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Il Presepe pasquale – I sebboleche (Foto-VIDEO)

AUTORE:
Franco Rinaldi
PUBBLICATO IL:
18 Marzo 2023
Manfredonia // Storie e Volti //
Antica tradizione sipontina I Sebboleche (statoquotidiano – Foto-Video a cura di Benedetto Monaco e M.Borgia@)

Manfredonia – “TE piace ‘o presepe?“. Anche a Pasqua. Riprendendo una frase di una commedia di EduardoNatale in Casa Cupiello – presepe di Pasqua nel centro di Manfredonia. L’antica tradizione è denominata ‘I sebboleche‘, a cura in questo caso di Michele Nenna, con testo informativo dell’artista Franco Rinaldi, che si ringrazia.

Foto-immagini a cura di Matteo Borgia, video di Benedetto Monaco.

I SEBBOLECHE – Fino agli anni ’60 qui a Manfredonia vi era la consuetudine secolare di allestire dal giovedì al venerdì santo “u Sebbòleche” (il sepolcro) nei pianoterra “ndi suttène”, nelle scale delle abitazioni rialzate “sope i pertungine” e negli androni di antichi palazzi del centro storico della Città.

Uno dei sepolcri più spettacolari che si ricordi fu quello costruito dalla signora Addolorata Guerra nel seicentesco palazzo Delli Santi “ndu pertòne i Sande”, in via Santa Maria delle Grazie. Mi raccontava Mattia Guerra, un’anziana e pia donna,della “rivalità” o meglio della emulazione che esisteva sia nelle chiese che nelle case per l’allestimento del sepolcro più bello.

L’addobbo in casa era eseguito con fiori, piante, drappi rossi, piatti di grano germogliato e intrecciato con nastri, piatti di germogli di lenticchie, lupini, e cicerchie, messi a bagno in contenitori con semina in zolle di terra a forma circolare o a mò di Croce. Dopo la semina, le piantine venivano tenute in un luogo buio, per accelerare la crescita e per non far produrre clorofilla alle piantine che rimanevano color giallo. Tutti i sepolcri erano illuminati con lumini a olio, questuatodalle “bezzoche” per il sepolcro in chiesa, mentre da ragazzine per i sepolcri che venivano preparati nelle abitazioni.

Alla base del Sepolcro veniva collocata una statuina di Gesù Morto “Criste murte ‘nderre” insieme a statuine o busti che rappresentavano la passione di CristoCriste alla cannocce” (Cristo legato con una canna tra le mani), “Criste allaChelònne” (Cristo legato alla colonna), e a statuine dell’Addolorata, del Calvario con le croci dei due ladroni “u mal latròne” (il cattivo ladrone) e il “u bbune latròne” (il buon ladrone).Era anche usanza popolare tagliare le trecce delle ragazze quando si vestiva l’Addolorata – i capelli una volta si portavano legati a mò di trecce – e con queste ciocche nuove di capelli si rifaceva la parrucca nuova alla Madonna per il Sepolcro. Tra il giovedì e il venerdì santo era consuetudine sia nelle chiese sia nelle case dove erano allestiti i seplocri tenere “a veglie a Criste Murte” (la veglia a Cristo Morto) per tutta la notte. Pie donne recitavano e cantavano antiche nenie della Passione di Cristo, quali: “ll’Allorgia Sande”, “u Venardì a Sande”, “I Lamende”, “A Spartenze” e “I Cumbagnjie” gruppi di pie donne e uomini giravano per chiese e le case recitando preghiere popolari che dicevano: “T’addoreSande Sepolcre, …pione de grazzje e de valore … nderre stette quarand’ottore pe salvè lu peccatore… u peccatore je salvete e Marje l’ho perdunete”.Ma dagli anni sessanta questa antica tradizione popolare è scomparsa. Alcuni anni fa, Gaetano (Tanine) Lauriola, sagrestano, organista e cantore, per anni costruttore-ideatore nella chiesa s. Matteo del sepolcro tradizionale più bello di tutte le chiese di Manfredonia, approntò uno straordinario sepolcro nella sua abitazione in via delle Antiche Mura che fu visitato da numerosi fedeli che solevano sedersi intorno al Sepolcro e cantare insieme al Lauriola antichi canti popolari della Passione di Cristo in una atmosfera commovente e struggente. (Testo a cura dell’artista e critico storico Franco Rinaldi)

FOTOGALLERY – a cura di Matteo Borgia

2 commenti su "Il Presepe pasquale – I sebboleche (Foto-VIDEO)"

  1. dopo alcuni anni di assenza, quest’anno il presepe di pasqua sarà esposto in via Tribuna ex sede del bar Europa a cura del Sig. Michele Nenna.

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