IL SEQUESTRO – Come si ricorderà ( Focus sequestro e conferenza stampa al Tribunale di Lucera ) lo scorso 19 gennaio 2010 una 14enne (oggi 15) del centro federiciano fu sequestrata per oltre 7 ore da Massimiliano Credico, che già nel maggio 2007 si era reso autore del sequestro di un’altra donna all’interno di un ipermercato di Lucera. La richiesta di condanna a carico dell’uomo era stata per il primo sequestro di quattro anni di reclusione.
I FATTI – Il 19 gennaio, verso le 10 e 40, una 14enne di Lucera va in giro per le vetrine della città (la stessa era uscita da scuola, con due amiche, probabilmente per un consiglio d’istituto) quando viene affiancata da Massimiliamo Credico, 35enne del luogo, già condannato, nel 2007, per un sequestro di persona. La bimba è con due amiche, l’uomo la prende (“ti ricordi, sono il Doppio”, avrebbe detto Credico alla bimba), allontana le altre due bambine, la porta in un negozio in piazza Salandra, e qui, con la minaccia di un coltello, tiene la bimba in ostaggio per oltre 7 ore, chiedendo inizialmente di voler parlare al telefono con l’onorevole Alessandra Mussolini (come fatto anche in occasione del primo sequestro). Grazie ad un intervento dei Nocs, che hanno approffitato di un momento di cedimento dell’uomo, dopo le lunghe trattative ed operato di carabinieri, polizia locale e finanza, Credico viene bloccato definitivamente.
LA FIGURA DI CREDICO – Massimiliano Credico, 35enne lucerino (10-10-1975) era stato accusato di porto illegale di coltello (di una lunghezza dichiarata di 7-8 centimetri), minacce aggravate, violenza privata aggravata a più persone (bimba e amiche), danneggiamento aggravato all’interno di un esercizio commerciale. L’uomo, assistito dal suo legale, si avvalse della facoltà di non rispondere ed avrebbe dichiarato di aver acquistato il coltello, usato per minacciare la bimba, in una armeria di Foggia. Credico era stato già condannato ad una pena di 4 anni di reclusione in carcere, in primo grado, per aver sequestrato una 34enne C.A., di Lucera, lo scorso 6 maggio del 2007, nei pressi di un centro commerciale del luogo (‘Le Fornaci’). Credico era stato condannato – per il sequestro del 2007 – a 4 anni di reclusione in carcere, più un anno di misure speciali di sicurezza (liberazione condizionale, art.176-177 cp, sospensione della pena detentiva a cui si ricorre allorquando, di massima, ne sia stata scontata una congrua parte). Con la sentenza di primo grado, a Credico era stato ordinato di ricevere dei controlli medici, con scadenza mensile e “di natura psichiatrica”. I 4 anni di reclusione ai danni dell’uomo furono in seguito ridotti a 36 mesi, sulla base di quanto predisposto dalla prima sezione penale della Corte d’Appello (pena da scontare peraltro ai domiciliari). La scadenza della pena ai danni di Credico, per il sequestro della 34enne, era stata fissata inizialmente per il 6 maggio del 2010, in seguito, come detto, ridotta, con liberazione anticipata al 13 novembre del 2009 (quindi temporalmente il secondo sequestro dell’uomo è avvenuto a soli due mesi dall’espiazione della pena, senza più l’applicazione della misura di sicurezza detentiva della libertà vigilata).
IL SEQUESTRO – Temporalmente, il sequestro della 14enne avvenne alle 10 e 40 circa; il dirigente del commissariato del centro federiciano, il vice-questore Luciano Zendoli, era stato informato del fatto già alle ore 10 e 45; sul posto (cartolibreria ‘Curiosando’ in piazza Salandra), a soli cinque minuti dalle 11, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Lucera, Massimo Lucianetti (nominato Procuratore Generale presso il Tribunale di Potenza). All’interno del negozio, per le trattative, lo stesso commissario di Lucera, Zendoli, e militari dei carabinieri locali. Le disposizioni furono comunicate dal procuratore Lucianetti nel corso della conferenza stampa che si tenne all’indomani in Procura a Lucera. I contatti verbali con l’uomo furono tenuti dal commissario Zendoli e dall’ispettore capo Giuseppe Conte, oltre al brigadiere Ernesto di Pumpo, nonchè da una psicologa della questura. Di Pumpo e Conte furono gli stessi uomini coinvolti nel primo sequestro già compiuto da Credico a Lucera il 6 maggio del 2007.
Secondo quanto riferito dal procuratore capo di Lucera Lucianetti sarebbe stato lo stesso Credico a chiedere di parlare, anche questa volta, con Di Pumpo e Conte. L’arrivo dei Nocs (corpo speciale della Polizia, nucleo operativo centrale di Sicurezza) sarebbe avvenuto alle 13 e 30; all’interno del negozio l’uomo avrebbe aperto, prima del pranzo, una finestra laterale, a causa di una “palese mancanza di aria” (finestra in seguito chiusa per “evitare qualsiasi tipo di reazioni”). Sul luogo anche il sindaco di Lucera, Pasquale Dotoli, approssimativamente alle ore 12 e 30. A differenza del precedente sequestro (maggio 2007) il sequestratore avrebbe rifiutato di prendere in mano il telefonino. Un mezzo con il quale gli inquirenti lo avrebbero fatto parlare con l’onorevole Mussolini (come richiesto dall’uomo). Credico avrebbe infatti preteso di vedere personalmente il parlamentare italiano. “Nel corso delle trattative – disse in conferenza il vice-questore Zendoli – continuavamo a dire a Credico che la Mussolini era sempre più vicina a Lucera, prima a Frosinone, poi in Puglia, quindi per ingannare ancora l’attesa abbiamo detto che la stessa parlamentare era vicino Foggia, forse bloccata per il traffico”.
Durante il sequestro del 19 gennaio 2010, Credico non avrebbe voluto nè bere, nè tantomeno mangiare (nonostante le offerte del personale delle forze dell’ordine intervenute; all’uomo sarebbe stata offerta della pizza con dei tranquillanti, ma Credico avrebbe da subito compreso il piano delle forze dell’ordine). La liberazione della 14enne avvenne a 7 ore dal sequestro, presubilmente verso le 19 e 40: “dopo una vera lotta di nervi fra le forze dell’ordine e il sequestratore”, disse Lucianetti, che predispose agli operatori intervenuti di “non utilizzare armi o qualsiasi altro materiale” che avrebbe potuto infatti minacciare l’incolumità fisica della bambina, ma anche dello stesso sequestatore. “I Nocs e tutto il personale delle forze dell’ordine intervenuti – disse Lucianetti – sono entrati perfettamente in sintonia con l’uomo, svolgendo il loro ruolo con la massima correttezza e tranquillità”.
LA LIBERAZIONE – LE DICHIARAZIONI DELLA BIMBA: “NON LO PERDONO, HO AVUTO PAURA” – Come confermato dalla stessa 14enne in Commissariato, la liberazione avvenne quando Credico, oramai stanco, avrebbe agitato il coltello verso l’alto, probabilmente con la mano destra, così facilitando l’intervento dei Nocs (“una questione di attimi”) che riuscirono a bloccare l’uomo. Attimi di paura ? “Quando mi ha detto che mi avrebbe tagliato (o bucato, tra le espressioni usate ndR) gli occhi”, disse in seguito la 14enne. Nelle ore del sequestro, Credico si sarebbe ferito in testa con la punta del coltello, mentre la 14enne sarebbe stata colpita con il manico dello stesso coltello in testa.
Redazione Stato, riproduzione riservata
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