“Un mercato che, come quelli degli altri comuni cocapoluogo Andria e Trani, a volte anche per ragioni diverse, sta registrando spaventosi cali di vendite e degrado nella quasi indifferenza generalizzata. Dapprima messo a durissima prova dall’avvento della concorrenza spietata rappresentata dalla Grande Distribuzione Organizzata cioè i caldeggiati Centri Commerciali fatti sorgere a distanza di soli pochi chilometri gli uni dagli altri; poi tenuto in secondo piano come del resto tutto il comparto piccolo commercio assolutamente trascurato e senza mai una guida in grado di rappresentare progettualità e lungimiranza, il mercato settimanale di Barletta continua a perdere colpi e se ne stanno accorgendo ambulanti e consumatori”.
“Di fronte a questa crescente perdita di attrattiva e calo di produttività si attendevano segnali di rilancio che non fossero solo ed unicamente legati all’eventuale prospettiva di una ricollocazione urbanistica che è indissolubilmente legata al fatto che un mercato da trasferire ci sia ancora ma ad interventi di sostegno e di rilancio che partissero dalle previsioni di misure anticicliche realizzabili e fattibili fino ad una seria politica di integrazione commerciale e sociale dell’intero sistema produttivo barlettano e provinciale che, un tempo, era considerato vanto per l’intera Regione Puglia e, per certi versi e per taluni settori, per l’intera economia nazionale. Invece niente di tutto questo e al nulla si è altresì aggiunta anche una massiccia dose di arroganza, di pressapochismo, di relativismo, di incompetenza ed indisponibilità che hanno portato quelle classi politiche e dirigenti a chiudersi in se stesse e a rifiutare anche il confronto civico, istituzionale e democratico ripetutamente ed invano richiesto. Che le cose, poi, dovessero andare in un certo modo era prevedibile e previsto e così è stato”.
“Quello che non ci aspettavamo, invece, era il lascito in eredità, un solo mese prima della nomina del Commissario Prefettizio, di quello che abitualmente è un gioco riservato alla politica, quella piccola che sta per cedere finalmente e definitivamente il passo cioè il gioco al raddoppio, quello che in genere riguarda i rimborsi elettorali ma questa volta si è trattato di altro e ad essere raddoppiate sono state le tariffe della tassa di occupazione di suolo pubblico, quelle temporanee che riguardano molte attività produttive tra le quali anche le occupazioni dei banchi nel mercato, fiere e festeggiamenti. Al di la degli aspetti tecnici di calcolo che, a nostro avviso, andrebbero rielaborati nell’ambito della puntuale applicazione della norma vigente, cosa che presto faremo con il competente Ufficio Comunale e gli addetti all’applicazione delle disposizioni deliberative, rimane il dato politico drammaticamente sconcertante ed inopportuno, specie se chi ha provocato il danno non avrà, sapendo già allora di non averla, la possibilità di rimediare”.
“Un gioco al raddoppio cui si cercherà di mettere una toppa in extremis e ciò avverrà durante l’incontro chiesto e condiviso dalle Associazioni di Categoria del Commercio congiunto con l’Amministrazione Comunale, il competente Servizio Tributi e la Società Bar.S.A. che ancora gestisce l’ambito operativo in attesa della cessione del Servizio al comune medesimo. L’occasione sarà altresì opportuna per comprendere l’evoluzione normativa e regolamentare rispetto all’imminente applicazione della TARES (Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi) i cui effetti potrebbero essere devastanti e rappresentare il colpo di grazia definitivo. Da parte nostra esiste la consapevolezza dell’enorme rischio sociale legato a queste situazioni incandescenti. Proprio questa mattina è successo quello che nessuno avrebbe voluto accadesse. Nel corso del mercato settimanale di Bitonto una violenta rissa che ha coinvolto numerosi ambulanti italiani e nordafricani.
Qualunque sia stata la causa scatenante l’episodio rappresenta drammaticamente una situazione esplosiva che potrebbe ben presto estendersi ad altri mercati ove si vivono le stesse tensioni”. “Peccato che anche di questo la politica non se ne accorga, né se ne occupi. Neanche di questo ci meravigliamo”, terminano i referenti di Unimpresa Bat.
Redazione Stato
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