Foggia – «Una soluzione al di sotto di ogni sospetto, questo è il frutto di tanti mesi di studio e di messinscene, nel contrasto di facciata all’abusivismo commerciale». È il giudizio dell’ex candidato sindaco del centrosinistra, Augusto Marasco, rispetto agli effetti che stanno maturando a seguito della Delibera di Giunta numero 36 del 3 aprile scorso che contiene indirizzi per la riqualificazione e razionalizzazione del commercio ambulante su aree pubbliche. «Detta così sembra una cosa seria – prosegue Marasco – mentre è la sostanziale sanatoria che tutti sospettavano fosse il vero approdo dell’esplosione di banchi di frutta e verdura che si è registrata in città non appena Franco Landella è stato proclamato sindaco di Foggia. Hai voglia a nascondersi dietro il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine, alla fine le responsabilità sono state messe a nudo».
«Abbiamo cercato in ogni modo – ricorda il capogruppo de “Il Pane e le Rose” – di cooperare a soluzioni finalmente ordinate, mettendo in luce i passi in avanti che negli scorsi anni si sono fatti per arrivare a regolare un settore che sembra connotato da vivacità pittoresca quando, invece, è governato dai più oscuri soprusi rispetto alle regole che tutti siamo chiamati a ripettare».
«Le aree pubbliche a servizi previste nei diversi programmi edificatori che si sono succeduti negli ultimi vent’anni – ricorda l’esponente del centrosinistra – sono ottimi spazi per il commercio ambulante, a servizio dei nuovi quartieri e rispettoso delle regole della sicurezza stradale; per non parlare dei tanti posteggi liberi nelle aree già attrezzate di Via Manzoni o di Viale Pinto».
«Quello che stiamo vedendo in questi giorni – conclude Marasco – è uno schiaffo in faccia ai tanti commercianti che pagano l’affitto e ogni tipo di tasse mentre la concorrenza pirata di strada cattura clienti ai semafori o in prossimità di scuole e uffici, con il sostegno di una Giunta che neanche ha il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome e detta indirizzi che trasformano uffici comunali e polizia municipale in notai della sanatoria».
Redazione Stato