futuriparalleli.it. Si dice che è assente il futuro. La cosa strana è che mancano anche le promesse elettorali. Perché non ci sono idee originali? O si avverte tanta diffidenza tra la gente, per cui è meglio volare basso? Parlare di pensioni, bollette, sostegni… ignorando però il debito pubblico.
Non si richiedono risposte a mutamenti epocali (clima, pandemia, guerra…), rispetto ai quali si può parafrasare quello che disse il filosofo Bertrand Russell a proposito della relatività: evento sconvolgente, ma pochi comprendono ciò che significa e gli effetti nel mondo che verrà.
Nel dibattito elettorale mancano le prospettive. Si avverte il peso di una società invecchiata. Emerge solo un’ottica di protezione… insomma i partiti sono appiattiti sugli elettori anziani, su quegli che vogliono conservare il benessere, né sono disponibili a sacrifici per nuove opportunità. C’è un terreno fertile (in televisione, rotocalchi…) per raccontare la nostalgia, anche dei “mitici anni ottanta”, quando molti andavano in pensione intorno ai trent’anni, lo scontrino fiscale era chiamato “strumento vigliacco”, e sui muri le scritte “forza Etna”…
Tutti i programmi si assomigliano. Manca un legame con la realtà, per capire i bisogni sociali e come soddisfarli. Alcuni piccoli dati tra i tanti. La popolazione scolastica diminuisce di trecentomila unità ogni biennio. La fascia di popolazione 15 – 29 anni, che né studia né lavora, cresce ed è la più alta d’Europa. Nel solo 2019 ca 110.000 giovani sono andati all’estero. Quando si parla di giovani si fa riferimento ai quarantenni, ai garantiti, quelli che hanno una casa di proprietà. Sono un’esigua minoranza, e sotto i 35 anni appena il 6% ne possiede una. Cinque milioni di italiani (giovani per lo più e del Sud) sono fuori sede.
Per tutto c’è la risposta del Pnrr. Chi si aspettava qualche discussione sui progetti è rimasto deluso. C’è solo la polemica tra chi vuole modificarlo e chi no.
Intanto due esempi di tematiche assenti: Scuola e Sanità. Si parla solo di aumento dello stipendio ai docenti, e non della “questione formazione” (dispersione, povertà educativa, Neet, avviamento al lavoro…), su cui si è intervenuto nel passato in modo confuso, senza verifiche e senza risultati. Per la Sanità la “dimenticanza” è altrettanto grave. Con la Pandemia si è compreso che occorre creare modelli nuovi, più flessibili, collaborativi…
Non si tratta di cambiare l’organizzazione o creare ospedali di comunità, ma di dare un senso, un’anima. La Cura di una persona mette in relazione vari soggetti: paziente, medico, famiglia, terzo settore, servizi di prossimità… Percorsi condivisi danno risultati migliori, duraturi. Per il Sud, in particolare, una rivoluzione culturale.
E’ una campagna elettorale per il Parlamento, ma c’è sempre stato un intreccio tra problematiche territoriali e nazionali. Anche qui si parla al passato (Enichem, le coste rovinate…), intanto Lago Salso brucia. Si “grida” con Monte S. Angelo sui confini, ci si oppone a ogni ipotesi di industrializzazione, ma poi sul campo le cose vanno diversamente. E’ giusto discutere e parlare di tutto, ma lo sguardo deve essere volto al presente e al futuro.
L’estate passata si sono affacciate, nelle tante iniziative, proposte, idee… Emergono tra i visitatori immagini positive di accoglienza; offerte di collaborazione tra coloro (Dauni e Pugliesi) che stanno fuori e i residenti; per il Tavoliere pare trovare spazio la proposta di Ivan Sagnet: un’alleanza tra produttori e grandi supermercati per un marchio “no caporalato”.
Proposte, idee… che hanno bisogno di gruppi e politiche di mediazione, capaci di fare sintesi, elaborarle, discuterle nella comunità, farle divenire aspirazioni collettive, che hanno bisogno di una spinta dal basso, di un dibattito pubblico. Non è semplice per la presenza nelle città del Sud di elementi disturbanti: invidia, svilimento delle iniziative, sostegno di facciata, un pessimismo di fondo. Mentre sarebbe necessaria una retorica positiva capace di tirar fuori dai giovani le leve combattive del carattere (critica, orgoglio, ingegno, passione…)
La tentazione di non votare c’è. Si pensa che tutto sia già definito o che saranno adottati provvedimenti e leggi (energia, guerra…) di cui non si parla in campagna elettorale… La democrazia è imperfetta. il sistema elettorale assurdo… Nonostante ciò è necessario votare, pur con molti dubbi. risentimenti, mugugni.
A cura di Paolo Cascavilla, fonte: futuriparalleli.it
È risaputo da tempo che la MALA politica ha soffocato la BUONA politica, così il problema dei cervelli in fuga all’estero che sono più di UN MILIONE di giovani in gamba che hanno trovato il coraggio di andarsene all’estero e che non torneranno più nella nostra terra natia.
Questi giovani poteva essere la vera forza motrice e portare la nostra Nazione verso un futuro del terzo millennio, invece dobbiamo affidarci a vecchi programmi politici che nessuno crede, ritenendoli, ancora una volta, una presa in giro per i propri INTERESSI PERSONALI.
E lo scordate il voto maledetto imbecilli !
Clima , pandemia, guerra……e i prezzi salgono fino all’asfissia. C’è chi ha capito tutto e chi invece dorme e continua a guardare la TV. Intanto mai più andrò a votare, perché comunque il programma è lo stesso che vinca uno o l’altro. Negli ultimi 20 anni non c’è opposizione perché sono tutti insieme in un unica buffonata di stato che si nasconde dietro la bandiera europea che dipende totalmente da quella a stelle e strisce.