ROMA, 24/03/2023 – (Francesco Demofonti Agenzia DIRE) Potrebbe essere stata una circoncisione eseguita tra le mura domestiche la causa della morte di un neonato di soli 20 giorni.
Il piccolo è giunto privo di vita questa mattina al Policlinico Tor Vergata di Roma, dove era stato trasportato d’urgenza in ambulanza da Colonna, il più piccolo tra i comuni dei Castelli romani. Era stata la mamma del bimbo, di origini nigeriane, a chiedere aiuto in strada, con il figlio piangente tra le braccia, a una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Frascati.
I militari hanno immediatamente scortato l’ambulanza a sirene spiegate sino al nosocomio capitolino, dove il bambino è però arrivato senza vita dopo una fortissima emorragia. In queste ore gli investigatori stanno ascoltando alcune persone della comunità nigeriana di Colonna per tentare di fare luce sulla tragedia.
AWAD (MEDICO): BASTA, NON SI PUÒ MORIRE DI CIRCONCISIONE
“Basta con queste morti. Nel 2023 non si può perdere la vita per una circoncisione. È una cosa fuori dal mondo. Bisogna arrivare a fare un atto civile, quello di realizzarla in un ambiente protetto, sia questi un ospedale o un ospedale di comunità. L’ambiente protetto è l’unico che garantisce questo diritto e tutela la salute”. Così, all’agenzia Dire, il consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma, Musa Awad, commenta la tragedia che ha visto vittima un neonato di soli 20 giorni.
“Tra l’altro- tiene a sottolineare Awad- a livello chirurgico la circoncisione è un’operazione molto semplice, quasi minimale. Basti pensare che nei Paesi arabi, musulmani, ai giovanissimi ma anche a quelli che hanno 10-15 anni, la circoncisione viene eseguita in ospedale senza anestesia. Io stesso l’ho fatta a diversi bambini appena nati nell’ospedale italiano di Amman, in Giordania. È un atto chirurgico che dura pochi minuti, davvero minimo, ma che deve essere eseguito da persone esperte in un ambiente pulito, in una piccola sala operatoria”. dire.it