(II – CONTINUA). Certamente una teoria, una tesi, una opinione, possono essere valide indipendentemente dal novero degli individui che la condividano, ma questo non vuol dire affatto che se minoritari si sia automaticamente meritevoli di considerazione maggiore per aver contrastato il pensiero dominante o addirittura vi sia un complotto in atto, volto ad occultare o perseguitare qualcuno, a meno che non si identifichi con esattezza il vero e preciso responsabile.
Tutto questo è anzi infantile. Un tempo lontano, questo fenomeno sociale, culturale e persino politico andava sotto il nome di qualunquismo, e chi vuole può tranquillamente conoscerne l’esito nella cronaca politica non troppo lontana.
Ma il fenomeno è diventato soprattutto diffuso oggi, in Italia, dove gli estremisti di destra e di sinistra e che ideologicamente se le darebbero fra loro di santa ragione, a volte anche non metaforicamente, marciano compatti nel condannare le opinioni e la volontà della maggioranza degli Italiani, spesso per questo offensivamente definiti italioti, e che si manifestano in genere attraverso l’attuale sistema politico o informativo o altro ancora, avversando e comunque minando alle fondamenta proprio l’essenza stessa della democrazia, che sul principio maggioritario si fonda. Ma ancora più significativa è la circostanza che costoro, vale a dire le stesse opposte fazioni estremiste, generale compreso, vedono come simbolo e meta della loro visione politica un paese, la Russia, e un leader, Putin.
Al di là della propaganda politica russa, che sulla rete imperversa da anni per motivi geopolitici e che in questo momento sarebbe troppo complicato affrontare, non vi è dubbio che nel passaggio dal sistema politico sovietico a quello russo dell’attuale leader, una volta caduto l’ideale ugualitario di fondo, è rimasto intatto tutto il resto.
Vale a dire il vecchio e fallimentare dirigismo burocratico, discrezionale e piramidale del capo indiscusso, e la repressione militare del dissenso capace di renderlo inattaccabile, tipici di qualunque regime, oggi si dice eufemisticamente autocratico per sembrare moderni, tanto cari a costoro.
In Italia, per fare solo degli esempi, la burocrazia elefantiaca e pervasiva, l’uso politico delle tasse, la repressione criminale, le nazionalizzazioni, l’intervento massiccio dello stato in economia, i privilegi di classe, il protezionismo, l’uso distorto della storia, della scienza o della religione, sono patrimonio comune di entrambi gli estremismi politici, senza bisogno di ricordare che non manca fra gli intellettuali liberali chi ritenga che fascismo e nazifascismo siano costole storiche del comunismo. Infatti, basta sostituire la razza con la classe sociale, per scoprire tutte le ulteriori affinità ed atrocità.
Tornando, viceversa al quarto potere, cioè l’informazione e il dissenso, se essi vengono contrastati con la repressione criminale a carico dei cittadini comuni o con il polonio per i leader dell’opposizione e per i giornalisti, proprio per mano dell’autocrate unico, certo e persino riconosciuto dagli questi stessi estremisti italiani, è vera democrazia rispettosa dell’informazione, se viceversa Il pensiero maggioritario degli italiani, proprio perché tale, rifiuta come è ovvio e naturale le opinioni estreme quando non stravaganti senza neanche condannarle, non è democrazia, poiché manipolato dal variegato e complesso sistema dell’informazione occidentale, a sua volta controllato non si sa bene da chi, ma in sostanza da chiunque non piaccia, dalle banche ai poteri forti, alla politica o all’Europa e chi più ne ha più ne metta.
In realtà, nei sistemi democratici fondati appunto sul maggioritario le tesi dominanti governano e le estreme sono automaticamente minoritarie, fino a quando con il confronto politico ed il convincimento cambiano di ruolo, e lo cambiano con il tempo se intrinsecamente valide, proprio perché l’informazione è libera e multiforme. Nelle dittature viceversa governano le tesi estreme pur essendo minoritarie e non sono ribaltabili, altrimenti non avrebbero necessità della forza per imporsi, magari cancellando fisicamente il dissenso, e non sarebbero di conseguenza dittature. Sembra una banalità, ma molti fanno finta di nulla. (ii – FINE).
A cura di Lorenzo D’Apolito, Manfredonia 19 agosto 2023.