Roma. CON recente atto, la Corte dei Conti pugliese, definitamente pronunciandosi nel giudizio, ha condannato il fallimento della s.p.a. GEMA, Giuseppe Corriero e Lanfranco Tavasci al pagamento, in solido tra di loro e in favore del comune di Rignano Garganico, della somma di € 168.702,12, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali.
Il giudizio per responsabilità amministrativa era stato promosso dalla Procura Regionale della Corte dei conti per la Regione Puglia. Tavasci e Corriero non si sono costituiti in giudizio.
Come ricordato, il Nucleo di p.t. della G.d.f. di Foggia , all’esito di attività investigativa delegatale dalla Procura di Foggia, aveva notiziato la Corte dei Conti di una “vicenda avente rilevanza non solo penale ma pure amministrativa”, riferibile alla GEMA s.p.a., esercente l’attività di agente della riscossione dei tributi e delle altre entrate dei comuni della provincia di Foggia.
”In particolare, la polizia giudiziaria ha appurato che:
– i rapporti tra la GEMA e i singoli comuni sono stati regolati da apposite convenzioni, variamente disciplinanti il riversamento delle somme riscosse;
– la contabilizzazione di queste ultime doveva avvenire imputando, con il c.d. “sventagliamento”, alla fine di ogni decade, il debito nei relativi conti;
– la GEMA, contravvenendo alle suddette previsioni pattizie, alla data del 31 maggio 2012, con riferimento al periodo dal 1.1.2011 a quest’ultima data, non aveva versato in favore dei comuni oggetto di indagine la complessiva somma di € 21.268.678,18 e, con particolare riguardo al Comune di Rignano Garganico, l’importo di € 168.702,12;
– la GEMA aveva in essere numerosi rapporti di conto corrente bancario – di corrispondenza e non di tesoreria – molti dei quali in passivo, presso svariati istituti di credito, nella libera disponibilità della società correntista e, dunque, senza vincolo di destinazione alcuno;
– dall’esame della documentazione contabile, emergeva come la situazione debitoria della società risultasse ingenerata dai numerosi prelievi finanziari, sia dalla cassa che dai conti correnti societari (per un importo complessivo di € 10.640.955,83), da parte dei convenuti Tavasci e Corriero, rispettivamente rivestenti il ruolo di presidente del c.d.a e amministratore delegato, e destinati a finalità strettamente personali e quindi estranee all’azienda.
Sulla scorta di tale quadro investigativo – che ha comportato, per inciso, la condanna dei convenuti per il reato di peculato, giusta sentenze nn. 53/2015 e 2061/2016 (rispettivamente pronunciate dal g.u.p. di Foggia e dal medesimo tribunale) – l’attore pubblico ha contestato (..) stante anche l’assenza di attività controdeduttiva successivamente alla notifica, avvenuta il 21.3.2017, del prescritto invito a dedurre, ex art. 67, c.g.c., la responsabilità amministrativo-contabile dolosa della GEMA s.p.a. e dei sigg. TAVASCI e CORRIERO, per l’intero importo non riversato nella casse del comune di Rignano Garganico”.
REDAZIONE STATOQUOTIDIANO.IT – RIPRODUZIONE RISERVATA
A naso si potrebbe dire che i responsabili politici ed amministrativi del settore di competenza venivano accecati dai comportamenti scorretti, ragion per cui non hanno attivato , in tempo utile, le procedure eventualmente previste affinché non si permettesse di fuggire con la cassa della collettività.