Manfredonia – “Negli ultimi dieci anni, la ricerca epigenetica ha dimostrato che i modelli di DNA trasmessi attraverso i geni non sono fissati alla nascita. I geni non sono il nostro destino! Le influenze dell’ambiente, compreso il nutrimento, lo stress e le emozioni, possono modificare i geni senza modificare il modello di base. E queste modifiche, come ha scoperto l’epigenetica, possono essere trasmesse alle generazioni future esattamente come i modelli di DNA” (Lipton, 2006).
Bruce Lipton, in un interessantissimo libro dal titolo “La biologia delle credenze”, attraverso gli studi sulla membrana cellulare, ha, infatti, dimostrato che l’ambiente, i pensieri e le esperienze determinano ciò che siamo, il nostro benessere, la salute e la malattia rendendo, in tal modo, l’uomo non più vittima ma co-creatore del proprio destino. Gli ultimi studi epigenetici, infatti, hanno smentito il primato del DNA sul controllo della vita, focalizzando l’attenzione sullo studio dei meccanismi molecolari per mezzo dei quali l’ambiente controlla l’attività dei geni.
Scrive Lipton (2006): «(…) noi non siamo le vittime dei nostri geni, ma gli artefici del nostro destino, in grado di crescere una vita traboccante di pace, felicità, amore. (…) Dal momento che non siamo delle macchine biochimiche impotenti, la risposta ai momenti di disagio fisico o mentale non sta nel buttare giù una pillola. La farmacologia e la chimica sono strumenti potenti, quando non se ne abusa, ma l’idea che un farmaco possa mettere tutto a posto è profondamente sbagliata. (…) Non sono gli ormoni e i neurotrasmettitori, diretti dai geni, che controllano il nostro corpo e la nostra mente; sono le nostre convinzioni a controllare il corpo, la mente e quindi la nostra vita». La convinzione che i geni siano i soli responsabili della nostra vita non solo ha destinato i fondi per la ricerca, spesso, nella direzione sbagliata, ma ha modificato la nostra visione della vita, rendendo l’uomo impotente nella gestione della propria salute. Infatti, i problemi di salute sono dati da una combinazione di cause, fisiche, mentali, emotive e spirituali.
Occorre considerare che i disturbi dovuti al malfunzionamento di un singolo gene colpiscono meno del 2% della popolazione, in quanto la maggioranza delle persone viene al mondo con un patrimonio genetico adatto a vivere una vita sana e felice. Alcune malattie, oggi molto diffuse, come ad esempio il diabete e le malattie cardiovascolari, non sono causate da un gene, ma da complesse interazioni di molteplici fattori. Considerare la complessità dell’organismo soltanto in relazione ai geni è riduttivo, in quanto la differenza tra il numero dei geni presenti nell’uomo e quelli di altri organismi è minima. Infatti, Lipton ha evidenziato che il corpo umano ha solo 1500 geni in più del Caenorhabditis elegans, un verme filiforme, e 600 in più rispetto alla mosca della frutta; per di più, l’uomo e il topo hanno all’incirca lo stesso numero di geni!
L’attuale modello medico riduzionista, trascurando l’insieme dei fattori che causano una malattia, ritiene che di fronte ad un problema, una malattia o un malfunzionamento, fornendo alla cellula un sostituto funzionale attraverso la prescrizione di un farmaco, la parte “difettosa” viene riparata, ripristinando la condizione di salute. Tali convinzioni hanno spronato l’industria farmaceutica alla ricerca della pillola magica. Occorre, in realtà, considerare che quando un farmaco viene introdotto nell’organismo per correggere una disfunzione, in realtà, quello stesso farmaco viene diffuso in tutto il corpo attraverso il sangue. Così, un farmaco utilizzato per determinati sintomi può andare ad influenzare una molteplicità di funzioni, causando i ben conosciuti effetti collaterali. Ad esempio, come evidenziato da Lipton, se si assume un antistaminico per combattere una allergia, il farmaco va ad influenzare i recettori di istamina presenti in tutto il corpo. Ciò significa che l’antistaminico, pur dando sollievo ai sintomi allergici, influenza le funzioni nervose, causando, come effetto collaterale, la sonnolenza. Inoltre, molti farmaci, essendo rivolti ai sintomi e non alle cause del problema, non sono curativi.
A partire dagli studi sulla membrana cellulare, Lipton ha dimostrato il modo in cui i pensieri e gli stati emotivi possono controllare e influenzare i processi fisiologici del corpo, sottolineando la potenza della mente, delle emozioni e dei comportamenti nel determinare lo stato di salute. «Per la nostra salute e il nostro benessere è essenziale imprimere una direzione positiva alla nostra energia mentale, alimentando pensieri che favoriscono la vita ed eliminando gli onnipresenti pensieri negativi che succhiano energia e ci debilitano» (Lipton, 2006).
La nostra mente è caratterizzata da due livelli, una mente conscia, in grado di creare pensieri consapevoli positivi e una mente subconscia, magazzino di registrazioni “stimolo-risposta” derivati dagli istinti e dalle esperienze apprese. Poiché questa mente è abitudinaria tende a rispondere nello stesso modo alle situazioni di vita divenendo, in tal modo, più potente della mente conscia. Infatti, sia gli istinti, acquisiti nel corso dell’evoluzione, sia i comportamenti appresi attivano schemi ripetitivi di risposte, condizionate, a loro volta, dal modo in cui ciascuno di noi percepisce il mondo. Infatti, se tali percezioni programmate “erroneamente” non vengono monitorate ci inducono a mettere in atto comportamenti abituali e inadeguati. Se entriamo in contatto con la nostra mente subconscia possiamo valutare consapevolmente le nostre risposte agli stimoli ambientali e cambiarle. Infatti, scrive Lipton, «la capacità della mente conscia di scavalcare i comportamenti pre-programmati della mente subconscia è alla base del libero arbitrio».
«Se riconosciamo davvero il potere delle nostre credenze, abbiamo in mano la chiave della nostra libertà. (…) potete scegliere cosa vedere. Potete vedere la vita attraverso un filtro di credenze rosa che vi aiuteranno a crescere, oppure attraverso un filtro scuro che vi fa vedere tutto nero e rende il vostro corpo-mente più vulnerabile alla malattia. (…) le lenti rosa sono indispensabili al benessere delle vostre cellule. I pensieri positivi sono il comandamento biologico per una vita sana e felice. Nelle parole di Mahatma Gandhi:
Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri.
I tuoi pensieri diventano le tue parole.
Le tue parole diventano le tue azioni.
Le tue azioni diventano le tue abitudini.
Le tue abitudini diventano i tuoi valori.
I tuoi valori diventano il tuo destino» (Lipton, 2006).
Pertanto, modificando le convinzioni che causano una condizione di malessere, possiamo scegliere di dare la giusta direzione al nostro stato di salute psico-fisico e, quindi, al nostro destino.
Dott.ssa Anna Palumbo
Psicologa-Psicoterapeuta
Via Maddalena, 118 – Manfredonia (Fg)
a.palumbo79@libero.it
Buonasera.Sono un riflessologo plantare ed ho trovato estremamente interessante il suo articolo per ciò che riguarda l’aspetto biologico del corpo umano con l’associazione nel nostro gergo (olistico mente,corpo, spirito.)Dal mio punto di vista e sulla base dei miei studi che vanno dalla medicina cinese (che già molti secoli fà sosteneva ciò purtroppo non potendo confermare il tutto senza la tecnologia di cui siamo in grado di avvalerci oggi)ad Ippocrate, egli credeva infatti che solo la considerazione dell’intero stile di vita del malato permetteva di comprendere e sconfiggere la malattia da cui questo era affetto. Se tale prospettiva è rimasta ancora oggi come tipica della pratica medica, la ricchezza degli elementi che Ippocrate chiama in causa (dietetici, atmosferici, psicologici, perfino sociali) suggerisce un’ampiezza di vedute che raramente sarà in seguito praticata. Ma la necessità di una considerazione globale valeva anche in senso inverso: ogni elemento nella natura umana aveva, infatti, ripercussioni sull’intera esistenza.
la saluto.