La relazione del prefetto di Foggia sullo scioglimento per mafia del Comune di Orta Nova, di cui StatoQuotidiano ha pubblicato ieri la prima parte, continua evidenziando altri aspetti dell’intreccio fra “bene pubblico e mondo criminale”.
Orta Nova, la mafia al Comune: rifiuti, assunzioni e affari
Vediamo il caso di un dipendente del comune – molto vicino, per legami familiari, agli esponenti di vertice dell’organizzazione criminale egemone a Orta Nova- che è stato “favorito” nell’espletamento delle procedure interne per la progressione verticale di qualifica professionale.
La commissione d’indagine ha sottolineato come gli “aggiustamenti” nella procedura utilizzata abbiano viziato in radice la procedura stessa.
“Si è svolta e conclusa in mancanza dei previsti atti di programmazione economico- finanziaria quali l’approvazione del bilancio di previsione 2021/2023, li rendiconto di gestione 2020, il piano triennale delle azioni positive 2021/2023, il piano delle eccedenze del personale e del fabbisogno del personale 2021/2023”.
Anche l’ufficio di polizia municipale, come anche emerso dalle risultanze investigative di una precedente operazione giudiziaria, registra al suo interno “l’allarmante e significativa presenza di alcuni soggetti legati alla cosca locale”.
L’assunzione del vigile urbano è avvenuta nel corso di una precedente consiliatura, anche questa con “aggiustamenti”. “Risulta che il citato dipendente sia stato assunto ed assegnato alle delicate funzioni di agente di polizia municipale nonostante che, al momento della prova selettiva, fosse privo della patente di guida di categoria B, requisito richiesto per la stessa ammissione al concorso comunale. Tale dipendente della polizia locale “è inserito in un contesto relazionale in cui torreggia storicamente la famiglia del locale capo cosca”.
Altro caso di “infiltrazione” nell’apparato amministrativo, quello di uno stretto congiunto del capo cosca locale che ha partecipato, con esito negativo, alle prove concorsuali di istruttore economico-finanziario. Per tale procedura di selezione, risulta indagato “per i reati di falso ideologico commesso da privato e di tentata truffa in quanto accusato di aver presentato un elaborato non suo nell’espletamento della prova scritta”.
La relazione prefettizia segnala anche la posizione di un altro dipendente comunale, assunto quale autista di scuolabus,
gravato da precedenti penali e destinatario di un avviso orale del questore di Foggia. Anche in questo caso viene posto in rilievo il contesto relazionale del menzionato autista “costellato”, per rapporti parentali e relazionali, da soggetti contigui alla criminalità organizzata.
Il prefetto di Foggia ha tenuto a rimarcare la “disattenzione istituzionale dell’Amministrazione comunale” per la scelta di assegnare il delicato ruolo di trasportare alunni, con i relativi e delicati aspetti di sicurezza degli stessi, ad un soggetto contiguo a pericolosi ambienti criminali foggiani”.
Capitolo della normativa antimafia. È caratterizzato dalla “costante disattenzione per le cautele antimafia previste dalla normativa attuale a tutela dell’attività contrattuale pubblica”.
Modalita’ di gestione dei servizi cimiteriali, in particolare la procedura per realizzazione, manutenzione e gestione di loculi per un valore di oltre 1.381.000,00 euro. “L’appalto, è stato aggiudicato a un raggruppamento di imprese che a sua volta ha costituito una società di scopo per l’esecuzione dei lavori, società il cui assetto sociale evidenzia come la stessa sia partecipata da una impresa appartenente ad imprenditori contigui con il locale contesto criminale”.
Omessi i controlli antimafia, acquisita agli atti solo una “mera comunicazione antimafia riferita a una delle societa’ che costituivano l’originario raggruppamento (ATI). Sostanzialmente, nei confronti della costituita società di scopo, non risultano effettuate le prescritte verifiche in violazione, tra l’altro, della legge n. 40/2020 che richiede espressamente l’iscrizione nelle white list provinciali delle imprese che operano nel settore dei servizi cimiteriali.
Come evidenziato dal prefetto di Foggia. “Le vicende societarie descritte adombrano uno schema elaborato per consentire l’esecuzione di lavori ad operatori diversi dal vincitore della procedura di gara e, nel caso di specie, riconducibili ad ambienti controindicati”.
Analoghe irregolarità sono state rilevate anche nelle procedure di aggiudicazione dei lavori della pubblica illuminazione e del sistema di videosorveglianza nella villa comunale.
A proposito di una società subappaltatrice della videosorveglianza, il prefetto evidenzia che non è iscritta nelle c.d. white list provinciali e che un suo amministratore societario ha “frequentazioni con ambienti della criminalità foggiana”.
Si sottolinea la particolare gravità dei fatti sopra riferiti “in quanto i lavori in oggetto, come evidenziato, riguardano anche il sistema di videosorveglianza, strumento aggiuntivo a disposizione delle forze di polizia per la prevenzione e la repressione di reati in un contesto, quale quello ortese, caratterizzato da un alto indice criminale”.
La commissione d’indagine ha analizzato la procedura di affidamento dei lavori di costruzione di una residenza socio-sanitaria assistenziale a Orta Nova. L’appalto, valore è di oltre 1.400.000,00 euro, “è stato aggiudicato a una società verso la quale gli uffici comunali non hanno previamente effettuato i prescritti controlli antimafia”.
“Tale società risulta legata da rapporti economici con altra ditta riconducibile a un imprenditore edile che, come emerso da indagini di polizia giudiziaria e da fonti tecniche di prova, risulta contiguo a esponenti del locale clan mafioso”.
Anche la ditta per contratto di subappalto, riconducibile all’ambiente criminale di Orta Nova, annovera numerosi dipendenti inseriti in un contesto di frequentazione con esponenti malavitosi. Il subappalto è stato prontamente autorizzato dal comune senza che fosse preventivamente esperito il controllo antimafia.
Inoltre, risulta che anche il capitale sociale della ditta subappaltatrice “sia stato acquisito da un imprenditore, anch’esso legato alla predetta famiglia mafiosa. Si osserva altresì che la menzionata società subappaltatrice – cancellata dalle white list provinciali per la mancata istanza di rinnovo dell’iscrizione all’elenco prefettizio- è stata destinataria da parte del Comune di Orta Nova di affidamento diretto per la fornitura di materiale di cava”.
A un’altra impresa – già riferibile al predetto imprenditore – è stata più volte richiesta dal comune la fornitura di materiale edile e stradale, senza che venisse preventivamente effettuato il controllo antimafia, e senza ricorrere al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA), in assenza di alcuna motivazione di urgenza e in palese violazione dei principi di trasparenza e libera concorrenza.