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NEL PASSATO – Già lo scorso 14 giugno del 2008 era stata già data notizia che per il porto turistico di Manfredonia si era arrivati “finalmente alla fase di cantierizzazione”. La società Gespo srl (azienda locale ammessa con altre 46 ai finanziamenti del Terzo Protocollo aggiuntivo al Contratto d’area di Manfredonia – Monte Sant’Angelo – Mattinata, una società con Mucafer capofila della quale fanno parte accreditate imprese europee specializzate fra cui quella che dovrà gestire la struttura) è l’ente che aveva ottenuto dalla Regione Puglia la concessione dell’area demaniale dove realizzare la struttura. Alla sottoscrizione dell’atto (gennaio 2007) la società era rappresenta da Ugo Galli, suo consigliere delegato e legale rappresentante, nonché dal geometra Renato Beccia. Tra i presenti anche l’attuale l’assessore al demanio e patrimonio del Comune di Manfredonia, Rocco Piccolo. La sottoscrizione avvenne negli Uffici del Settore demanio e patrimonio, innanzi all’Ufficiale rogatore della Regione Puglia Nicola Lopane, e firmato per l’ente regionale da Michele Loffredo, dirigente del Settore demanio e patrimonio. Il progetto, va chiarito, appartiene addirittura alla prima giunta Campo (giugno 2004). Per una clausola inserita nell’atto di concessione, si disse nel giugno del 2008, i lavori dovevano partire già “entro i prossimi 120 giorni”. Dunque nel settembre del 2008. Al tempo il sindaco Campo espresse la propria “soddisfazione” per la realizzazione di una struttura “volano dell’economia locale”. Per una superficie complessiva di 273.845 metri quadri (di cui 108.635,54 di area a terra e 165,209,45 di specchio acqueo – anche se inizialmente si era parlato di 262.827 metri quadri, dei quali dei quali 147.727 formeranno lo specchio d’acqua e 115.100 destinate alla banchina, moli e pontili fissi, attualmente invece ridotti a oltre 250mila metri quadri, di cui 150mila dedicati allo specchio acqueo), con spazi costruiti pari a 11.050 metri quadri che svilupperanno un volume di 48.890 metri cubi, il nuovo porto sorgerà a ridosso della radice del molo di ponente del vecchio porto, dinnanzi a Piazza Falcone e Borsellino e al villaggio dei pescatori, fino alla foce del collettore di Ponte Lungo. 700 i posti barca previsti (di svariati dimensioni) per 900 posti auto, con il verde attrezzato pari ad una superficie di 16.500 metri quadrati, per un investimento complessivo pari a 55 milioni di euro (divisi tra 19,6 milioni come contributo del Terzo protocollo del contratto d’area e 36,4 milioni finanziati dalla Gespo srl). Il nuovo porto si chiamerà “Marina del Gargano”, poiché “situato nel vertice del golfo che disegna lo sperone del Gargano”. Per la costruzione dell’opera (di cui una struttura miniaturizzata è stata testata presso i bacini di verifica di Aversa della facoltà di ingegneria della Seconda Università degli studi di Napoli) sono stati previsti 48 mesi di lavori . Tra la documentazione tecnica e amministrativa che accompagna il progetto, “voluminoso” è il fascicolo di pareri e di valutazioni ambientali rilasciati da una pletora di enti a vario titolo interessati all’iniziativa.
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LA POLEMICA A DISTANZA TRA I CANDIDATI SINDACI SU PORTO E AUTORITA’ PORTUALE- dopo l’intervento del candidato sindaco del Pdl, Stefano Pecorella (che espresse il suo disappunto “contro la scelta dell’amministrazione comunale e regionale che hanno espresso parere negativo sull’ampliamento della circoscrizione marittima dell’autorità portuale di Manfredonia”, “l’ennesimo atto politico, di questa maggioranza di sinistra – disse Pecorella – contro un’importante realtà cittadina che, invece, ha incrementato il traffico marittimo e l’economia del settore portuale”. “Una decisione ancor più incomprensibile a fronte di un parere favorevole espresso sulla stessa questione dal comune di Monte Sant’Angelo”, così accusando il centro-sinistra, con queste dichiariazioni, “di scarsa attenzione verso lo sviluppo del molo alti fondali”), Angelo Riccardi, candidato del Pd ha controreplicato: “Le dichiarazioni del mio competitor non fanno altro che segnare un ulteriore passo indietro nel discorso fatto. L’unica certezza è che l’Autorità Portuale di Manfredonia è commissariata da troppo tempo e che i dati sui traffici non li conosce nessuno’. Per utilizzare le potenzialità del porto, Riccardi punta sempre sull’Autorità del Levante. ‘E’ l’unico modo per rilanciare il sistema portuale di Manfredonia e di consentire al nostro scalo di fare rete con i terminali di Bari e Brindisi’. Infine Riccardi affronta il tema dell’ampliamento della circoscrizione territoriale. ‘Non sono questi i problemi veri. All’Autorità Portuale dico solo che anzichè rilasciare concessioni, pensasse alla pianificazione e al rilancio del porto. Quello che stanno facendo mi sembra un modo vecchio di fare politica’”.
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NUOVA RIFORMA PORTI – Prevista intanto la riforma legislativa dei porti per affidare, in parte, lle Regioni il controllo di alcuni approdi. La commissione lavori pubblici del Senato ha infatti messo a punto (Agenziafuoritutto) il testo base che farà da riferimento per la modifica dell’attuale ordinamento portuale. I porti saranno divisi in tre categorie: quelli finalizzati alla difesa nazionale e alla sicurezza dello Stato; quelli di rilevanza economica nazionale e internazionale ed infine i porti di rilevanza economica regionale e interregionale. Proprio sui porti di “rilevanza economica di portata nazionale ed internazionale”, nonchè di quelli di quelli con la stessa rilevanza ma regionale ed interregionale (ferme restando le competenze statali) le Regioni dovrebbero esercitare “la funzione legislativa e quella regolamentare” nel rispetto di precisi principi tra cui l’ esercizio esclusivo da parte di privati delle attività di impresa e commerciali; salvaguardia della salute dei posti di lavoro; tutela della concorrenza; rispetto della titolarità statale in materia di sicurezza della navigazione, del trasporto marittimo e della sicurezza portuale. La riforma su cui la commissione inizierà la discussione prevede inoltre una programmazione del territorio, attraverso la messa a punto di un Piano regolatore portuale “al fine di definire le opere portuali e gli assetti territoriali della circoscrizione, stabilendo le caratteristiche e la destinazione delle aree portuali, nonche’ infrastrutture stradali e ferroviarie”. La formazione di tale piano regolatore è affidata ad una Autorità portuale che amministrerà i porti più significativi, fra i quali Manfredonia, oltre ad Ancona, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, La Spezia, Livorno, Marina di Carrara, Messina, Gioia Tauro, Napoli, Palermo, Ravenna, Savona, Taranto, Trieste, Vemezia. Salerno, Augusta, Olbia-Golfo Aranci e Piombino.
(l’immagine in home è del fotografo di Manfredonia Luigi Rignanese)