MANFREDONIA (FOGGIA), 25/01/2023 – “Le ultime vicende di cronaca che hanno interessato i luoghi di cura e degenza di anziani e persone fragili interrogano tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e politiche sul come agire per prevenire le degenerazioni aberranti che hanno determinato inchieste e arresti.
La domanda, valida ovunque in Italia, è: quali soluzioni e modelli si possono adottare per mettere l’intera comunità al riparo da violenze e sopraffazioni? Criminalizzare intere categorie di lavoratori o i proprietari e i gestori delle strutture non ha alcun senso. Ciò che serve è un cambio di passo a tutti i livelli: amministrativo e culturale. La politica, prima di tutto, deve farsi carico di immaginare e sforzarsi di attuare un modello di organizzazione dei tempi e della vita della società che tenga conto anche di solitudini e fragilità; magari prima che uno o più criminali ci mettano di fronte alle nostre responsabilità.
Penso, ad esempio, all’adozione di misure di contenimento della spesa farmaceutica e della diagnostica per ottenere maggiori risorse da destinare alle cure primarie. Dovremmo anche ripensare il modello di ospedalizzazione di cui disponiamo, partendo da una diversa visione e organizzazione dei reparti e delle strutture di “lungodegenza” e “riabilitazione” previste dalla legislazione nazionale. Insieme alle rappresentanze dei lavoratori, dovremmo superare i pregiudizi e i veti finora espressi sulla collocazione di impianti di videosorveglianza esclusivamente utilizzabili a tutela dei pazienti e come presidio di prevenzione delle aberrazioni criminali che oggi ci sconvolgono.
E servirebbero anche più efficaci verifiche sulla programmazione dei corsi di formazione di personale sanitario e socio-sanitario e sull’effettiva idoneità dei singoli a svolgere un lavoro così delicato e stressante. In generale, credo le politiche che riguardano la cura delle persone meritano più giudizio da parte di tutti e meno strumentalizzazioni o pregiudizi”. Lo riporta Consigliere regionale e Presidente della V Commissione consiliare Paolo Campo.
Stella Maris, Don Uva. La storia si ripete con unico elemento comune: la facilità per l’assunzione di questi—. Come al solito, la dirigenza era inconscia di tutto così come il capo del personale. Il prossimo chi sarà?
Detto ciò, plausibile da parte di noi tutti cittadini, cosa possiamo fare ?
Assistiamo giorno per giorno a queste efferatezze nei confronti dei nostri anziani che per un motivo o l’altro vengono messi in queste strutture, dove a quanto pare non esistono regole di rispetto umano nei confronti delle persone più deboli. Se si mettessero telecamere diffuse in tutti gli ambienti queste si che potrebbero eliminare certi comportamenti, ma esse sono vietate dalle norme sul lavoro, quindi a discapito delle norme sul rispetto della dignità umana, chi dovrebbe controllare dovrebbe svolgere azioni di denuncia difficilmente operabile in un contesto lavorativo comune… facilmente intuibile se non altro.
Quindi spetta a voi “legislatori” trovare le soluzioni oggettive tutte finalizzate ad eliminare tali storture e quindi difendere i nostri anziani, che una volta venivano accuditi nelle proprie case dai parenti più stretti…, cosa che oggi a quanto pare non è più possibile a causa della frenetica società che ci vede costretti ad altre scelte, che mettono in secondo piano i sentimenti x i propri cari.
Quando è successo alla casa di riposo a siponto non ha detto una parola ora si sbilancia paolino campino ma che combini