Foggia. ”La Direzione dell’Hotel Corona di San Giovanni Rotondo, viste le condizioni proibitive in cui vivono i terremotati del centro Italia, ci ha chiesto di condividere questo appello di solidarietà: “Cari fratelli e care sorelle del centro italia, Vi siamo vicini con la preghiera, ma non basta…abbiamo delle camere ed il ristorante a Vostra disposizione GRATUITAMENTE. Padre Pio ci ha sempre insegnato di aiutare i bisognosi ed oggi tutti noi siamo addolorati e con il cuore in mano, Vi apriamo le nostre porte mettendo a Vostra disposizione la nostra struttura…Il freddo ed il gelo non potranno fermare la solidarietà che ha sempre contraddistinto la nostra famiglia. Per qualsiasi necessità siamo qui…Padre Pio ci guarda e ci guida dal Cielo e siamo certi che le buone azioni lo faranno felice”. Costanzo Dragano.
Hotel Corona – San Giovanni Rotondo – Città di padre Pio
Tel. 0882-457873
www.hotelcorona.fg.it
Riordino ospedaliero, il dibattito in III commissione (primo lancio)
Al termine dell’intervento del governatore Michele Emiliano, il vicepresidente della III commissione Paolo Pellegrino ha avviato il dibattito.
Nino Marmo (FI). “Il presidente Emiliano continua ad attribuire al passato le responsabilità dell’attuale situazione del sistema sanitario, dimenticando forse che tre dei cinque assessori alla Sanità del governo Vendola erano espressione del Partito democratico, di cui lui era segretario. Con riferimento al Piano di riordino ospedaliero, su cui è mancata l’interlocuzione con il governo regionale, registriamo un ritorno al piano elaborato dalla Giunta Fitto, con l’aggravante che il centrosinistra in Puglia ha perso dodici anni per attuare oggi quello che era stato previsto già nel 2005. L’attuale programmazione non ha in alcun modo recuperato lo sbilanciamento del numero dei posti letto tra le diverse province pugliesi, che vede in particolare la Asl Bat fortemente penalizzata per l’applicazione di un coefficiente di posti letto pubblici per numero di abitanti addirittura inferiore a quello previsto nel DM 70 e che sulla carta le attribuisce 640 posti letto. Mancava e manca ancora una rete oncologica efficiente, che offra un’assistenza completa e freni la mobilità passiva verso le altre regioni. L’invito quindi è a riconsiderare l’assetto complessivo all’interno della Asl Bat, chiudendo le strutture che non offrono un’assistenza adeguata e rafforzando invece le specializzazioni con maggiore richiesta”.
Ignazio Zullo (CoR). “Oggi mi è sembrato di assistere ad una riunione di maggioranza piuttosto che all’indicazione delle priorità della politica sanitaria che il presidente Emiliano intende attuare. Il Piano di riordino è diventato terreno di scontro politico, mentre vorremmo il presidente a non procedere in mancanza di una valutazione economico-finanziaria. Il rischio è quello che molti ospedali sforino il limite di 10 milioni di euro di deficit e vadano quindi in Piano di Rientro. Per questo ribadiamo la richiesta che il Piano sia sottoposto al vaglio della Commissione Bilancio, anche per verificare che le percentuali di spesa per gli ospedali non superino il 44 per cento della spesa sanitaria regionale in modo da destinare il resto alla prevenzione e alla medicina territoriale. E’ necessario provvedere inoltre alla riorganizzazione della rete-emergenza urgenza, ad eliminare le disparità di distribuzione tra posti letto e discipline per garantire un’assistenza sanitaria degna di essere chiamata tale. La Puglia è stanca di dover sostenere un sistema perennemente in deficit”.
Mino Borraccino (SI). “L’intervento del presidente Emiliano testimonia la volontà del governo regionale di procedere secondo un piano fortemente osteggiato dalla società civile. Non possiamo non rilevare che si assegni maggiore attenzione al privato rispetto al pubblico, che non si intervenga sulla mobilità passiva extraregionale, che non si attivino oltre 1000 posti letto per acuti pur potendolo fare. Le critiche mosse al Piano sono concrete e noi continueremo a lavorare, come abbiamo sempre fatto, per la Puglia, per l’intera regione e non solo per interessi campanilistici. Abbiamo tentato di dare il nostro contributo presentando numerose proposte emendative riguardanti gli ospedali di Casarano, Ceglie Messapica, Taranto (Moscati e SS. Annunziata), Grottaglie, Trani, Altamura, Molfetta, Triggiano, Putignano, Di Venere di Bari. Quindi respingiamo l’accusa a voler fare del marketing politico differenziale, ma invitiamo piuttosto il presidente Emiliano, che di certo non è allergico alle critiche, a fronteggiare la complessità della situazione in atto”.
Pino Romano (Pd). “Tengo a precisare che non sono il paracolpi di nessuno e che le mie dimissioni sono state il frutto di una scelta dettata dal senso di responsabilità per il ruolo che ricoprivo. E soprattutto per chiudere definitivamente la discussione sulla classificazione delle strutture ospedaliere, che non è di certo il punto nodale della questione. Piuttosto la politica deve preoccuparsi di far sì che le cose previste vengano poi attuate e nel modo migliore. E non consentire che si ripetano casi come quello dell’ospedale di San Pietro Vernotico per il quale la riconversione non è mai iniziata. La vera sfida è valutare la funzionalità dei reparti, abbandonare la vecchia concezione degli ospedali perché i PTA (presidi territoriali di assistenza) previsti dal Piano rappresentano la concezione di assistenza del futuro. Tra le questioni da dirimere, una è sicuramente quella riguardante il divario tra l’offerta pubblica e quella privata. E’ necessaria inoltre una riorganizzazione dei pronto soccorso dei centri di emergenza-urgenza e di rilevare il fabbisogno reale per riallocare l’offerta nei centri con maggiore richiesta.
Paolo Campo (Pd). “Il voto contrario espresso in Commissione non voleva mettere in discussione il ruolo del presidente Romano, né tantomeno mettere in dubbio la fedeltà al gruppo o alla maggioranza. Resta però un aspetto su cui chiedo al Governo regionale di riflettere ancora. Quello di rimuovere cioè una previsione che non intacca il DM 70 e che riguarda l’impossibilità di istituire o mantenere negli ospedali di base strutture complesse. Una richiesta che, ribadisco, non deriva dalla volontà di tutelare interessi companilistici, ma che a mio parere determina il pratico venir meno della funzione stessa di questi presìdi di salute. Il rischio inoltre è quello di generare equivoci e confusione in merito all’autonomia funzionale delle singole strutture”.