“Nel corso dell’ultimo Consiglio regionale ho sollecitato l’assessore Palese a controllare e verificare, attraverso le direzioni generali delle Asl le richieste di pagamento di penali per mancata disdetta di prestazioni sanitarie risalenti, in alcuni casi, anche a dodici anni fa.
Accolgo positivamente l’impegno assunto dall’assessore alla Sanità che, nel suo intervento di risposta, ha affermato che procederà con direttive specifiche poiché non può essere il cittadino a pagare le conseguenze quando la burocrazia, come in questo caso, sbaglia e genera ingiustizie”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, che spiega: “Esattamente un anno fa, molti cittadini pugliesi, ma soprattutto della provincia di Taranto, avevano ricevuto dalle Asl avvisi di pagamento di penali per mancata disdetta di prestazioni sanitarie risalenti addirittura all’anno 2011 per visite mediche o per esami diagnostici prenotati e poi non effettuati.
Avevo raccolto il disappunto di tanti cittadini che mi spiegarono che non ricordavano neppure di aver prenotato una determinata visita, poiché dalla prenotazione era passato molto tempo e non era attivo il servizio recall, attivato solo in seguito dalle Asl.
Non solo: c’erano avvisi di pagamento per mancata disdetta di prenotazioni tra il 2011 e il 2017, inviati anche a pazienti esenti per patologia, anzianità e reddito”.
“Il 6 agosto 2021 su mia sollecitazione – evidenzia Perrini – approvammo all’unanimità una legge regionale, la n.26, che stabilisce:
Non si procede alla rivalsa per omesso versamento e omessa compartecipazione alla spesa sanitaria, riferita ai ticket sanitari dovuti dai cittadini alle aziende sanitarie pubbliche, per prestazioni sanitarie erogate in pronto soccorso non seguite da ricovero e sulla base di una asserita esenzione non verificata dalle aziende sanitarie precedentemente al 30 giugno 2016. – La presente disposizione si applica, altresì, alle sanzioni previste per la mancata disdetta al 30 giugno 2016 delle prenotazioni che siano state emesse a carico di coloro i quali sono esonerati per legge dal pagamento del ticket sanitario”.
“Quindi – conclude Perrini – tutti gli avvisi fino al 30 giugno 2016 non dovevano più essere pagati”.
“La legge non è stata impugnata dal Governo e quindi è in vigore anche se, purtroppo, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Di tutta evidenza che è necessaria rapidità di azione del governo regionale e delle Asl affinché si vada a chiudere una pagina che non esito a definire grottesca”.
Ormai sì sa che in Italia la giustizia funziona al CONTRARIO.
Chi dovrebbero essere contravvenzionate sono le ASL incapaci di assicurare visite specialistiche in tempi brevi, per permettere ai cittadini di CURARSI in tempo.
A volte, per effettuare dei controlli dove richiedono una visita e una serie di esami accurati ci vogliono circa 18 mesi, nel frattempo bisogna essere fortunati che non avvengano dei ricoveri urgenti.
In questi casi, al malcapitato, giustamente, potrebbe anche sfuggire una prenotazione effettuata un anno fa’ e da contravvenzionare è la struttura sanitaria che è incapace di curare in tempo il cittadino che con le tasse, mantiene una struttura INEFFICIENTE ad assicurare in tempo le cure necessarie.