StatoQuotidiano.it, Manfredonia 21 novembre 2022. Si è aperta sabato 19 novembre la stagione di prosa 2022-2023 al Teatro Comunale Lucio Dalla, un insolito progetto che vede protagonisti gli adolescenti di Manfredonia.
Un inaspettato scenario si apre davanti ai miei occhi, sabato 19 novembre verso le venti, dopo aver varcato la soglia del nostro teatro comunale. Seduti in cerchio sul palco, in religioso silenzio, una ventina di ragazzi sussurrano parole, si guardano, si scrutano seri, ripassano le ultime battute prima di andare in scena….Insieme a loro ci sono Andrea Santantonio e Nadia Casamassima, registi dello IAC, Centro di Arti Integrate di Matera, che hanno reso possibile questa magia.
Cosa ci fa uno sparuto gruppo di adolescenti manfredoniani su un palco di sabato sera? Non dovrebbe essere a passeggiare assieme ai propri coetanei per corso Manfredi? O a bere una coca al pub davanti ad un succulento panino? O a crogiolarsi nel letto, rinchiusi nella propria cameretta ipnotizzati da un telefonico o da un tablet?
Una piccola rappresentanza della generazione dei ticktocker, degli you tubers, video- dipendenti, questa sera è qui al Teatro Dalla, per raccontare e raccontarsi, per lanciare un messaggio preciso a quegli adulti spesso distratti, troppo impegnati per poter ascoltare le ragioni di chi fondamentalmente ragione non ha, spesso “assenti” e “str…i”, come più volte verrà ripetuto nel corso dello spettacolo.
A Manfredonia manca tutto, la nostra cittadina non è un luogo per adolescenti “Non ci sono né Zara, né H&M e ci hanno tolto pure il McDonald’s” asserirà con tono accigliato una delle giovani protagoniste di questa storia surreale ma estremamente veritiera.
“Ci hanno dato la città” è il primo appuntamento della Stagione di Prosa 2022/23, che si apre con un incontro teatrale d’eccezione fra due generazioni: da un lato, a calcare le scene, questa volta ci sono i nostri figli, i nostri nipoti, i ragazzi della porta accanto, al di qua invece noi genitori, zii, nonni o semplicemente adulti capitati qui quasi per caso…
“Ci hanno dato la città” invita ad una riflessione sulla città anzi sulle città. Andrea e Nadia che hanno avviato il progetto nella loro Matera ci parlano di questa relazione silente ma imprescindibile fra gli adolescenti e i luoghi da essi abitati: “ovunque noi andiamo le problematiche adolescenziali si ripetono, sono simili, così come non mutano nel tempo” ci confida Andrea Santantonio, giovane regista lucano che in cinque giorni attraverso attività laboratoriali e grazie soprattutto al supporto logistico di un Istituto scolastico cittadino (Istituto Ungaretti- Madre Teresa di Calcutta n.b.) ha potuto intessere questa storia: “un gruppo di ragazze e ragazzi riceve uno strano messaggio, sono stati convocati in un certo posto ad una certa ora per una grande impresa: cercare la propria città, a misura di ragazzo, secondo i propri desideri.”
E così Matilde, Isabella, Aleandro e i loro compagni partono alla volta della ardua impresa. Interlocutori dei giovani protagonisti, tre adulti (interpretati anch’essi da ragazzi) che ingannano gli ingenui “cercatori” quasi volessero liberarsi per sempre di loro.
Finalmente non udiranno più le loro voci, non li vedranno sgambettare in cità con i loro zaini in spalla e soprattutto sparirà “quell’odioso odore di scarpe da ginnastica!”.
“Ci hanno dato la città” è uno spaccato del nostro quotidiano, ci costringe a fermarci per un’ora e a riflettere: cosa stiamo dando in eredità ai nostri figli? Perché non li ascoltiamo, non parliamo loro e soprattutto non raccontiamo loro la verità?
Il linguaggio imbastito dagli adulti è troppo “sconclusionato”, il “politichese” difficile da comprendere per degli adolescenti che vanno dritto al sodo senza compromessi di sorta.
Sul palco viene scaraventata all’improvviso una scatola, cosa mai conterrà? Immondizia, rifiuti, tutto ciò che gli adulti stanno lasciando ahimè in eredità alle generazioni future!
Eppure quei fogli di carta, quei contenitori di plastica, quelle lattine e quei barattoli si possono riutilizzare. Solo la fantasia partorita da giovani menti potrà trasformare un cumulo di rifiuti in una bella città; ed allora il bidone diventa la scuola, la lattina il municipio, lo stralcio di giornale una strada….
Troppo bello per essere vero, alla fine anche i giovani cercatori inizieranno a litigare fra loro fino a quando una di loro non riporrà tutto nuovamente nella scatola.
Gli adulti sono alle calcagna, eccoli sopraggiungere con uno strano fantoccio in mano, la città sta bruciando, i conflitti sono in atto, la cattiveria ha avuto il sopravvento e bisogna allontanarsi di lì.
Ma il gruppo di giovani temerari non si arrende “non siamo osservatori, siamo attori”, così si conclude questo spettacolo davanti ad adulti increduli, silenziosi, quasi incapaci di dare una risposta a questi figli cresciuti troppo in fretta, troppo intelligenti per relegarli ai margini della società, troppo “vivi” per additarli come“ soggetti passivi”. Forse ci fa semplicemente comodo, schedarli in sterili statistiche o liquidarli con frasi del tipo “quando sarai grande capirai”.
Forse siamo noi adulti che non abbiamo capito nulla o ben poco del loro universo, abbiamo paura di essere scavalcati, spodestati, derisi da chi invece, nonostante la giovane età, ha già compreso tutto della vita.
Grazie a questi ragazzi che hanno deciso di mettersi in gioco, grazie ad Andrea Santantonio e Nadia Casamassima per aver valorizzato quello che di più bello celano nell’animo, i nostri adolescenti e grazie alla Bottega degli Apocrifi, fucina sempre viva in una città dormiente dai mille volti, eterna assopita, un po’ stolta e tanto fragile, pregna di controsensi e paradossi: così eri, così sei e così purtroppo sarai Manfredonia, che te specchi nelle infinite maschere delle tue vivide mancanze.
A cura di Mariella La Forgia, Manfredonia 21 novembre 2022.
Foto Luigi Starace