Manfredonia – ”Un obiettivo cardine del movimento civico “Manfredonia che funziona”, è quello di favorire una ripresa del commercio, dell’artigianato e del terziario. Tale impegno ritengo possa essere assunto favorevolmente da questo gruppo in quanto come già ribadito dal nostro candidato sindaco Giovanni Caratù, abbiamo “cultura di governo”.
Utilizzando questo termine facciamo consapevolmente riferimento alla “capacità di governo”, intesa sia come l’ampio ventaglio di strumenti necessari per svolgere il mestiere di governare, e sia, come l’idoneità a interagire con segmenti particolarmente determinanti al suo successo, quali l’opinione pubblica e il rapporto con le pubbliche amministrazioni.
Far interagire queste due parti è utile all’incremento del reddito familiare e alla crescita dei consumi dei cittadini e inoltre favorisce la ripresa delle attività che sono soffocate dalla “morsa” delle tasse ed imposte aspetto molto importante soprattutto nel periodo di recessione che continua a vivere Manfredonia. Il nostro impegno elettorale è rivolto alla riduzione delle imposte locali, in quanto non vuole essere “un mosaico di corporazioni chiuse ed egoiste, in cui si spezza ogni legame sociale e si perde di vista il bene comune”, (dal testo “Da qui all’eternità, l’Italia dei privilegi a vita”, di Sergio Rizzo), ma interpretare i bisogni dei cittadini e quindi l’opinione pubblica.
È facilmente intuibile come una manovra sulla riduzione delle imposte generi una reazione a catena per cui il reddito delle famiglie aumenta, e di conseguenza la loro capacità di spesa, il che incrementa anche i consumi.
Questo processo cumulativo coinvolge le attività commerciali, creando un doppio beneficio per chi ha creduto e investito a Manfredonia, in quanto hanno la possibilità di “respirare” e di lavorare per poter “godere” dei propri “frutti” invece di “lavorare per pagare le imposte”.
A tal proposito, è ovvio anche supporre che un incremento della domanda di beni di consumo potrebbe sviluppare nuovi investimenti privati, e stimolare un ulteriore settore in crisi, che è quello dell’occupazione. Concretamente intendiamo attuare tale variazione dimezzando la Tasi dall’1,9% al 1%, ed abbattere del 10% la Tari ossia la tassa di smaltimento dei rifiuti; tali scelte sono economicamente giustificabili, infatti possiamo notare come nel 2014 il Comune ha tassato per la sola Tasi, indistintamente per tutti, per 4.819.514 di euro; riportarla all’1% consentirebbe di risparmiare ai cittadini tutti, proprietari ed affittuari, disoccupati e pensionati circa 2.280.000 euro. Somme destinate ai consumi.
Mentre per la Tari i cittadini sono stati tassati per 8.938.760 euro a fronte di un costo fatturato al comune dall’a.s.e di 7.700.00 euro oltre l’iva, dato tratto dal bilancio preventivo (Delibera ventotto).Per la Tari la riduzione della tassa è individuabile negli stessi numeri come differenza tra costo del servizio e importo tassato.Con tale divario non si può non comprendere quanto necessario sia un “cambio di direzione”, in senso politico. Questo processo va governato e regolamentato, perche un terziario senza regole vuol dire anarchia ed evasione fiscale, l’abusivismo non deve essere tollerato. Ricostruire quindi, la capacità di governo nel contesto contemporaneo è fondamentale.
E poiché in democrazia non possiamo rinunciare alla politica e ai partiti, abbiamo deciso di partecipare attivamente a questa vita, per permettervi di usufruire delle nostre competenze di governo e per poter “ripulire” la nostra democrazia. In tal senso, bisogna dare fiducia a un movimento che non tutela interessi e diritti di una stretta cerchia di persone ma si occupa di garantire una città con STESSI DIRITTI PER TUTTI.
(A cura di Giuseppina Totaro, dr.ssa in economia aziendale, candidata Movimento ‘Manfredonia che funziona’)
brava troppe tasse senza lavoro
Gentile Dott.ssa,
è vero, la riduzione delle imposte (statali e/o locali) aumenta il reddito disponibile delle famiglie e la loro capacità di spesa, con riflessi positivi sull’aumento dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione. Purtroppo, queste scelte di politica economica sono difficilmente implementabili a causa dei “vincoli finanziari e di bilancio” previsti dai Trattati dell’UEM (Fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione, Patto di stabilità, ecc.), vincoli che si traducono ormai, da diversi anni, in politiche scellerate di austerità (tagli lineari di spesa pubblica – segnatamente quella sociale – aumenti di imposte e tasse su famiglie e imprese, precarizzazione del lavoro, riduzioni di salari e pensioni, cancellazione dei diritti e della dignità dei lavoratori, crollo di consumi e investimenti pubblici e privati). Politiche che hanno cancellato il futuro di milioni di giovani e prodotto chiusure e fallimenti d’imprese, disoccupazione di massa, povertà diffusa e sofferenze sociali ed umane indicibili. O si riforma radicalmente la politica economica europea (per es. consentendo alla BCE di emettere moneta per finanziare il fabbisogno finanziario degli Stati dell’area euro secondo le necessità dell’economia (c.d. eurobond), oppure è meglio uscire dall’euro e riprenderci la nostra sovranità monetaria, fiscale e di bilancio che ci consentirebbe, tra l’altro, di attuare politiche economiche e finanziarie espansive (aumento degli investimenti pubblici, rilancio dello Stato sociale – non parassitario – nonché riduzioni fiscali su famiglie meno abbienti e piccole imprese!
Buona fortuna e cordialità.
Raffaele Vairo
Da Voi giovani, che volete entrare nella giungla politica, considerato che siete possessori di titoli di laurea in economia aziendale, sarebbe giusto presentare programmi ben diversi da quelli gia’ presentati da 40 anni dai nostri vecchi politicanti.
Sarebbe giusto sentire nuove idee, non basate sempre sulle stesse uniche categorie di lavoratori appartenenti ad un cerchio chiuso.
Concordo con il prof.vairo. aggiungerei solamente che una cosa è amministrare un ente locale, un’altra leggere i libri di economia e proporre soluzioni così numericamente azzardate.
Tu sei l amica di flavia?stesso partito?va va un altra ..che vuol far politica
Egr. Dott. Vairo, scomodare la politica dell’Unione europea per il bilancio comunale di manfredonia .
Se il bilancio dell’Ase prevede una spesa (spropositata direi), a che pro una tari nettamente maggiore?
Purtroppo in questa città si può dire e fare tutto (o quasi) in mancanza di ununa seria opposizione politica e di una troppo spesso silente magistratura
@ Raffaele Vairo. E @ENRY Purtroppo non concordo con la tua opinione.
In Italia come a Manfredonia, Bari ecc ecc, i soldi si buttano nel cesso. Ovvio che nel momento in cui non vi e’ una gestione oculata e scientifica della spesa, tutto poi non tiene tanto meno che termini come revisione di spesa o fiscal compat o patto di stabilità. Indebitarsi Raffaele non e’ un male quando i debiti contratti servono a riavviare, stabilizzare, o per nuove iniziative produttive. Diventa un male quando il patrimonio si sciupa con opere inutili, pessimi stili di vita da parte dei politici (vedi scandalo pluriregionale dei rimborsi), quando non si ha il coraggio di fare riforme serie sulla corruzione.
Ti faccio un esempio. Quanti soldi avrebbe potuto incamerare il mercato ittico di manfredonia gestendolo con coraggio e con serieta’. Oggi invece il comune si trova non solo un mancato entroito ma ha anche perso capitali. Secondo te Raffaele, chi sara’ chiamato a ripianare le perdite? Ovvio i cittadini.
Altro esempio. Raccolta differenziata. Quanto avremmo potuto risparmiare con una gestione piu’ moderna della gestione dei rifiuti ispirandosi alla differenziata?
Potremmo continuare all’ infinito.
Ad ENRY. Non dire castronerie. Chi studia realmente sui libri di scuola sa come fa funzionare un sistema, che sia economico o legale, sociale e medico non cambia nulla.
Il problema diventa quando chi studia studia a memoria senza capire una mazzarella e senza che la sua mente sia capace di fare analisi su un problema.
Tu esordisci con la parola “leggere”. Effettivamente chi legge e non studia e magari per superare esami si fa raccomandare (nessuna allusione con fatti che riguardano casi particolari con qualche nostro cittadino), e’ destinato non solo ad essere una capra ma ha formare capre.
Li riconosci subito le capre laureate. Sono quelle che per lavorare si fanno raccomandare, sono quelli che si sottomettono al potere, i leccaculo. Perche’ quelli che hanno studiato e non solo letto, hanno come primo valore la liberta’ oltre che alla voglia di affermarsi senza essere aiutati da nessuno e valutati secondo il loro valore professionale e non secondo le conoscenze o eventuali sponsorizzazioni.
Concordo comunque con cio’ che ha scritto questa ragazza. Brava.
Antonello Scarlatella
Caro Antonello,
forse mi sono spiegato male. Io non ho mai giustificato gli sprechi (ciò è documentato dai miei interventi su questa e altre testate), anzi gli ho sempre stigmatizzati, e i tuoi esempi di denaro pubblico buttato li condivido pienamente. Permettimi di dirti che ho un po’ sorriso quando mi dici: “Indebitarsi Raffaele non è un male quando i debiti contratti servono a riavviare, stabilizzare, o per nuove iniziative produttive (sic!)”. E’, ne più ne meno, ciò che ho sempre “predicato” da anni; ti dirò che in più di un’occasione, affrontando questo argomento, mi sono sentito (indegnamente) come Giovanni il Battista: “la voce di uno che grida nel deserto….”. In economia, questa politica economica (Keynesiana) viene definita di “deficit spending”. La spesa pubblica è una componente fondamentale (insieme ai consumi e agli investimenti ) della domanda aggregata e, quindi, del PIL. Questo significa che i risparmi, derivanti dalla lotta (feroce e senza quartiere) agli sprechi nella P.A., devono essere reinvestiti nel miglioramento qualitativo dei servizi pubblici essenziali e strategici (sanità, scuola, ricerca e sviluppo, trasporti e telecomunicazioni, infrastrutture economiche e sociali, ecc.) e nella riduzione delle imposte locali ed erariali a favore delle famiglie, meno abbienti, e delle piccole e medie imprese al fine di rilanciare consumi, investimenti e occupazione. Ciò premesso, ribadisco che questo indirizzo di politica economica (da me molto auspicato) è estremamente difficile da attuare a causa dei “vincoli finanziari e di bilancio” previsti dai Trattati dell’UEM (Fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione, Patto di stabilità interno, taglio continuo dei trasferimenti agli enti locali e che si rivalgono sui contribuenti, ecc.), vincoli che si traducono ormai, da diversi anni, in politiche scellerate ed “economicamente criminali” di austerità, e che si traducono in provvedimenti fiscali e di bilancio esattamente opposti a quelli che sarebbero necessari. Come ho già avuto modo di scrivere, non ci sarà nessuna vera ripresa dell’economia se non abbonderemo le politica di austerità economica a livello nazionale e d europeo!
Mi auguro di aver chiarito l’equivoco.
Con sincera stima,
Raffaele Vairo
P.S. per il Gentile “ze Peppe barese”,
premesso che sono d’accordo sulla mancanza nella nostra città di una seria (e vera) opposizione politica, sappia che le politiche fiscali e di bilancio nazionali, regionali e locali sono strettamente collegate tra di loro, e i “margini di manovra” (con l’euro) sono molto stretti a causa, come ho già detto, delle regole dell’UEM. Chi sostiene il contrario o mente (sapendo di mentire) o ignora (gravemente) di che cosa sta parlando!
Cordialità.
Scarlatella, castronerie saranno le sue. Inizi a rispettare il pensiero dell’altro che oltretutto non conosce. Forse così avremo una società migliore.
“aggiungerei solamente che una cosa è amministrare un ente locale, un’altra leggere i libri di economia e proporre soluzioni così numericamente azzardate.”
Ha ragione Lei. Perchè iscriversi all’università per capire come portare avanti un bilancio aziendale, quando con le addizioni di prima elementare si è in grado di far tutto?
Perchè mandate i vostri figli all’università se siete i primi a non credere nell’utilità dei concetti che lì ci vengono insegnati?
@ Enry
Mi scuso se ho usato un termine forse un po’ forte.
Resta il fatto Enry, che esordire ad una giovane ragazza che ha studiato economia o altre discipline “amministrare la pubblica amministrazione leggere i libri di economia e’ altra cosa” non e’ un pensiero ma una velata offesa ad una giovane. Come se gli avessi dato della incompetente.
Vorrei pero’ un tuo parere e quale chiave di lettura hai usato al fine di sostenere che questa citta’ e’ stata amministrata.
Girati intorno, guarda gli scempi e poi dimmi.
Ti prego pero’ non ti rifugiare anche tu nella giustificazione della crisi internazionale.
Ancora mille scuse per il termine offensivo,
Antonello Scarlatella
X scarlatella. Anche se non sono uno strenuo difensore dell’attuale giunta riconosco che ci sono delle differenze tra i proclami e programmi elettorali e la loro realizzazione. Ecco perché invocavo, nel mio precedente intervento, prudenza nel prescrivere ricette economiche come se il comune fosse un caso scolastico e ancor più la previsione di cifre e percentuali che come ben sappiamo devono essere incastonate in un bilancio con tutto quel che comporta la sua formazione. Accetto le scuse.
Penso che invece di dire cavolate bisognerebbe apprezzare ragazzi che cercano di mettere in pratica le proprie lauree dandosi da farò x il proprio paese invece di passare il tempo tra un caffè e l altro e anche se commettono degli errori bisognerebbe incoraggiare e poi sicuramente sono migliori e più genuini degli attuali avvoltoi del potere quindi largo ai giovani e complimenti