Black Sea – K. Macdonald, 2014

B

Questa scheda è spoiler-free: nel rispetto del lettore vergine della visione del film verranno isolate, nell’arco della recensione, eventuali rivelazioni critiche di trama (spoiler) su note a piè pagina, oltre a essere suggerito, a fine articolo, un indice della presenza di punti sensibili nell’opera il cui svelamento accidentale possa incidere su una sua corretta fruizione

Titolo originale: Black Sea
Nazione: Regno Unito
Genere: thriller

QUINDICI anni in marina, un licenziamento inaspettato: i sottomarini sono fuori moda, altrettanto gli esperti. Il capitano Robinson non si dà pace e con un gruppo di uomini decide di imbarcarsi in un’impresa impossibile: il recupero di innumerevoli lingotti d’oro in un sommergibile tedesco affondato durante la seconda guerra mondiale. Imprevisti in arrivo.
Questo il fil rouge dell’ultimo lavoro di Kevin Macdonald, sorta di sporca dozzina negli abissi, guidata da Jude Law nei panni del tenace protagonista.

Un fiasco. Niente mezze parole per quest’insulso thriller ricco di luoghi comuni e dalla trama improbabile, che gioca duro con lo spettatore e non dà tregua alla sua capacità di sospendere l’incredulità. Fiacco sotto ogni fronte, senza alcuna eccezione, dai dialoghi miseri e gracili fino alle interpretazioni, senza carattere, inclusa quella di Jude Law, che si presta a un’operazione che non gli fa onore. E debole è la sceneggiatura, piena di passaggi poco credibili, zeppa di situazioni insipide e scarsa, scarsissima di approfondimenti psicologici. Si fa fatica a reggerne la durata e si fa fatica anche a credere che questo inutile lavoro possa avere un qualche appeal sul pubblico, vuoto di emozioni, di tensione, di gioco. Imbarazzanti i tentativi di creazione della suspense, che si riducono ai tipici giochi di sopravvivenza e potere, ai conflitti fra razze, ai battibecchi tra alleati. I capovolgimenti di trama sono affidati a trovate prevedibili o poco realistiche, che infastidiscono, irritano al punto da reclamare l’interruzione della proiezione.

Black Sea è uno di quei film che servono.
Servono per comprendere le frontiere di certi fallimenti, fuori dalle bieche logiche dei ridondanti effetti speciali da blockbuster ma dentro le trappole da deficienze narrative, mancanze di ritmo e vuotezze di spirito.
C’è di peggio, ma la strada è proprio quella giusta.

Valutazione: 4/10
Spoiler: 7/10

Copertina: Kevin Macdonald (fonte: http://cdn.collider.com)

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