Il presunto ordigno bellico è stato ritrovato su un fondale di circa 13 (tredici) metri di profondità. Dopo la segnalazione operatori della Capitaneria di Porto hanno svolto un sopralluogo nell’area con la motovedetta CP 2072, in seguito al quale si è accertata la veridicità della segnalazione.
STABILITA L’INTERDIZIONE ALLA NAVIGAZIONE FINO AL POSSIBILE BRILLAMENTO DELL’ORDIGNO – Come stabilito in una recente ordinanza della Capitaneria di Porto “considerato che all’attualità non si conoscono i tempi e le modalità di rimozione del suddetto presunto ordigno bellico” e “ritenuto necessario, nelle more della rimozione del suddetto presunto ordigno bellico, interdire la zona di mare in corrispondenza dell’area di rinvenimento per la salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e della pubblica e privata incolumità” è stato ordinato “immediatamente” e “fino all’inizio delle eventuali operazioni di brillamento”, l’interdizione alla navigazione nello specchio acqueo di area circolare avente centro in posizione Lat. 41°35’N – Long. 016°00’E (WGS84), per un raggio di metri 500(cinquecento).
Niente navigazione dunque alla pesca “in qualunque forma esercitata, ad attività nautiche di qualunque natura, alle attività balneari e subacquee e a qualsiasi altra attività connessa con i pubblici usi del mare”. Il divieto tuttavia non si applica al personale ed ai mezzi della Marina Militare, del Corpo delle Capitanerie, delle Forze di polizia, impegnate nelle operazioni di ricerca, bonifica e sgombero, nonché alle unità di soccorso che debbano accedere al sito oggetto dell’interdizione, in ragione dei rispettivi compiti d’istituto, “nell’eventualità che si verifichino situazioni d’emergenza”. Responsabilità civili e penali per i contravventori dell’ordinanza.
FOCUS, I LAVORI DI RICOGNIZIONE AFFIDATI ALLA STES DI MOLA DI BARI – “Ricognizione del fondo marino per l’individuazione di eventuali ordigni bellici“, nonchè “rilievi batimetrici e video ispezione del fondo marino con l’impiego di mezzi navali e personale subacqueo specializzato”: questo l’intervento per il quale era stata rilasciata una autorizzazione, con ordinanza n.16/2010, dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia, in firma del Capitano di Fregata (CP) Antonino Zanghì, in favore della S.T.E.S. Snc di Mola di Bari ai cui tecnici spettano infatti i lavori succitati e per conto della GESPO Srl (Manfredonia, Piazzale Tiziano 24) nell’area in concessione di demanio marittimo e in uno specchio acqueo ubicati nel Comune di Manfredonia, della superficie complessiva di mq.273.845,00, concessa per la durata di anni 50 (cinquanta), alla Gespo, per realizzare il nuovo porto turistico di Manfredonia (rilasciato dalla Regione Puglia in data 09.06.2008).
IL PROGETTO PORTO TURISTICO – La società alla quale è stata affidata la progettazione dei lavori (dunque impresa appaltante) è come detto la Gespo srl, all’ingegnere Roberto Chieffi di Napoli l’opere a mare, per le opere a terra assegnataria degli interventi è la Plan Progetti (con capogruppo S.Delli Carri), l’impresa esecutrice delle opere è invece la ditta Rotice Antonio e c. sas, alla quale spettano i lavori di accantieramento, viabilità provvisoria e di accesso sul lungomare.
RILEVAZIONE ORDIGNI BELLICI, LA STES – Alla Sub Technical Edil Services snc di Caprio Gino e Adragna Domenico i lavori di “ricognizione del fondo marino per l’individuazione di eventuali ordigni bellici“, nonchè “rilievi batimetrici e video ispezione del fondo marino con l’impiego di mezzi navali e personale subacqueo specializzato”. La Stes snc ha sede legale a Mola di Bari (stessa sede della Sub Technical Servic società a responsabilità limitata). La Stes si occupa fra l’altro di servizi subacquei in genere in bassi e alti fondali, ispezioni, rilievi, installazione di strutture metalliche, sbancamenti e demolizioni con esplosivo subacqueo, applicazione di resine epossidiche, lavori di manutenzione di fabbricati demaniali. La Stes snc nasce nel 1986 ed ha attestazione per l’esecuzione dei Lavori pubblici nella categoria OG 7 (lavori marittimi e subacquei) sino all’importo di 2.582.284 di euro. La Stes si era aggiudicata già in passato degli appalti in Provincia di Foggia, con responsabile del procedimento l’ingegnere Giuseppe Iarussi, nello specchio acqueo in zona di Rodi Gargano (Fg), per lavori di protezione e sviluppo delle risorse acquatiche nella zona del Gargano: fascia costiera rodi Garganico. Sempre con responsabile del procedimento ingegnere Giuseppe Iarussi, la Stes snc era intervenuta nel Golfo di Manfredonia per “la posa in opera a mezzo pontone di opere di protezione e sviluppo delle risorse acquatiche“.
COSA HA STABILITO NELL’ORDINANZA LA CAPITANERIA DI PORTO DI MANFREDONIA – Con l’ordinanza n.16/2010 la Capitaneria di Porto aveva stabilito che dal 26 maggio 2010, per una durata presunta di 15(quindici) giorni naturali e consecutivi, salvo proroghe, la Ditta GESPO Srl a mezzo della Ditta “STES S.n.c.”, in premessa meglio generalizzate, eseguirà ricognizione del fondale marino per l’individuazione di eventuali ordigni residuati bellici, rilievi batimetrici e video-ispezione del fondo marino, mediante mezzi navali e relativi operatori subacquei, nella zona di mare nel comune di Manfredonia (Fg) individuata dai punti di coordinate (riferite al DATUM WGS 84) comprensivi del luogo in cui è stato ritrovato l’ordigno. Prtanto a partire dal giorno 26 maggio 2010 e sino al termine dei lavori in questione, la zona di mare citata è stata interdetta al transito e alla sosta di qualsiasi unità navale, alla pesca in qualsiasi forma praticata e ad ogni altra attività connessa ai pubblici usi del mare, ivi compresa l’attività subacquea.
NEL CASO DI RINVENIMENTO DI OGGETTI “potenzialmente riconducibili ad ordigni residuati bellici o reperti/relitti archeologici”, la presenza degli stessi “deve essere opportunamente segnalata e deve esserne data immediata notizia alla Capitaneria di Porto di Manfredonia, con l’esclusione di qualsiasi intervento sugli stessi”; inoltre – come dispone l’ordinanza – “evitare l’impiego di strumenti/procedure che possano provocare sollecitazioni meccaniche per eventuali ordigni inesplosi; mantenere un periodico diretto contatto con la Capitaneria di Porto di Manfredonia, che potrà richiedere l’immediata sospensione dei lavori quando se ne ravvisi la necessità per motivi di sicurezza; comunicare giornalmente, con congruo anticipo, alla Capitaneria di Porto sia l’inizio che la sospensione o il termine dei lavori”.
LE AZIONI PASSATE DEI SOMMOZZATORI – Il monitoraggio e controllo della Capitaneria di Porto per i lavori in corso riveste un ruolo di primaria importanza, considerando come un sommozzatore dell’area, che ha preferito conservare l’anonimato, ha raccontato a Stato di come nel passato fosse “pratica comune” quello del rilevamento di ordigni bellici nel Golfo locale, ordigni bellici che sarebbero stati rilevati anche dai natanti e operatori del luogo, durante le diverse uscite di pesca a strascico. Unica differenza rispetto a quanto è stato stabilito con l’attuale ordinanza: i sommozzatori, così come i pescatori, non avrebbero consegnato i reperti alla Capitaneria di Porto locale per evitare “inutili e fastidiosi iter burocratici-amministrativi”. In particolare, i pescatori avrebbero preferito rilasciare gli ordini bellici all’ingresso del porto locale (pratica comune anche in altri porti pugliesi) per evitare di ripescare nuovamente il reperto.
FOCUS, L’ACCORDO DI PROGRAMMA – L’Accordo di Programma, sottoscritto il 19 novembre 2007 dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Puglia, l’ICRAM e l’ARPA Puglia, per “redigere ed attuare il Piano di caratterizzazione e bonifica degli ordigni bellici ai fini del risanamento ambientale delle aree portuali del Basso Adriatico , previsto della Legge n. 448 del 28/12/2001 – L’accordo di programma
ORDIGNI BELLICI, VELENI DI STATO DEL GIORNALISTA DI FEO – Ordigni bellici, Veleni di Stato del giornalista Di Feo
Manfredonia "Presunto ordigno bellico" nel golfo di Manfredonia: i lavori della Stes
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