FOGGIA – Fu una fonte informativa della polizia a mettere gli uomini della squadra mobile della questura sulle tracce del commando formato da almeno 12 uomini che, nel tardo pomeriggio del 18 ottobre 2016 scatenò l’inferno sull’A27, tra i due caselli di Treviso Nord e Sud, assaltando un furgone portavalori della Civis che trasportava poco più di 4 milioni di euro.
Il bottino fu “solo” di otto sacchi di denaro contenenti complessivamente 245.000 euro.
I sofisticati sistemi anti-rapina come lo Spumablok (un sistema a base di schiuma che si solidifica e avvolge i valori, ndr) limitarono i danni. Per quell’assalto in grande stile, il bottino servì probabilmente solo per coprire le spese della trasferta dalla Puglia alla Marca. Giovedì mattina, per tre presunti componenti del commando di rapinatori è iniziato il processo in tribunale a Treviso che li vede alla sbarra per una serie di reati che vanno dalla rapina alla detenzione illegale di armi, dalla ricettazione di quattro auto e un furgone rubati e usati durante il clamoroso colpo alle lesioni personali per aver ferito di striscio con un colpo d’arma da fuoco la guardia giurata, capomacchina del blindato preso d’assalto.
Si tratta di G. S., 39 anni di Stornara (Foggia), arrestato, assieme ad altre sette persone, nell’agosto 2017 per un assalto fotocopia sull’A12 nei pressi di Pisa, A. F., 50 anni e M. S., 51 anni (difesi dagli avvocati Stefania Bertoldi di Treviso e Marino di Lecce). Lo riporta tribunatreviso.gelocal.it.