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AGRICOLTURA Foggia, grano: prezzo stabile ma 1 campo su 2 sono bruciati da caldo e siccità

La Coldiretti Puglia segnala una situazione critica, con l’Europa che registra una drastica diminuzione dei raccolti cerealicoli.

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Luglio 2024
Economia // Foggia //

Il prezzo del grano a Foggia si è stabilizzato a 320 euro per tonnellata dopo settimane di calo, nonostante caldo e siccità abbiano devastato metà dei campi, dimezzando la produzione. La Coldiretti Puglia segnala una situazione critica, con l’Europa che registra una drastica diminuzione dei raccolti cerealicoli. La Borsa Merci di Foggia conferma le previsioni negative degli esperti del Copa e della Cogeca per il 2024: si attende un calo del 4,7% nella produzione cerealicola dell’Unione Europea, con una stima di 257,3 milioni di tonnellate, una leggera diminuzione dell’1% nella produzione di semi oleosi e un aumento del 13% nelle colture proteiche.

In Puglia, coltivare grano è diventato significativamente più costoso, con un incremento di 300 euro per ettaro dovuto alla siccità e all’aumento dei costi. Coldiretti Puglia avverte che questa situazione rischia di aumentare la dipendenza dell’Italia dalle importazioni, poiché il paese già importa una parte significativa del suo fabbisogno alimentare: il 64% del grano per il pane, il 44% di quello per la pasta, il 16% del latte, il 49% della carne bovina e il 38% della carne di maiale. La produzione interna di mais e soia copre rispettivamente solo il 53% e il 27% del fabbisogno nazionale, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga.

L’invasione di cereali turchi e russi nel 2023 continua nel 2024, con oltre 2,1 miliardi di chili di grano importati nei primi tre mesi, un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli incrementi maggiori provengono da Turchia, Kazakhistan e Ucraina, proprio durante la raccolta del grano italiano e l’inizio della nuova campagna di commercializzazione. La Turchia, in particolare, potrebbe esportare grandi quantità di grano, destinato a essere trasformato in prodotti alimentari italiani senza obbligo di etichetta d’origine.

Coldiretti denuncia l’uso di sostanze vietate in Europa nella coltivazione del grano turco, come il fungicida Carbendazim, il Malathion, il Cyflutrin e il Glifosato. Il grano ucraino è prodotto con il fungicida Chlorothalonil, anch’esso sospettato di avere effetti cancerogeni. Queste pratiche mettono a rischio la salute dei consumatori e il futuro di circa duecentomila aziende agricole italiane, impegnate nella coltivazione di grano, in cui l’Italia è leader europea nella produzione di grano duro destinato alla pasta.

Coldiretti sottolinea la necessità di rispettare il principio di reciprocità nelle importazioni e di ridurre la dipendenza dall’estero attraverso accordi di filiera tra imprese agricole e industriali, garantendo prezzi equi e sostenibili. Per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, l’associazione propone investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni, l’adozione di nuove tecniche agricole, la costruzione di bacini di accumulo delle acque piovane e un serio contrasto all’invasione della fauna selvatica che costringe all’abbandono delle terre coltivate in molte aree interne.

Lo riporta Coldiretti.it

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