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IL CONSORZIO MERCATO ITTICO DI MANFREDONIA – “Il Consorzio per la gestione del Mercato Ittico all’ingrosso di Manfredonia e le attività pescherecce dei centri costieri della Daunia” nasce nel 1970 come unione delle cooperative di produzione della piccola e grande pesca di Manfredonia e dei centri costieri della Daunia e per la realizzazione e gestione del Nuovo Mercato Ittico all’ingrosso, “punto di incontro fra domanda e offerta del prodotto ittico, tra i più importanti del versante Adriatico e d’Italia”. Come recitato nel sito: “l’intento del Consorzio” è quello di dar vita ad “una organizzazione attenta alle problematiche della pesca”, allo sviluppo economico delle imprese annoverate e “all’aggiornamento professionale dei propri soci”. Nel 2004 la sede del Consorzio è stata trasferita nell’attuale struttura del Nuovo mercato ittico, sul lungomare Nazario Sauro. La superfice totale è pari a 12.750 mq. di cui 2.650 mq. coperti su più livelli, una palazzina servizi e una vasta area parcheggi. La costruzione ha all’interno un ampio padiglione centrale per le aste, due laterali per il conferimento dei prodotti ittici e dei frutti di mare e altri due padiglioni laterali per lo smistamento del prodotto astato.
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I RAPPRESENTANTI DELLE COOPERATIVE: COME FARE A VIVERE CON 260 EURO AL MESE ? – I responsabili delle due cooperative di Manfredonia (per la Cooperativa di astatori ‘Adriatica’: Domenico Castriotta, Domenico Guerra, Vincenzo Brigida, Michele Vitulano, Roberto Prencipe, Pasquale Guerra, Pasquale Guerra, PAsquale Mondelli, Angelo Armiento; la cooperativa ‘Ancora’: Luigi D’oria, Antonio Murgo, Gaetano Di Candia, Cosimo Carpano, Tranasi Giovanni) raccontano infatti a Stato che “circa 20 famiglie locali sono costrette da anni a vivere in una situazione di emergenza”, a causa dei minori introiti mensili che i lavoratori degli enti associativi starebbero ricevendo, da tempo, dai responsabili dediti alla gestione del Consorzio Mercato Ittico di Manfredonia (di cui fanno parte il componente dell’associazione armatori pesca di Manfredonia, Donato Carbone, e il vice presidente nazionale di Federcoopesca, e presidente in carica dello stesso Consorzio, Nunzio Stuppiello). “A dicembre – dice un operatore – abbiamo ricevuto non più di 260 euro a testa, in base alla percentuali che, per convenzione, ci spettano”. Difatti, al Consorzio del presidente Stuppiello spetta la gestione del Mercato Ittico, agli astatori e agli operatori dediti al facchinaggio i vari servizi, gestione cd mista tramite sub-appalto, legati alla stessa operatività del Mercato di Manfredonia. La cooperativa Adriatica è nata nel 1995, la Ancora opera invece dal 2005, e si è insediata dunque con l’entrata in funzione della nuova gestione.
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GLI INCONTRI CON I POLITICI – Nel luglio del 2009 i responsabili delle due cooperative hanno avuto un incontro con l’assessore alle Attività Produttive di Manfredonia Enrico Barbone, alla presenza anche del presidente Stuppiello, di Donato Carbone, degli astatori e degli stessi operatori, un incontro nel quale sarebbe emersa la “necessità di intervenire per mutare il modus operandi, in positivo, per la gestione del Consorzio Mercato”. Anche ieri, 18 gennaio, gli operatori di Manfredonia si sarebbero incontrati con l’assessore Barbone per fargli presente la “situazione di malgoverno” presente, secondo gli stessi, “in seno al Consorzio”.
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IL PROBLEMA ‘BIANCHETTO’- Come tradizione, l’11 gennaio di ogni anno parte, nei compartimenti marittimi di Manfredonia, la pesca del famigerato ‘bianchetto’ (gianchetti, o bianchetti, è il nome attribuito in lingua ligure al novellame del pesce azzurro pescato nel Mar Mediterraneo, in particolare sardine e acciughe. Questo pesce viene pescato con speciali reti, chiamate nel gergo ligure sciabegottu (simili alla rete a sciabica, ma con dimensioni più piccole), nei primi mesi dell’anno. Nella cucina napoletana prendono il nome di cicenielli. In Italia la pesca commerciale è regolamentata da appositi decreti ministeriali, in particolare il D.M. del 1º dicembre 1989 e il successivo D.M. del 3 ottobre 1994, i quali permettono una sola raccolta annuale dal 1º dicembre al 30 aprile per un periodo non superiore ai due mesi consecutivi. La pesca in ambito professionale è invece permessa, anch’essa annualmente, in un periodo tra il 15 gennaio e il 15 marzo.A causa della prevalente scarsità di prodotto pescato e delle restrizioni ritenute necessarie, il suo prezzo al mercato ittico è sempre piuttosto elevato (diversi i sequestri avvenuti nel tempo). Dagli anni novanta, la vendita dei bianchetti avviene anche sotto forma di prodotto congelato. La varietà di colore rosso (detti ruscetti, rossetti), risulta più tenace e scagliosa al palato: pur somigliandogli moltissimo, a differenza dei bianchetti si tratta di pesci già adulti di rossetto Aphia minuta una specie del tutto diversa di dimensione molto piccola. Il colore rosato è molto leggero e visibile solo guardando un branco)). A differenza del passato, le piccole imbarcazioni di Manfredonia (che avrebbero mutato le modalità di pesca, passando dall’iniziale periodo: partenza al mattino per far ritorno al tramonto, alla partenza al tramonto per far ritorno la mattina), riuscirebbero a portare giornalmente ‘a casa’ circa una decina di casse di bianchetto. Pari a quasi un quintale di pescato. “Prima – dice un operatore – a conferire il pescato nelle strutture del mercato ittico erano circa 150 barche, oggi una decina, con tutte le conseguenze relative”. Addirittura, diverse imbarcazioni avrebbero boicottato le battute di pesca del pesce citato.
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LE CONSEGUENZE DIRETTE SUI PESCATORI – “Mi dica come si fa a vivere con 260 euro al mese”, dice un operatore locale, che non nega la possibilità di “conseguenze anche coniugali” se la situazione non troverà presto una soluzione. Un ragazzo aggiunge: “dobbiamo ancora dare i contributi di dicembre per la tredicesima, poi c’è l’anticipo Iva, alcuni clienti della Banca (Banca Popolare di Milano, con la quale gli stessi operatori hanno sottoscritto una convenzione, con l’apertura della nuova sede, per lo svolgimento dei servizi).
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IL PRESIDENTE STUPPIELLO: UN PROBLEMA COMUNE – Intevistato da Stato il presidente Stuppiello dice: “credo che questa situazione (problema bianchetto, salari dimezzati o inesistenti, gestione non positiva del Mercato, fatturati in calo con il passaggio dalla nuova alla vecchia sede, etc. ndR) sia stata originata da una fase innegabile di malgoverno, che persiste da anni non solo nel Consorzio ma anche nei gestori dei diversi compartimenti marittimi di Manfredonia”. Sabato è prevista una assemblea alla presenza degli assessori del luogo, dei presidenti delle cooperative, degli associati delle Cda degli stessi enti, per “fare il punto sulla situazione – dice Stuppiello – per analizzare come potrebbe cambiare il settore pesca locale con l’introduzione a maggio delle nuove regole comunitarie (che andranno a modificare l’operatività dei lavoratori e gestori in determinate aree ed attività ndR)”. Per Stuppiello i problemi del settore pesca di Manfredonia vanno ricercati nelle “calamità che continuano a susseguirsi sin dal 2007”, prima infatti la “mucillagine” (con compartimenti fermi per 6 mesi), in seguito “lo sciopero per il caro gasolio nell’estate del 2008)”, poi ancora “i fermi nella categoria”. Il problema bianchetto: “la colpa è anche dei commercianti baresi” (sul porto per l’acquisto delle varie casse del pescato, accusati di “spadroneggiare nel mercato”). Il presidente Stuppiello si sente in qualche modo “compartecipe” dell’attuale situazione di disagio in seno ai compartimenti marittimi di Manfredonia, in primis fra gli operatori diretti del Mercato, ai quali spettano i servizi di sub-appalto della stessa struttura: “Credo di aver fatto quanto nelle mie possibilità – dice Stuppiello – penso che se ne colpe e responsabilità ve ne siano, questo vale per tutti”. “Le diverse categorie – conclude Stuppiello – sono spesso in guerra fra loro, non siamo stati ancora in grado, nel corso di questi anni, a stanziare un programma definitivo per lo sviluppo dei diversi anelli che potrebbero concorrere, nell’insieme, alla formazione di una catena pesca unitaria”. Invece, allo stadio attuale delle cose: “vige un palese stadio di anarchia operativa”.