Foggia, 24 agosto 2020. “Quella spillatura leghista nell’Aula consiliare, dove è custodita la storia di Foggia, sotto i simboli sacri della città, dove i marmi testimoniano il martirio della sua popolazione, di Foggia, una città che ha saputo sempre difendere la sua identità e rialzarsi nei momenti più cupi, sarà ricordata come l’esempio più volgare che un sindaco potesse mai immaginare”. Lo scrive in una nota il coordinatore provinciale dei Popolari con Emiliano Rino De Martino, a proposito della conferenza stampa svoltasi stamattina nella sala consiliare. Com’è noto il sindaco ha sancito, alla presenza di Matteo Salvini, il suo passaggio nella Lega.
Secondo De Martino, Franco Landella ha trattato la città che governa “come un demanio armentizio e la Casa comunale come un bivacco per amici. Uno scempio mai visto per i foggiani di qualunque estrazione, sociale, culturale, politica perché la tracotanza del sindaco ha superato ora ogni limite, ogni decenza con un gesto che non è né di destra né di sinistra, né laico ne cattolico, né progressista né liberista. Consegnare la Casa comunale a Salvini, auspicare che in quel palazzo arrivi a sventolare la bandiera leghista, è come vomitare su Foggia e sui suoi figli. E adesso, mentre questo signore campione di improntitudine si prepara a mettere in scena l’ennesimo spettacolo nauseante di politica arruffona becera e fanfarona, ai foggiani, davvero fieri della propria città e della propria identità, non rimane che attendere la fine di questo spettacolo indecente che solo un Landella, un autentico incidente della storia, poteva regalare. Al Prefetto di Foggia rivolgiamo l’appello di difendere l’autonomia dell’Istituzione, preservando i suoi luoghi da scorribande vergognose che calpestano qualunque valore, causando un danno d’immagine e culturale che sarà difficile cancellare”