“Il Comune di Manfredonia ha indetto un bando per l’alienazione (vendita) di un immobile di proprietà, da mettere all’asta il 12 dicembre prossimo. Si tratta di un appartamento dichiarato ‘di interesse storico’ sito al primo piano in corso Manfredi 16…”L’immobile, parte dell’edificio già Monastero di San Pietro dei Celestini (denominato oggi ‘Palazzo Celestini’ ed edificato nella seconda metà del Settecento)…
C’era una volta la legge 133 del 6 agosto 2008 della quale il com. 1 dell’art. 58 recitava: “Per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare… ciascun ente con delibera dell’organo di Governo individua… i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissioni. Viene così redatto il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari allegato al bilancio di previsione”. Il com. 2 recitava: “L’inserimento degli immobili nel piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile, fatto salvo il rispetto delle tutele di natura storico-artistica, archeologica, architettonica e paesaggistico-ambientale…”
L’art. 58 della legge si poneva di raggiungere alcuni obiettivi tra cui: 1) dismettere la parte di patrimonio immobiliare non utilizzabile per l’esercizio delle proprie funzioni istituzionali; 2) Acquisire, dalle vendite, risorse finanziarie da destinare alla creazione di strutture utilizzabili come centri di studio, di servizi e di aggregazione fruibili dai cittadini. L’immobile in vendita sarebbe l’ideale per sodisfare alcuni di questi obiettivi.
Purtroppo, il continuo avvicendarsi dei famosi governi di “esperti e tecnici”, si sono snaturati gli obiettivi della legge. Le modifiche sentenziano: si può svendere tutto, anche i gioielli di famiglia, per pagare i debiti degli enti.
Per i nostri amministratori è stata la manna dal cielo se si considerano anche le cartolarizzazioni, gli usi civici e le permute per la realizzazione dei famosi comparti del PRG.
Grazie a questi strumenti, il comune di Manfredonia, ha bruciato quasi tutto il patrimonio immobialire in suo possesso. Sono rimasti pochi gioielli di famiglia per i quali è in atto la svendita per pagare i debiti accumulati negli anni. Tra le svendite troviamo l’appartamento ‘di interesse storico’ sito al primo piano in corso Manfredi 16. Un altro gioiello di famiglia sta per essere cancellato dalla disponibilità del commune che oltretutto è carente di strutture e spazi culturali, sociali e di aggregazione.
Ora i cittadini di Manfredonia, dopo aver pagato tasse salate per garantire anche gli stipendi ad allegri e distratti amministratori, sono costretti a svendere i gioielli di famiglia per coprire in parte la voragine di debiti che questi hanno provocato. Amministratori che non pagano mai i pesanti errori commessi nella gestione delle tasse dei cittadini. Anzi molti di loro hanno accumulato ricchezze e immobili di lusso per se e famigliari.
A questo punto una considerazione va fatta: la vendita dell’appartamento ‘di interesse storico’ è stata deliberata il 23 aprile del 2018 da un consiglio comunale vincolato a un’amministrazione dimissionaria. La stessa amministrazione corresponsabile della voragine di debiti del Comune. Quindi, la delibera per il bando dovrebbe essere annullata e, prima di svendere un gioiello di famiglia, dovrebbe essere lecito far pagare i debiti ai responsabili del disastro finanziario; specie a coloro che si sono arricchiti durante il o i mandati da amministratore. Con essi dovrebbero pagare anche quei consiglieri comunali che di volta in volta hanno approvato i bilanci farlocchi senza preoccuparsi del danno che si arrecava alla comunità. Dovrebbe essere lecito sequestrare e vendere le ricchezze da loro accumulate. Con il ricavato pagare i debiti e, se rimane qualcosa ancora da pagare, solo allora chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini senza svendere i gioielli di famiglia.
E’ questa fantapolitica? Lo è certamente in uno stato dove impera l’impunità per i furbi e i cinici che continuano a spadroneggiare in politica diventando anche esempio da seguire.
Pino Delle Noci
Carissimo Pino delle Noci,
se Manfredonia fosse un’azienda sarebbe già fallita.
Che senso ha, avere immobili quando non si ha liquidità per far fronte alle spese?
I gioielli di cosa?
Francamente io cederei quell’immobile per acquisire l’intero immobile tra via Antiche Mura e via Gaetano Palatella per burrarlo giù e far tornare alla luce uno dei tanti Torioni che caratterizzano la città.
Avete sempre qualcosa da ridire.
La domanda è sempre la stessa, cosa volete? Da Manfredonia dovete andare via. Sei il male della città.
Non potete continuare a dire sempre no a tutto.
Attento Antonio Trotta a dire di voler abbattere l’immobile di Via Palatella, angolo vicolo della Croce: i proprietari pare siano persone molto influenti e potenti. Anni fa, siamo andati a chiedere i nomi di questi proprietari agli Uffici comunali, senza alcun risultato, anzi si leggeva il terrore negli occhi dei funzionari e degli impiegati, anche se rispondevano di non saperne niente!
Posso vendere pure i pall mj? In questo paese m stann ascennénn semp d kió a sent stí fatt!!!
Proletario l’appartamento lo vendeva Tecnocasa.