Manfredonia (Fg), 21 luglio 2022 – E’allarme salute mentale. Il disagio è una malattia, se diamo retta ai numeri. Anche in questo caso si propone un bonus, una sorta di risarcimento… non si sa per cosa.
Ma non stiamo estendendo l’area del disagio o meglio stiamo confondendo una situazione specifica di malessere, fatica a vivere il tempo presente (e che appartiene alla condizione umana) con la malattia? Non stiamo chiedendo a professionisti ciò che non possono dare? Serve davvero la psicoterapia e non la rete degli amici, parenti, colleghi, vicinato… Qualche professionista si rende conto di avere sopravvalutato il proprio ruolo. Nel passato con le paure, le ansie si conviveva. Celentano in “Azzurro” canta un senso di vuoto, una mancanza, non c’era “neanche un prete per chiacchierare”. Allora i preti avevano tempo e buon senso… Cosa sarebbe delle persone anziane e sole se non ci fosse la “Confessione”, se di fronte a un lutto, una malattia non ci fosse il prete? Forse abbiamo esagerato sulla solitudine nel lockdown e non abbiamo guardato alle persone anziane che con la solitudine convivono sempre. Nel passato si sbagliava per difetto, si sottovalutavano i problemi, ora il contrario, si cercano traumi nascosti.
Il fenomeno precede la pandemia. Al Centro salute mentale di Manfredonia (distretto sanitario di 70.000 abitanti) si avvicinavano un migliaio di persone, molta ansia veniva dalla scuola. Non è che anche lì abbiamo esagerato con diagnosi varie e medicalizzato tutto quanto era possibile? Non voglio sottovalutare una professione importante, ho già detto che nella scuola dell’obbligo la figura dello psicologo sarebbe utile, come un punto di incontro, di dialogo e domande… Non certamente per fare da mediatore nella relazione educativa tra docente e alunni o genitori!
E’ pericoloso a livello sociale una perdita di accettazione dello stress e del disagio come cose della vita. Anzi è propria di una società aperta non medicalizzare frustrazioni e fallimenti e permettere ai disagi individuali di mettersi insieme e divenire passione civica e politica.
Di cosa abbiamo bisogno? Quando mi recavo da mia madre mi chiedeva tante cose, del governo cittadino e del mondo. Erano le voci dei suoi incontri occasionali. La sua sofferenza maggiore era quando non poteva andare al mercato per il tempo cattivo o per motivi di salute. Heidegger (“Essere e tempo”) parla della chiacchiera, un “fenomeno positivo” che costituisce la nostra quotidianità. Infondata, non permette l’analisi, il riesame… Eppure la chiacchiera, i pettegolezzi sono forme di drenaggio emotivo. Per prendersi cura del mondo, le emozioni devono manifestarsi, portarsi fuori. Anche ansie e paure. Quando sono impedite, covano dentro, diventano angoscia e disperazione.
“Ciò che entra nello studio dell’analista è la strada… Il nostro lavoro è con la gente della città, e la città è nell’anima dei nostri pazienti” (Hillman). Non l’Ufficio, l’Ospedale, la Scuola … dove i ruoli sono definiti. I luoghi informali (pianerottoli, cortili delle scuole, mercati, file di attesa…) permettono di scaricare tensioni e frustrazioni, di parlare senza restrizioni e autocensure. Non vi è gerarchia o quel poco che vi è si fonda sulla capacità di rispettare le norme del vivere civile. In questi luoghi sono apprezzati l’umorismo e le forme verbali creative. Insomma la conversazione è più disinibita e teatrale, come si vedeva un tempo nei piccoli negozi, nelle strade… quando le informazioni circolavano veloci, tra ironia e paradossi, uno spaccato di abitudini e giudizi, ma anche molto buon senso.
Fin dall’inizio mettersi insieme era istintivo per gli esseri umani. Gruppi di case e città nascevano dall’esigenza di stare insieme, parlare, scambiare cose, condividere paure, immaginare… Sono importanti musei, auditorium, teatri, centri polivalenti… importanti i grandi eventi… Ma lo sono altresì i luoghi dove ci si può incontrare, sostare. “Per la vita della città sono enormemente importanti quei luoghi dove si può chiacchierare” (Hillman). Si racconta quello che succede e quelle parole libere sono la vita stessa della città… chi ha visto chi, dove, cosa c’è di nuovo, cosa succede… La vita cambia in fretta, e poi c’è il “villaggio globale” che incombe.
Non credo che il discorso sia così semplice da affrontare. Aldilà delle quantità di diagnosi connesse ai disturbi dell’apprendimento sulle quali si potrebbe discutere, credo che, anziché esagerare, la società si stia rendendo finalmente conto dell’importanza della salute mentale. Non si tratta di non voler convivere con le proprie ansie e paure cercando di “eliminarle” quanto piuttosto di imparare a maneggiarle (e quindi conviverci) in modo che non ci creino troppi problemi. La terapia non elimina i problemi ma dà la possibilità di comprendere come funzioniamo. Timidamente stiamo imparando a prenderci cura di noi stessi. Non si va necessariamente alla ricerca di “traumi nascosti” quando ci si affaccia alla psicoterapia. Non si capisce perché siamo estremamente attenti alla salute in generale, dal dentista all’oculista, ma quando si tratta della nostra mente, quella parte di noi che guida tutta la nostra esistenza, quella parte che se non funziona bene può davvero devastarci, non farci alzare dal letto la mattina, diventiamo superficiali. L’incontro con lo psicologo dovrebbe essere visto con più normalità, come andare dal dentista. Forse vivremmo tutti meglio se ci prendessimo cura della nostra salute mentale, senza per questo escludere il prete, l’amico, il parente, che sono fondamentali nella nostra vita, ma che sicuramente non possiedono le competenze necessarie per certe problematiche (mica tutte). Ricordiamoci che lo psicologo non elargisce consigli. È triste chiedersi, a mio parere, se ci serve andare dallo psicologo o stiamo esagerando. E se considera che l’isteria fu studiata agli inizi del novecento in Francia e che i disturbi d’ansia, le depressioni, i disturbi post traumatici da stress connessi ai conflitti mondiali ci sono sempre stati (ma non se ne parlava) dovremmo ritenerci fortunati di vivere in un’epoca in cui cerchiamo di prenderci cura delle nostre fragilità con l’aiuto di un esperto, quando ci rendiamo conto che da soli non possiamo farcela, dopo aver ascoltato i consigli di zia Pina.
Comunque è importante parlare di questi argomenti, quindi la ringrazio infinitamente di aver fatto questa riflessione.
Genitori e politici sono la rovina dei giovani siointini. E bastato un ventennio e anche con un degno passaggio di testimone per devastare non solo la città ma la mente di decine di migliaia di persone! Questa è la verità! Preferisco non andare oltre per rispetto verso stato quotidiano.
Cascavì, occupati delle cose che conosci e non fare discorsi troppo semplicistici come questo, come giustamente sottolineato da Sara prima di me.
In passato molti avevano problemi psicologici insormontabili ed invalidanti che uno specialista di oggi avrebbe risolto in poco tempo, e ‘sti poveri Cristi hanno dovuto arrangiarsi vivendo una vita schifosa proprio perché non c’era nessuno che potesse aiutarli come si deve.
La verità, e queste non sono parole mie, ma di mia cugina psicologa, nonché della mitica psicologa a cui mi sono affidato anni fa a causa di un forte disturbo d’ansia, aiutandomi ad imparare a gestire emozioni e stress anche nelle situazioni peggiori per mezzo della meditazione, è che tutti, chi prima e chi dopo, avremmo bisogno di un aiuto psicologico, anche se non siamo affetti da alcun problema come ansia, depressione, ecc.
Non a caso, tutti gli studi psicologici di Zambredonia, da anni, non da mò, stanno pienissimi di persone di svariati ceti sociali, non solo quelli più abbienti (“Eeehhh, da ù psicol’g’! Sté tant’ bun’: tin’ ì sold’, tin’ ‘na bella famiggh’j’, che vé truann’ d’ chiò?”), che spesso vivono questa esperienza come un disagio, sempre per colpa della mentalità retrograda che affligge questa città (“Da ù psicol’g’ agghia ié? E che sò pazz’?”, altro stigma tipico di qua) e che le impedisce di evolvere.
Stop, il resto è solo ombre e polvere, per citare “Il Giadiatore”
E to sì u prúme….
Lei dov’era quando si trucidavano immense e pregiate scogliere in pieno centro urbano.. quando nacquero le paludi del lungomare del sole, la, stazione fantasma di Manfredonia ovest, la devastazione inutile delle praterie della macchia mediterranei, i patti d’area… lei dov’era?