Per i foggiani c’è solo la certezza degli aumenti di tasse e tariffe (IMU al 6 per mille, TARSU +13%, servizi a fruizione individuale + 30%, ecc.) a causa delle leggi approvate dai governi Berlusconi e Monti che, da un lato, hanno tagliato i trasferimenti ai Comuni e, dall’altro, hanno imposto misure draconiane alle persone per ripagare i debiti contratti dalle loro amministrazioni.
Sono “lacrime di coccodrillo” quelle versate dalla maggioranza di centrosinistra (hanno sostenuto Ciliberti e il governo Monti) mentre le dichiarazione dell’opposizione sorvolano sulle loro responsabilità nel governo della città (amministrazione Agostinacchio) e di governo (Berlusconi e sostegno a Monti). Quello che manca nell’adesione al “salva città” è la certezza degli “ammortizzatori sociali” che saranno messi a disposizione delle famiglie per attenuare l’impatto sociale della delibera. Sono state fatte solo promesse legate a probabili risparmi e ottimizzazioni a fronte di un impoverimento certo delle fasce sociali più deboli, promesse che, come per le case popolari e il piano per la ”mobilità sostenibile”, rischiano di lasciare il tempo che trovano.
Per questi motivi Rifondazione Comunista, approvando l’adesione al salva città per evitare ancora più pesanti ricadute sulla vita delle persone, chiede che siano rivisti i “piani sociali di zona” individuando, come prioritario, il sostegno al reddito delle famiglie in soglia di povertà finendola, una volta per tutte, con una gestione dei contributi ai bisognosi fatta senza graduatorie e senza riferimenti certi. Si deve aumentare la dotazione finanziaria dei piani sociali di zona, destinando fondi adeguati e certi alla lotta alla povertà, con l’obbiettivo di mantenere gli impegni presi in favore dei più deboli: ridurre l’impatto dell’IMU per la prima casa di edilizia popolare al 4 per mille; riassorbire gli aumenti della TARSU; riassorbire gli aumenti delle tariffe dei servizi (autobus e servizi scolastici in primo luogo).
Queste sono solo le premesse indispensabili per attenuare gli effetti, devastanti per le famiglie di pensionati e lavoratori, dell’adesione al salva città che si va a sovrapporre alle conseguenze della crisi economica che ha depresso il PIL della comunità. Solo se vi sarà tutela dei più deboli, si potrà immaginare un rilancio della città con un oculato utilizzo dei 37 milioni che ci verranno anticipati dallo stato, soldi che la comunità dovrà restituire in dieci anni a prezzo di sacrifici. Sacrifici che dovranno essere divisi con equità sociale e in base al reddito, come da Costituzione Italiana, come solidarietà sociale impone.
(A cura del segretario del circolo “CheGuevara” Foggia – Rivoluzione Civile – Rifondazione Comunista Fiorenzo Giorgio Cislaghi)
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Cislaghi: dalle tasse reddito sicuro per il socialeC
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