Bari. ”Ho sentito in modo ricorrente la parola campanilismo nelle critiche a certi dissensi al Piano. Mi viene di dire che questa è una “terminologia dei bimbi minchia” per citare una canzone di Povia. Non si può parlare di campanilismo quando si vuole difendere l’unico ospedale di base e di interesse nazionale, quello di Manfredonia, che serve quella parte di territorio. Io chiedo che venga rivisitata la delibera nel punto in cui si depauperano le strutture sanitarie. L’ospedale di Manfredonia ha un bacino di utenza importante ed una interventistica qualificata. Privare un bacino corposo creerebbe un disagio agli ospedali di primo livello ingolfando tutto il sistema. Lasciamo gli ospedali di base così come sono e non per una esigenza campanilistica ma perché davvero lo chiede la popolazione, è legittimo nei fronti dei cittadini immaginare di riconsiderare le scelte relative agli ospedali di base. Esigiamo una riconsiderazione di questo tema attesa la complessità del territorio”.
Così il consigliere regionale Giandiego Gatta(FI) al termine dell’intervento del governatore Michele Emiliano, durante il dibattito nella III commissione della Regione Puglia sul piano di riordino ospedaliero.
GATTA FAI BENE A DIFENDERE L OSPEDALE DI MANFREDONIA .MA DOVEREBBERO ESSERE ANCHE I CITTADINI DI MANFREDONIA A DIFENDERE L OSPEDALE DI MANFREDONIA PRONTI A SCIOPERARE -SCIOPERARE AD INOLTRANZA CON TUTTE LE NOSTRE FORZE PER CERCARE DI DIFENDERE L OSPEDALE E CERCANDO DI SCIOPERARE ANCHE PER FARLO RAFFORZARE COME REPARTI.PERO. IVECE SI PENSA SOLO AD ALTRO AD ESEMPIO IL CARNEVALE ED IL LUSSO IL DIVERTIMENTO I CITTADINI SE NE INFISCHIANO SE CHIUDE O NO L OSPEDALE SAN CAMILLO NON SI PENSA A SCIOPERARE PER IL LAVORO CHE MANCA. MANFREDONIA IL PAESE DEI BALOCCHI
Sempre e solo da sempre a difendere il nostro territorio, il nostro ospedale. Ancora adesso qualcuno della sinistra si sta svegliando. Per quale motivo? Ricordo il suo intervento competente e puntuale alla conferenza , del 26 settembre scorso, tenutasi all’ auditorium C. Serricchio-Palazzo dei Celestini. Ed in quella occasione, unitamente al Dottor Troiano, con documenti alla mano, denunciava tutte le criticità, responsabilità e collusioni varie a danno del nostro ospedale. Anche in regione, malgrado dai banchi dell’ opposizione, con interrogazioni, ordini del giorno, ci ha sempre difesi. Io ricordo, quando l’asl fu trasferita a Cerignola, pur avendo nostri politici in maggioranza, fu Fitto dalla opposizione che protestò. Con Vendola ed Emiliano Riccardi, Ognissanti e Campo che hanno fatto?
Piano di riordino, Zullo (Cor): Per Emiliano è diventato un caso politico! Ma non sa neppure se si risparmia o si spende di più, mettendo a rischio la Sanità pugliese
Dichiarazione del presidente del gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo
Il piano di riordino è diventato per il presidente una questione politica.
Avevamo qualche dubbio in merito che oggi è una certezza: per un’ora Emiliano ha parlato in Commissione Sanità come se partecipasse a una riunione di maggioranza, come se fosse un palcoscenico dove regolare i conti con questo o quel consigliere di centrosinistra che avevano osato votare contro.
E, invece, non ha capito e si ostina caparbiamente a proseguire su questa strada non capendo che il Piano non regge sotto il profilo della compatibilità economica. Emiliano si è mai chiesto se con questo Piano si risparmia o si spende di più? Non lo sa, perché nessuna valutazione e’ stata fatta e così a fine anno il rischio è che gli ospedali superino i 10milioni di euro di deficit e debbano andare in Piano di Rientro: ad esempio il Policlinico di Bari che proiezione economica ha con l’attuazione di questo piano?
E ha calcolato i tempi utili che servono per una efficace rete di emergenze-urgenze e per salvare vite umane?
Emiliano ha parlato di strutture ospedaliere fatiscenti, ma il piano non ha una valutazione tecnica e di agibilità delle strutture che devono ospitare nuovi posti letto.
Ma se Emiliano ci desse ascolto si renderebbe conto che la distribuzione sia del numero sia delle discipline dei posti letto distribuiti sul territorio pugliese è caotica e disomogenea.
E infine un orientamento di ripartizione delle risorse prevede che la spesa prevista per gli ospedali deve essere del 44 per cento, per destinare il resto alla medicina territoriale e alla prevenzione. Perché i pugliesi vanno soprattutto mantenuti in buona salute non curati. Ora Emiliano sa se con questo piano la percentuale di spesa ospedaliera viene rispettata o viene sforata con il rischio che si sottraggano risorse preziose alla medicina territoriale e alla prevenzione.
Per questo Invitiamo Emiliano a non andare avanti nell’attuazione di questo piano perché dannoso per la salute e per le casse della Regione.
Bari, 23 gennaio 2017
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Osp. Di Venere – Conca preannuncia esposto a magistratura su chiusura della neurochirurgia
Di seguito l’intervento del consigliere del M5S Mario Conca nel corso della III Commissione Sanità in cui si è tenuta l’audizione del Presidente della Regione Emiliano sul piano di riordino ospedaliero, dopo la bocciatura della scorsa settimana
“Emodinamica, emergenza-urgenza, ma anche neurochirurgie sono tra le criticità maggiori del piano di riordino ospedaliero – dichiara il consigliere cinquestelle – Per questo annuncio che presenterò un esposto alla magistratura per chiusura della neurochirurgia dell’ospedale Di Venere perché, non me lo auguro, moriranno persone. La sanità non è fatta di solo ospedali. E’ la percezione delle prestazioni sanitarie da parte degli utenti, che hanno portato la Puglia ad essere l’ultima regione italiana per gradimento. Sono tante le cose che non vanno nel piano di riordino perchè si è partiti dall’ultimo step, quello della chiusura degli ospedali. Bisognava prendersi il tempo e poi arrivare a riconversione e chiusura, perché noi in Italia abbiamo una media di 331 posti letto ogni centomila abitanti, in Puglia siamo a 270, la media europea supera abbondantemente i 550, e non avevamo bisogno di tagliare ulteriori posti letto. Il sentore che si vada ad agevolare il privato dunque è più che lecito”.
Conca prosegue specificando come tra le maggiori criticità vi sia quella dell’emodinamica con “un imbuto” su Bari dove ci sono 8 emodinamiche “mentre è completamente assente l’emodinamica nell’ospedale della Murgia con una sala già predisposta e un’utenza di 200 mila persone. “
-commentiamo più questi sono tutti uguali adesso non ci resta che organizzarci col movimento dei FORCONI.
NESSUNO PRENDERA’ MAI I FORCONI IL POPOLO E’ DOMATO E DOPATO!
Bravo Giandiego.
C’è da dire che occorrerebbe un ospedale superiore a quello di base.
Gatta sempre sul pezzo!!!Per fortuna che c’è ancora chi ha a cuore le sorti della nostra città, no come tanti politici locali che un tempo accompagnavano Ass, Regionali che hanno depotenziato il nostro ospedale ed ora si ergono a palladini della giustizia…ridicoli…Gatta continua così..e speriamo in qualcosa di buono!!!
Esimio avv. Gatta, il suo impegno per l’ospedale di Manfredonia è certamente condivisibile. Io sono un manfredoniano che da oltre cinquanta anni vive in Friuli. Precisamente in Provincia di Pordenone. Ogni anno trascorro le ferie estive a Mattinata, dove possiedo una casa ereditata da mia moglie che è mattinatese. Quindi, qualche volta ci è capitato di aver bisogno dei servizi sanitari erogati dall’ospedale di Manfredonia. Ricordo che undici anni fa, per una caduta in quel di Mattinata ho subito fratture al gomito sinistro. Portato a Manfredonia, i medici del reparto di ortopedia mi consigliarono di farmi operare a Pordenone, in quanto, a loro dire, per il tipo di intervento occorrevano strumenti speciali di cui il reparto non era dotato. Quindi, mi sono fatto operare a Pordenone, dove, su mia specifica domanda, mi precisarono che si trattava di un intervento di routine. Pochi giorni fa (15 luglio 2018, alle ore 22,00 circa) mio figlio di anni cinquantuno, nostro ospite a Mattinata, si è sentito male, in quanto (mi scuso per il linguaggio) non riusciva ad andare di corpo. Abbiamo provato, con un clistere acquistato in farmacia, a liberarlo. Visto che soffriva maledettamente e con sintomi febbrili, l’ho condotto al Poliambulatorio di Mattinata. Il medico di guardia, senza neanche visitarlo, ci ha consigliato di rivolgerci al Pronto Soccorso di Manfredonia. Là giunti, il medico di turno rifiutava di visitarlo e ci consigliava di recarci al Pronto Soccorso di San Giovanni Rotondo. Per tranquillità telefonai a una mia parente medico che, nonostante l’orario (quasi mezzanotte), lo visitava e ci consigliava. anch’ella, di rivolgerci al P.S. di San Giovanni. La sera successiva, considerato che lo stato febbrile peggiorava e anche i dolori addominali, telefonai al 118 di Mattinata, dove il medico di turno, la dott.ssa Raffaella Santoro, che non mi stancherò mai di ringraziare (lei e i suoi collaboratori) si dichiarava disponibile ad eseguire l’intervento. Considerato lo stato del paziente, una volta liberato dall’ingorgo, lo avviava al Pronto Socorso di San Giovanni, dove i sanitari, eseguiti tutti gli esami del caso, richiedevano la visita del chirurgo addominale. Finita l’odissea, riportavo a casa mio figlio che, seppure sfinito, non soffriva più.
Ora io le chiedo: è concepibile che un P.S. non sia in grado di eseguire un clistere? E’ inutile dire che al mio paese di residenza la cosa sarebbe stata risolta in pochi minuti. Ne segue che, a mio parere, se non si provvede a una seria qualificazione dell’ospedale, la soluzione migliore è chiuderlo. Ovviamente, la qualificazione deve riguardare tutti i reparti con assunzione di personale altamente specializzato e con un’organizzazione dei reparti che a mio avviso (almeno in alcuni reparti) lascia molto a desiderare.
Ps. Per individuare il medico del P.S. preciso che il tutto è avvenuto la sera tardi del 15 luglio 2018.
La ringrazio per la pazienza. Cordialmente Raffaele Vairo, tel. 3271857728. Email: raffaelevairo@libero.it