La scoperta è stata fatta dalla Syndial, società del gruppo Eni, impegnata nelle operazioni di bonifica del sito da oltre 10 anni, con l’obiettivo della sua “messa in sicurezza per riutilizzarlo a fini produttivi – scrive Bordo – considerata la sua prossimità al Porto Alti Fondali e all’area interessata dagli insediamenti industriali finanziati con il Contratto d’Area” (in verità la scoperta è stata fatta dopo segnalazione e le denunce/ricerche di Giuseppe Carbonara, ex sindacalista Uil, già dipendente Enichem, vedi sotto. In verità la Syndial aveva fatto resistenza precedentemente alle stesse ricerche, ndR).
Nell’ultimo rapporto sulle attività, redatto dalla Syndial e trasmesso alle istituzioni locali e territoriali interessate e competenti, emerge “l’esistenza di una discarica contenente rifiuti speciali tossici e nocivi ubicata nella ‘Isola 16’, al di sotto di una piattaforma di cemento denominata ‘Pista Vigili del Fuoco’ – continua il deputato del PD – I primi e sommari rilievi, compiuti tra agosto e dicembre del 2011, hanno rilevato una diffusa contaminazione da caprolattame, cascame della produzione svolta per circa 30 anni nel petrolchimico”.
“La società sostiene di aver avviato la valutazione degli interventi integrativi al programma dei lavori di bonifica e di aver formalizzato al Ministero dell’Ambiente una richiesta di variante ai progetti presentati nel 2000 per l’avvio delle attività”, scrive Bordo che aggiunge: “non ho motivo di dubitarne, ma ritengo più che opportuna una dettagliata e approfondita informativa dello stesso Ministero su una vicenda che ha allarmato non poco le comunità di Manfredonia e Monte Sant’Angelo, già segnate dai lutti di 17 operai dell’Enichem morti a causa di identiche forme di neoplasia (vedi link, ndR)”.
“Mi chiedo se non sia opportuno investire del caso anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che in passato ha visitato più volte il sito manfredoniano in ragione della delicatezza ambientale e della complessità tecnica dell’intervento in atto – conclude Michele Bordo – Ciò che conta è arrivare presto a comprendere con esattezza cosa sia stato ‘tombato’ sotto il cemento della ‘pista Vigili del Fuoco’, per quale ragione la cosiddetta ‘discarica Marchesi’ sia stata scoperta solo qualche mese fa e cosa sia necessario fare per eliminare ogni rischio e pericolo”.
L’ANTEPRIMA DI STATO, LE RICERCHE E DENUNCE DELL’EX SINDACALISTA DELLA UIL, GIA’ DIPENDENTE ENICHEM, GIUSEPPE CARBONARA
Il polo chimico Enichem di Manfredonia cominciò a sviluppare le sue produzioni nei primi del 1971. All’interno degli impianti vi si producevano soprattutto fertilizzanti e il caprolattame (i lattami sono prodotti organici: il caprolattame è utilizzato nella produzione del nylon), da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati “cronicamente inadeguati” e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono a cadenza quasi regolare. Il più grave, come risaputo, il 26 settembre 1976, quando un’esplosione all’impianto per la fabbricazione dell’urea provocò la fuoriuscita di una nube di anidride arseniosa (un gas contenente arsenico): nessun decesso diretto, ma le conseguenze si avvertirono negli anni, soprattutto tra gli ex dipendenti della ditta e la popolazione del territorio circostante. “Nel 1988 l’impianto dell’Enichem di Manfredonia terminò la produzione di caprolattame, dopo che i sistemi di smaltimento delle scorie furono sequestrati dalla magistratura di Otranto perché sospettati di causare una moria di delfini e tartarughe nel basso Adriatico. Il resto del polo chimico chiuse nel 1994″ (elaborazione da Focus.it ).
FOCUS, STORIA DELL’ENICHEM: DALLA PARTENZA DELLE ATTIVITA’ AL PROCESSO DOPO LA FUORIUSCITA DI ARSENICO
La precedente denuncia di Carbonara durante un convegno nel dicembre 2008: “dove sono le istituzioni”. Da ricordare che la scoperta dei rifiuti nell’Isola 16 segue un lungo percorso di denuncia e ricerche. Fu infatti lo stesso Carbonara a comunicare pubblicamente la notizia nel corso di uno storico convegno svoltosi a Manfredonia, dal titolo “Oltre la bonifica del sito Enichem – Sviluppo, crescita e tutela del territorio”, nelle giornate di martedì 2 e 3 dicembre 2008 presso il Regio hotel Manfredi. Nel corso del convegno Carbonara denunciò alle autorità comunali, provinciali e regionali (sponsor del convegno) che all’interno del sito ex Enichem, Isola 16, erano presenti dei “rifiuti nascosti e tumulati non visibili all’occhio umano, da passate attività della società chimica Dauna (ENI, ndR)”. Al tempo scalpore destarono le rimostranze di Carbonara contro le istituzioni per lo “scarso interesse mostrato” nel seguire i lavori di bonifica del sito “in quanto l’azienda da sola aveva continuato ad operare indisturbata”. Tuttavia la denuncia dell’ex sindacalista non fu mai presa in considerazione fino al corrente mandato del sindaco Riccardi, che a pochi mesi dall’arrivo a Palazzo San Domenico ha incontrato personalmente Carbonara, su richiesta dello stesso, sensibilizzando quanto scoperto nell’area ex Enichem.
Evidente l’incredulità del primo cittadino rispetto a quanto riferito da Carbonara. Più volte l’azienda (“tra i quali l’ingegnere Pascucci, responsabile dei siti in dimissione del Centro sud) avrebbe detto che sarebbe stato pronto a “denunciare” Carbonara per quanto reso noto. Con fatto avvenuto nel corso di una riunione nella stanza del gabinetto del sindaco. Nel tempo lo stesso Riccardi e Carbonara si sono recati presso l’Eni per “sensibilizzare l’amministratore delegato ing. Chiarini ad attivare delle ricerche strumentali per l’accertamento di quanto scoperto nella Isola 16”.
“L’ing. Chiarini – in base a quanto riferito – preso atto delle dichiarazioni di Carbonara inviò una delegazione dell’azienda per fare dei sopralluoghi nel sito di Manfredonia (si ricorda che la stessa Isola 16 era stata già evacuata dai rifiuti tossici e nocivi con l’ausilio della Magistratura nella conduzione dei lavori da parte dell’ingegnere Laricchiuta, nel dicembre 2006. Per le discariche a, b,c, la quantità dei rifiuti smaltiti, dati ministero Ambiente, ammonterebbero a circa 193.030 tonnellate contro le 60mila tonnellate inizialmente previste a progetto. Si ricorda infatti che il Ministero dell’Ambiente aveva con questo risposto alla Commissione Europea che aveva aperto una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia, 1998/4802 per i ritardi nello smaltimento dei rifiuti nelle discariche private, nel sito ex Enichem di Macchia – . La stessa Commissione ha in seguito comunicato alla Presidenza del consiglio nella riunione dl 06.04.2011 la decisione di archiviare la procedure di infrazione dopo l’ultimazione della bonifica. Si ripete si fa riferimento alla discariche private, per le pubbliche seguire il link).
Dopo i sopralluoghi dell’azienda, alla presenza del dott. Moggiaro, dott. Carlo Mondella, Carbonara e il sindaco si evidenziò al tempo la zona di ricerca per la reperibilità dei rifiuti (luglio 2011). Lo studio di fattibilità viene dunque terminato nel novembre 2011, mentre i risultati finali sono stati consegnati nel febbraio 2012 (dall’azienda al sindaco di Manfredonia) e comunicati pubblicamente dall’azienda nella Conferenza dei servizi presso il Ministero dell’Ambiente in data 23.02.2012 (link). Cartella consegnata al sindaco.
Quantitativo dei rifiuti, da uno studio approssimativo, rientrerebbe nell’ordine delle 35/40mila tonnellate fra rifiuti tossici e nocivi, compreso il terreno di copertura: “rifiuti tutti rivenienti dalla lavorazione del caprolattame, codetolueniche e code benzoiche”. “Rifiuti, come altri della isola 16, che potrebbero essere smaltiti in inceneritori nazionali” (in passato i rifiuti dell’Isola 16 sarebbero stati smaltiti nella Fenice di Melfi e in altri siti nazionali).
Dopo l’accertamento, lo smaltimento. Ora la società Syndial ha chiesto una proroga al ministero dell’Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti, con approvazione del relativo progetto di smaltimento. Il progetto dovrebbe essere approvato nella prossima Conferenza dei servizi con probabile convocazione in questo mese da parte del Ministero dell’Ambiente. Ad oggi i rifiuti asportati all’interno del sito delle isole 12,14, 17 sarebbero pari a 469.800 tonnellate di rifiuti, comprensive di terreno di copertura.
g.defilippop@statoquotidiano.it
Il bello e’ che la syndial prende i soldi per la bonifica di un sito da lei stessa inquinata. solo lei prende soldi?
vicino alle elezioni si svegliano tutti
Non ci dimendichiamo che Manfredonia è una delle città più a rischio d’Italia per i tumori,forse grazie a queste schifezze che sono sommerse sotto terra,forse se non sono sommerse in altri posti intorno al nostro paese.