Foggia. Lo scorso 12 gennaio 2017, personale della III sezione della Squadra Mobile di Foggia, dava esecuzione all’ordinanza di Misura Cautelare personale degli arresti domiciliari emessa in data 09 c.m. dal G.I.P. dott. D. Zeno su richiesta del P.M. dr.ssa A. Fini nei confronti di B.B., classe ’87, abitante in provincia di Roma, poichè è indagato per violenza sessuale e lesioni aggravate in danno di una giovane di Foggia.
L’attività investigativa partiva a seguito di una denuncia della vittima immediatamente dopo l’evento delittuoso.
I fatti: Il 09.09.16 una 30enne di Foggia, dipendente di un negozio di abbigliamento in centro, dopo aver provveduto ad aprire il locale e dopo aver attivato il sistema di video sorveglianza e dopo aver indossato gli abiti di lavoro all’interno di uno sgabuzzino-bagno attiguo, si portava in un angolo per la sistemazione di alcuni capi di abbigliamento. Contemporaneamente all’interno del locale, si introduceva un giovane che dapprima spiava internamente allo sgabuzzino-bagno e non vedendo nessuno, si portava in direzione del banco.
La ragazza, sentito sbattere la porta dello sgabuzzino-bagno, ritornava verso il banco e a quel punto l’indagato le iniziava a farle credere di averlo già conosciuto in passato. La vittima percependo di essere in pericolo, iniziava ad indietreggiare nel tentativo di prendere il proprio cellulare all’interno della propria borsa per poi dirigersi verso l’uscita. L’intruso, resosi conto delle intenzioni della vittima, riusciva dapprima ad afferrarla con forza ad un braccio e a spingerla violentemente in terra all’interno del locale, bloccandola con il suo corpo e cercando un approccio sessuale.
La ragazza, urlando, riusciva a divincolarsi dalla presa del bruto e quest’ultimo, impauritosi per la possibilità che qualche passante udisse, si precipitava frettolosamente verso l’uscita.
La giovane, ancora scossa ed in lacrime, si portava fuori dal locale e notando la presenza di alcuni VV.UU. raccontava l’accaduto fornendo le sembianze fisiche del bruto. Una pattuglia dei VV.UU. si metteva sulle tracce dell’uomo e poco dopo lo individuava e al fine di avere certezza che si trattasse dello stesso autore delle molestie, lo conducevano nel locale al fine di farlo riconoscere alla vittima ove quest’ultima lo riconosceva senza ombra di dubbio. La successiva attività d’indagine espletata dal personale della Sezione, consistita nell’acquisizione delle immagini di video sorveglianza interna e dell’ascolto della vittima alla presenza di una psicologa, consentiva al P.M. titolare delle indagini di richiedere una misura cautelare personale in virtù del motivo che i fatti raccontati dalla denunciante corrispondevano in tutto a quanto accaduto e filmato.
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