MASSIMO Giuseppe Bossetti era nei pressi della Città dello Sport di Brembate Sopra, ed è successo almeno tre volte nei giorni precedenti la sparizione di Yara. Potrebbe averla controllata, pedinata, spiata.
Il clamoroso dato arriva dall’analisi delle celle telefoniche effettuate dagli specialisti dello Sco della polizia e dal Ros dei carabinieri.
Si va delineando, così, l’ipotesi che l’uomo avesse puntato la sua vittima, che ne abbia studiato le abitudini prima di ucciderla.
La circostanza si aggiunge ai “gravi indizi di colpevolezza” elencati dal giudice Ezia Maccora che ha ordinato la custodia cautelare in carcere per il muratore di 43 anni ritenuto l’assassino di Yara.
Redazione Stato