“Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”. (Gabriel Garcia Marquez)
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∞ In direzione ostinata ed Arjounica ∞
di Piero Ferrante
Avete presente i fucili ad acqua che tanto trastullavano le sonnacchiose estati dei bambini negli anni Novanta? Quel senso di adrenalina da rincorsa, di soddisfazione nel colpire l’avversario, di refrigerio nell’essere colpiti e di ribellione nei confronti della mamma che ha appena finito di lucidare il parquet e che sclera al solo pensiero di una goccia che plana dai capelli? Ecco, immaginate di prendere quei fuciloni di plastica e di caricarli a chiodi e bulloni arroventati su una brace, unite al ricordo le stesse emozioni di allora ma traslate nell’età adulta ed otterrete “Fratello Kamal” (Marcos y Marcos, 2014), ultima avventura di Kayankaya, detective turco-alemanno parto della penna di Jakob Arjouni.
Un romanzo rocambolesco, veloce e impegnativo come una maratona corsa a perdifiato tra le pagine e fitto di personaggi intermittenti come luci su un abete a Natale. C’è una figlia viziata che si è persa nei meandri d’un amore apparente, c’è una mamma culo sodo e ansia a mille, c’è un pappone che gioca a fare l’artista, c’è uno scrittore arabo alla fiera di Francoforte da proteggere e una masnada di potenti che seppelliscono le verità sotto i colpi della convenienza. E c’è Kayankaya, sprezzante e a suo modo romantico, che si muove tra loro come una scheggia folle, ma insieme saldo come un bastone di legno piantato nelle sabbie mobili di una società fondata sulle convenzioni: quella dove il prezzo del sesso è inversamente proporzionale all’età delle puttane, quella della palestra innanzitutto, quella delle insulse domande di giornalisti sciocchi, dove tutto è in vendita e basta stabilirne il costo. E mentre, tira una canzone di Withney Houston e una birra ghiacciata, con l’età si fa largo il senno, Kayankaya si troverà ancora a scegliere, testa e croce, tra giustizia senza senso e senso di giustizia, tra manette e grilletto. In una sola volta dovrà ritrovare la giovane scomparsa, difendersi dagli artigli sensuali della madre, proteggere lo scrittore ed evitare di finire impallinato.
Jakob Arjouni si conferma il solito, inguaribile Arjouni: un adorabile psicopatico, che sfoggia la letteratura con la stessa disinvoltura con la quale si indossa un boa di piume al raduno degli alpini. “Fratello Kemal” è un romanzo senza padroni, senza protettori, senza frontiere, irriverente fino alla blasfemia del buoncostume, fino alla rottura degli schemi, fino alla scorrettezza politica più spinta. Roba coraggiosa, roba da Arjouni. Insomma, una molotov caricata a inchiostro, benzina letteraria in una bottiglia di carta, da lanciare nel campo dei puristi del giallino da ombrellone, quei turisti balneari da lido che poggiano il loro ultimo Camilleri fra il tè freddo al limone, lo scarto dell’involucro del ghiacciolo e il blocco enigmistico, il tutto ben piantato sopra la copia giornaliera del “Corriere dello sport”. La vendetta migliore è guardarla esplodere questa bomba di scrittura bastarda, ammirando estasiati i loro occhialoni spessi macchiarsi di risate sporche e roche, ‘sputazze’ di ironia da bancone e boli di spacconeria da gradasso. E godere come ricci a primavera.
Jakob Arjouni, “Fratello Kemal”, Marcos y Marcos 2014
Giudizio: 4 / 5 – Jakob rulez!
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∞ Cura efficace per il daltonismo ∞
di Marilù Oliva
Titolo: L’arancione mi ha salvato dalla malinconia
Autore: Francesca Genti
Editore: Edizioni Sartoria Utopia
Il libro: La nuova raccolta di poesie di Francesca Genti è arrivata alla quarta ristampa, per festeggiare questo lieto accadimento Sartoria Utopia ne ha stampata un’edizione speciale arricchendo il libro di nuove poesie e trasformandolo nel formato e nella grafica. “L’arancione” ora è vestito con un’elegante copertina serigrafata disponibile in due colori: azzurro come il cielo, elemento costante in questa nuova raccolta di Genti o verde come l’erba in cui si schianta in camion pieno di stelle protagonista della poesia Erotismo.
Uscito: marzo 2014 (quarta ristampa)
Pagine: 80
Nota: Pezzi numerati perché ogni libro è un oggetto unico, cucito e realizzato a mano
ISTRUZIONI PER L’USO
Categoria farmacologica:
Collirio oftalmico
Composizione ed eccipienti:
46 poesie sciolte, rimate, libere, sole o in trittico, divenute pesciolini o spalmate nel sistema solare. Vi troverete molti colori, poi le nuvole, la mamma, la saudade, il tempo che passa, le ginocchia, l’innocenza spedita altrove, un cingalese con le rose rosse, due zingare che fissano una falce di luna, un vecchio amore, il lungomare della vita e poi… e poi a un certo punto, come in un incantesimo, ritroverete dentro a questi versi voi stessi, magari proprio quella volta di cui vi eravate dimenticati.
Indicazioni terapeutiche:
Cura ogni tipo di malinconia
Consigliato a tutti, benefico per:
– chi vede la vita in bianco e nero
– chi non è mai esploso nell’azzurro
– daltonismo di ogni sottospecie
– chi non ha mai preso, in primavera, un treno diretto al mare
– chi non si ricorda di Laika, sperduta dentro a una capsula spaziale
– chi non ci pensa mai
– chi non sa aspettare e chi si aspetta troppo
– chi litiga come una mareggiata
Controindicazioni:
Lontano da tutta la bellezza, perché “Tutta la bellezza è struggimento”
Posologia, da leggersi preferibilmente:
Anche su un camion con un carico eccezionale, come quello di “Erotismo”
Effetti indesiderati:
Vi verrà voglia di raccogliervi, come un fiore (“Domenica di primavera”)
Avvertenze:
Non clonate questo libro, come fecero con una celebre pecora qui citata.
La recensione è tratta dalla rubrica il Bugiardino della Community online de l’Unità
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LA CLASSIFICA DEI LIBRI PIU’VENDUTI IN ITALIA (fonte ibs.it)
1. Andrea Camilleri, “Piramide di fango”, Sellerio 2014
2. Paulo Coelho, “Adulterio”, Bompiani 2014
3. Marcus Zusak, “Storia di una ladra di libri”, Frassinelli 2014
Con il ritorno di Macondo, abbiamo ancora più bisogno di sentire la vostra voce. Inviateci suggerimenti, critiche, proposte, consigli a p.ferrante@statoquotidiano.it
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