Giulia Cecchettin è stata vittima di un tragico evento il 11 novembre alle 23.15, quando è stata attaccata da Filippo Turetta nel parcheggio di fronte alla sua abitazione. Successivamente, presumibilmente dopo averla immobilizzata con del nastro adesivo, l’aggressore l’ha costretta in auto, dirigendosi velocemente verso la zona industriale di Fossò. Qui, ha perpetrato un secondo attacco mentre la giovane cercava di fuggire, portandola alla morte. Questi dettagli, raccolti nell’ordinanza del giudice che ha emesso il primo mandato di arresto per tentato omicidio, delineano le fasi dell’omicidio di Giulia Cecchettin, il cui corpo non era ancora stato rinvenuto al momento della compilazione del documento.
In seguito a questo tragico evento, l’Italia ha reagito con una mobilitazione collettiva in memoria di Giulia Cecchettin, vittima della violenza perpetrata dal suo ex compagno.
Numerose iniziative sono state messe in atto per commemorarla e per ribadire il rifiuto della società nei confronti della violenza sulle donne. Sit-in, flash mob, cortei, momenti di silenzio e licei occupati sono solo alcune delle azioni che precedono le imponenti manifestazioni pianificate per il prossimo sabato. Queste iniziative si inseriscono nel contesto della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’ONU e che si celebra in quel periodo.
L’accettazione da parte di Filippo Turetta di fare ritorno in Italia rappresenta un elemento che, entro una decina di giorni, potrebbe accelerare il processo di estradizione.
Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha fornito questa spiegazione ai giornalisti, sottolineando che già dal giorno successivo all’accettazione sono stati avviati contatti con le autorità giudiziarie tedesche. I tempi dell’estradizione, ha precisato Cherchi, dipendono principalmente da tali autorità, ma ha evidenziato la loro collaborazione attiva. “Siamo partiti cercando due persone scomparse, e ora sappiamo come è terminato il caso. Nel mezzo, ci sono molti elementi da coordinare, non solo il ritrovamento a Barcis, ma anche come si sono svolti gli eventi. È essenziale tenere insieme tutti questi dettagli senza frammentare le singole fasi, poiché questo potrebbe compromettere l’andamento delle indagini,” ha affermato Cherchi.