Il governo ha dato il via libera all’autonomia differenziata, segnando un triste capitolo di vendita di una parte dell’Italia. Questa decisione è stata presa nel buio più totale, mentre alcuni parlamentari del Sud celebravano questo scempio, rivelando quanto poco senso di responsabilità abbiano verso i propri elettori e concittadini. L’autonomia differenziata si tradurrà inevitabilmente in tagli lineari alla sanità, all’istruzione e ai servizi nelle regioni più bisognose. In poche parole, meno diritti. Hanno definitivamente affondato il Sud e lo esultano. Questa riforma mina il principio di solidarietà e unità nazionale, e continueremo a opporci con forza sia in Parlamento che nelle piazze!” – così ha dichiarato Valentina Palmisano, neo eletta al Parlamento europeo con il Movimento 5 Stelle nella Circoscrizione Sud, in una nota.
Cosa prevede il DDL Calderoli?
Autonomia differenziata: il disegno di legge Calderoli
Il disegno di legge sull’autonomia differenziata, approvato al Senato il 23 gennaio 2024, stabilisce le condizioni per le intese tra lo Stato e le Regioni a statuto ordinario che desiderano richiedere l’autonomia differenziata, previa consultazione degli enti locali. Questo disegno di legge è di natura procedurale e mira ad attuare la riforma del Titolo V della Costituzione, introdotta nel 2001. Proposto dalla Lega e firmato dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, il disegno di legge consente alle Regioni di richiedere l’autonomia differenziata su 23 materie specifiche.
Tra queste materie rientrano la salute, l’istruzione, lo sport, l’ambiente, l’energia, i trasporti, la cultura e il commercio estero. Quattordici di queste sono considerate Livelli essenziali di prestazione (LEP), su cui Stato e Regioni devono garantire standard minimi su tutto il territorio nazionale, per evitare disparità nell’erogazione dei servizi essenziali. La concessione dell’autonomia è subordinata alla definizione dei suddetti LEP e alla disponibilità di risorse finanziarie. La definizione dei LEP è competenza dello Stato, che deve fornire una regolamentazione entro 24 mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge.
Il disegno di legge include anche una clausola di salvaguardia che permette al governo di intervenire nei confronti di Regioni, province e Comuni che non rispettano i LEP o che si trovano in situazioni di pericolo per la sicurezza pubblica, soprattutto per garantire i diritti civili e sociali.
Lo riporta abruzzoindependent.it