Il Tribunale di Brindisi, Giudice dott. Gianluca Fiorella, con la sentenza n.1490/2019 ha accertato la nullità parziale di due contratti di finanziamento stipulati tra un consumatore, patrocinato dall’avv. Vincenzo Vitale, e una nota Finanziaria, in relazione all’ammontare degli interessi pattuiti, in quanto usurari, e ha condannato la Finanziaria alla restituzione, in favore del mutuatario, della complessiva somma di €.8.259,00, oltre interessi legali dalle singole dazioni e interessi anatocistici dal momento della domanda giudiziale.
Il primo finanziamento del 9/11/2007 prevedeva l’erogazione di € 9.286,67, a fronte di un importo richiesto di € 9.500,00, da restituire in 48 rate costanti. Detto rapporto veniva estinto il 9/04/2009, contestualmente all’erogazione di un nuovo finanziamento di € 10.667,08 (a fronte di un importo richiesto di €.9.500), di cui € 7.025,95 destinati all’estinzione del precedente debito. Anche quest’ultimo finanziamento veniva estinto anticipatamente il 10/10/2012.
A seguito di consulenza tecnica d’ufficio, con riguardo al primo contratto, veniva accertato che il TAEG era del 18,88% e quindi superiore al tasso soglia del 18,795% . Anche in relazione al secondo contratto, il TAEG applicato del 15,88% era superiore, seppure di un solo centesimo, al tasso soglia del 15,87%.
Tale accertamento ha comportato per entrambi i contratti la gratuità dei rapporti, in applicazione di quanto disposto dall’art.1815, coma II, c.c..
Conseguentemente il Tribunale, in accoglimento della domanda proposta, ha disposto la restituzione in favore del mutuatario di quanto dallo stesso versato in eccedenza rispetto al capitale ricevuto, calcolato dal CTU nella somma di € 2.228,49 con riferimenti al primo contratto, e di €.6.030,51 con rifermento al secondo contratto, per un totale di € 8.259,00. Su detto importo ha riconosciuto al mutuatario il diritto agli interessi legali dai singoli versamenti e gli interessi anatocistici dal 4/11/2014, data dell’avvio dell’azione giudiziaria. La società finanziaria è stata condannata a pagare anche le spese di lite.
( avv. Vincenzo Vitale)