Manfredonia, 22 marzo 2018. È Enza Armiento, insegnante di inglese presso l’Istituto “A.G. Roncalli” di Manfredonia, una delle finaliste del concorso “Storie di Resilienza“: organizzata dall’Agenzia Erasmus+ Indire e dall’Unità EPALE Italia, si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dalla Comunità Europea, alla ricerca di role model che possano, con le loro storie, rappresentare una testimonianza diretta per tutti coloro che vivono in contesti difficili.
Il racconto della docente è arrivato in finale (tenutasi il 21 marzo a Firenze) insieme ad altri 24 racconti brevi, selezionati tra 70 composizioni giunte da tutta Italia: scritti da parte di migranti, rifugiati, giovani, disabili o detenuti. Storie diverse tra loro ma tenute insieme da un unico grande collante: il senso di rinascita e la voglia di fare. Enza Armiento ha fatto dell’istruzione il suo cavallo di battaglia per questa iniziativa: «In un periodo storico in cui si presentano sempre cose negative e le persone sono circondante interamente da questo alone di negatività, la comunità europea dice no a tutto questo: meglio parlare dei sacrifici di chi lotta, meglio credere nell’istruzione.»
Il suo racconto, infatti, è stato ispirato da due figure importanti per il suo percorso di vita: Giuseppe Sapone, professore di matematica, e il preside Serricchio. Entrambi hanno giocato un ruolo importante nella sua giovinezza durante gli anni scolastici, quando tra le mille difficoltà (un lutto in famiglia e i problemi economici) i suoi sogni e la sua forza di volontà l’hanno portata a stringere i denti e a continuare per la sua strada. “Presi a studiare e pulire le case dei ricchi, le umiliazioni e le privazioni con una meta nel cuore che ora insegno: la riuscita. Non è giusto tradire un sogno, quando la vita ci tradisce. Di questo e altro ne ho fatto romanzo, ogni pietra che mi ha raggiunta nelle carni ho raccolto per farmi casa”: così recita il suo racconto, che insieme agli altri finalisti, diventerà un “testimonial” in scuole, carceri e altri ambienti dalle difficili condizioni.
«Saremo chiamati per infondere fiducia negli altri, fiducia nella cultura: la cultura deve diventare un’arma con cui uscire dalla situazione di svantaggio. Un professore riesce a cambiarti la vita, la scuola può rimuovere gli ostacoli. Dire che la scuola non serve crea un buco nella società».
A cura di Carmen Palma
Manfredonia, 22 marzo 2018