra i bisogni dei cittadini e le risposte delle istituzioni pubbliche. un’opportunità di correggere le disparità esistenti e di ottenere una burocrazia migliore, più equa e democratica.Quindi uno stato semplice dalla parte dei cittadini senza dover attingere alle solite segnalazioni per non vedersi le proprie richieste, autorizzazioni divenire miraggi. Quindi serve uno stato semplice dalla parte dei cittadini.Uno schiaffo alla P.A. è avvenuta in novità assoluta dalla “revisione della spesa pubblica” nell’era Monti che consiste nella definire come presa d’atto le burocrazie pubbliche, incapaci di auto-analisi bisognosi di un “commissario” per dare avvio a processi di cambiamento strutturale. Una riflessione è d’obbligo.
(Un lettore di Foggia)
Capitanata Prefettura/Questura, cittadino: smarrito nei meandri Burocrazia
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