I fatti. Lo scorso 18 novembre la signora Totaro si era recata all’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” a San Giovanni Rotondo, e nel corso della risonanza, dopo la somministrazione del liquido di contrasto, muore. Lilli Quitadamo, compagna della donna da 23 anni era lì quella mattina e da quel giorno non si dà pace e cerca “verità e giustizia”. Il caso è seguito dall’avvocato Rosa Federici del Foro di Foggia, mentre è in corso un procedimento penale nei confronti della dottoressa di radiologia Filomena Urbano e del tecnico radiologo dott. Teodoro Cassano. Le accuse a loro carico sarebbero di negligenza, imprudenza e imperizia, come previsto dagli articoli 113 e 589 del codice penale.
L’interrogazione parlamentare. Sulla vicenda il 19 dicembre è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare ( Interrogazione parlamentare) dei senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca al Ministro della Salute, Renato Balduzzi. I senatori hanno chiesto al Ministro se intenda avviare un’indagine interna per stabilire l’entità del fenomeno per lo specifico prodotto (liquido di contrasto), se erano presenti nella sala di radiologia i farmaci cortisonici, antistaminici e gli strumenti quali la maschera di ossigeno che consentono di intervenire tempestivamente in caso di effetti indesiderati quali lo shock anafilattico; e se al momento dell’arresto cardio-circolatorio della paziente durante la risonanza fosse immediatamente disponibile nell’area della radiologia l’anestesista dedicato al servizio e se nella stessa area fossero permanentemente presenti e funzionanti le attrezzature cliniche necessarie per la rianimazione cardio-respiratoria.
Coppia di fatto. Teresa viveva a Siponto, vicino Manfredonia, in una casetta sul mare con Lilli, la sua compagna da 23 anni. Lilli va indietro con la memoria a quell’incontro che l’ha fatta ritornare in Italia dalla Germania, ricorda le battaglie con le femministe della Casa Internazionale delle donne di via del Governo vecchio a Roma, ricorda quella Manfredonia che ha trovato al suo ritorno, dove le femministe erano niente più che “putèn”, ma che tuttavia ha sempre rispettato la loro unione. E forse è solo la sua tempra, che nel dolore, la spinge ancora a fare di questo suo caso una battaglia pubblica “Noi ci siamo tutelate con un testamento per tutto quello che sarebbe accaduto dopo. Ma quante coppie di fatto ci pensano? Per la legge italiana io non avrei potuto nemmeno entrare in ospedale insieme a Teresa. Vorrei che la nostra storia serva anche a tutte le altre coppie di fatto”. L’associazione radicale “Mariateresa Di Lascia” sta dando il suo sostegno a Lilli nella ricerca della verità. Intanto si aspettano i risultati dell’autopsia, che saranno disponibili entro un mese.
Redazione Stato, gdf@riproduzione riservata
Manfredonia Associazione Di Lascia: morta donna durante risonanza magnetica. Indagini
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Forza lilli!una mamma..
E terribile, Lilli, sono con te con tutto il cuore!!!
Mi dispiace per l’accaduto. Però per favore non strumentalizzare la disgrazia per portare avanti la questione coppie di fatto.
Non in questa occasione.
Ok Marco, condivido
Naturalmente si fa riferimento alla nota stampa dell’Associazione. Grazie, RED.
Chiudete quell’ospedale!!!…fa solo danni da 20 anni a questa parte…non ha nulla a che vedere con la struttura voluta da San Pio…la sua esistenza oggi è solo uno spreco per la sanità Italiana!!
andate avanti non si può morire così..
dovete mettere nome e cognome di questi dottori che erano presenti in sala,noi tutti abbiamo il diritto di sapere chi sono gli autori di questa morte…..e spero che finisca la loro carriera,e il minimo credo….
Ciao, ho la sclerosi multipla e mi curo con farmaci cannabinoidi…….. sono favorevolissimo alla depenalizzazione della canapa. Qualcuno mi prega di non strumentalizzare i malati per la causa canapa…. ho sempre detto STRUMENTALIZZATECI TUTTI………. credo che invece si debba conoscere anche la questione Coppia di fatto….. certo che si deve….. anzi!!!!
@Andrea, le coppie di fatto non sono a tema, per quello che è accaduto a quella povera donna qualunque sia la sua tendenza sessuale non centra nel contesto nessuno l’ha discriminata
@Andrea, le coppie di fatto non sono a tema, per quello che è accaduto a quella povera donna qualunque sia la sua tendenza sessuale non centra nel contesto nessuno l’ha discriminata
Lo sai Billy: cambiammo il termine in Sia fatta la MIA volontà…. e se la signora Lilly ci tiene ad affermare i suoi diritti negati perchè omosessuale si deve……..
PS: i miei genitori sono divorziati; mio papà e la sua compagna fanno una “coppia di fatto”……. se malauguratamente mio papà venisse a mancare lo sai che io posso cacciare la sua compagna storica da casa? E ti potrei fare una lista lunghissima dei diritti negati…….. figuriamoci se sei omosessuale….
e se stampi uno stato di “famiglia” compaiono sullo stesso stato…. ed è per tutti così……………… peccato che la famiglia resta solo sulla carta….
Non criminalizziamo gente competente che svolge il suo lavoro con grande diligenza. Attendiamo fiduciosi la fine delle indagini e aggiungo un caro saluto e sentite condoglianze alla sig.ra Lilli.
Più che una critica alla Sanità mi sembra che si parli del problema delle coppie di fatto criminalizzando oltremodo medici competenti che ogni giorno fanno il loro dovere per “TUTTI NOI”.
p.s.: x sipontino 40
Invece di criticare senza senso l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” dovresti criticare la tua “IGNORANZA” e sperare di non avere mai bisogno di quei medici…anche perchè nel bisogno tutti noi siamo i primi a correre a San Giovanni; pensaci bene prima di criticare “lo spreco” di casa altrui, pensa a tutto lo spreco fatto sinora a casa tua!!!
Un saluto ed un augurio a tutti, in particolar modo a Lilli ed ai parenti di Teresa Maria, ricordando che una cosa del genere colpisce tutti.
Sono perfettamente d’accordo con Gaetano e con Marco. Sia perchè si sta portando avanti una questione personale su un episodio chee può accadere a chiunque e dovunque.
Inostre certe persone la cui Ignoranza và pesata a tonnellate, devono dimostrare con i fatti certe affermazioni. Tutti noi, nascosti dietro un monitor possiamo sparlare di tutti.
Talora è meglio tacere e dare l’apparenza della ignoranza che, parlare e darne conferma.
teresa non avrebbe mai voluto che si parlasse del suo stato sessuale anche se tutti sapevano.la sua discrezione era oro colato e propio per questo l’amavano tutti.non farti forte sul nome di una persona che non c’e’ piu’ e’ rispetta le volonta .