Mercoledì scorso è stata approvata dalla Camera la relazione della “Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro”. Una relazione che contiene nuovi importanti elementi e spunti interpretativi, ma che non rappresenta ancora la relazione conclusiva, che forse non arriverà a causa del poco tempo residuo della legislatura. Resta il fatto che a quarant’anni dall’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta tanti sono ancora gli interrogativi e gli aspetti controversi.
Di Aldo Moro hanno parlato, nelle conversazioni del ciclo “Il Filo della memoria”, – che grazie alla cura e al lavoro di Salvatore Speranza sono diventati 15 Volumetti di Sudest – alcune delle personalità della politica di Capitanata coinvolte nell’iniziativa.
Quei brevi ricordi di Moro, quei flash, quei “quadretti”, accompagnati da significative foto, li riproporremo tutti, iniziando oggi da Berardino Tizzani, che, tra l’altro, è stato Presidente della Provincia di Foggia, 1966-1971.
Ero in rapporti ottimi con Aldo Moro ed ebbi perfino l’onore di essere suo allievo e di laurearmi con lui. Anche mio figlio lo ha avuto come insegnante all’Università di Bari. Quando gli chiedevo notizie su come mio figlio si comportasse, prendeva una piccola rubrica e mi diceva: «Vedi ha fatto queste assenze». Un uomo della statura di Aldo Moro segnava infatti su una piccola rubrica le presenze alle lezioni di tutti i suoi alunni. E ne teneva conto durante l’esame. Mi colpì moltissimo perché lo considerai un atto di profonda onestà e di correttezza da parte di un insegnante nei confronti dell’alunno.
Mi stimava molto ma una volta non riuscì a dirmi di sì. Aveva fatto la programmazione nazionale e gli dissi: «Presidente, la Capitanata è un’Italia in miniatura, dove c’è tutto, la pianura, la collina, la montagna, il mare, i laghi ed i fiumi. Perché non sperimenti la programmazione in Capitanata?». Sapevo che era una proposta di impossibile realizzazione, e lui, ridendo, mi rispose: «Berardino, l’unica cosa che ti debbo rimproverare è che quello che mi proponi, lo chiedi per la tua provincia».
Berardino Tizzani con Aldo Moro a Manfredonia. La foto ha una datazione incerta. C’è chi può darci più informazioni?
Spesso ero io ad accompagnare i leader democristiani nazionali che andavano in visita da Padre Pio. Anche Aldo Moro, da presidente del Consiglio, si recò da lui. Padre Pio era solito accogliere i prestigiosi politici chiamandoli “mariul”. All’inizio non capivo per quale motivo dicesse questo. Poi lo compresi. Non gli andava giù che il Governo italiano, per una legge vigente sui capitali esteri, avesse preso il 50% della enorme donazione di Fiorello La Guardia, sindaco di New York e figlio della Capitanata, per la costruzione dell’ospedale di San Giovanni Rotondo. Fui proprio io a spiegare al povero ed esterrefatto Moro il significato di quel “mariul”. Padre Pio, per l’importanza della somma donata, era arrivato a pensare di intitolare l’ospedale a Fiorello La Guardia.
Il testo e le foto sono tratti da Salvatore Speranza, Berardino Tizzani. La Capitanata dal 1948 al 1958, I Volumetti, Il filo della memoria, 11, Edizioni Sudest, Manfredonia, 2010.
I morotei in capitanata sono stati sempre pochi e come tutti i pochi che la storia ha conosciuto hanno dovuto combattere contro draghi e giganti dorotei ma soprattutto contro i morotei del momento e i franchi tiratori opportunisti.
Moro era un pensatore prestato prima all’insegnamento e poi alla politica ma, appunto, un pensatore, nella sua accezione più alta e ampia.
Basta rileggere i suoi articolidi filosofia sulla rivista STUDIUM per rendersi conto di quale esorbitante spessore fosse la sua mente.
La Capitanata non è mai stata morotea, se non per bieco opportunismo e limitatamente alla stagione in cui Moro fu segretario della DC.
Le squadre dorotee avevano sgherri ovunque che boicottavano il dibattito politico in ogni modo, arrivavando persino a tappare le serrature delle sezioni della DC prima che Moro arrivasse a tenere i suoi comizi, ciò al fine di impedire che i pochi, leali sostenitori morotei, potessero reperire il materiale necessario allo svolgimento del comizio.
Dopo Ustica è ancora più arrabbiato..