Manfredonia – “TI racconto la mia esperienza” era il titolo dato al tema del seminario conclusivo del progetto “Incontriamoci” (P.O.R Puglia FSE 2007/2013 – Asse VII – Capacità Istituzionale Sperimentazione Modello Locale di Centro Occupabilità Femminile e per Soggetti Svantaggiati), tenutosi martedì 21 u.s. presso il centro per l’Impiego di Manfredonia.
Dopo il breve saluto introduttivo di ringraziamento alle quasi 50 partecipanti e alle relatrici, pronunciato da Matteo Capriati, responsabile del CPI, è toccato a Salvatore Castrignano, dell’Ufficio di Staff del Settore Politiche del Lavoro della Provincia, introdurre i lavori seminariali e coordinare i successivi interventi programmati in scaletta.
Prendendo la parola, Antonella Battista, giovane e determinata agente di commercio di Lucera operante particolarmente nel settore delle costruzioni, ha raccontato che sin da ragazzina nel 1996 seguiva il padre, geometra, sui cantieri edili della propria impresa. “La frequentazione di un mondo affatto
Valentina Scala, foggiana, responsabile dei servizi formativi di Enaip Impresa Sociale, tiene particolarmente a sottolineare che fino a pochi anni fa era stata impegnata in rapporti di lavoro dipendente in settori diversi. Dopodiché, licenziata a 37 anni, “ho dovuto reinventarmi la vita, decidendo di accettare di collaborare con rapporto di franchising presso l’attuale azienda, dove finalmente ho potuto esprimere le mie competenze nel settore della formazione professionale. Ora aiuto ragazzi e ragazze ad inserirsi nel mondo del lavoro. Non ci sono obiettivi e aspirazioni lavorative impossibili per le donne, le difficoltà si affrontano credendo fermamente in un progetto idoneo al proprio modo di essere. Non occorrono titoli di studio particolari per dare vita ad un percorso lavorativo in cui si crede. La formazione può sicuramente dare basi più solide ed è quello che ogni donna che non possegga specifiche competenze deve cercare di fare per passare dall’idea alla sua concreta attivazione”.
Per Teresa Musacchio, sposata con 4 figli, imprenditrice del settore della comunicazione e del marketing, “nessun fattore e adempimento familiare ha potuto annullare o ridimensionare la mia volontà ad avviare e continuare a perseguire l’idea che ritenevo originale e che ho realizzato con la convinzione di aprire una esperienza innovativa. Difatti nella mia città, a Manfredonia, sono stata la prima a realizzare una promozione pubblicitaria sulle attuali massime dimensioni, cosiddette 6 x 3. Alle donne presenti mi permetto di indicare la strada più impegnativa, di non restare mai in attesa di soluzioni altrui, né di estraniarsi dal contesto sociale in cui si vive. Essere dinamiche e attive e farsi ascoltare nella società che ci circonda è il primo ed indispensabile requisito per poter dar seguito a qualsiasi proposta di inserimento nel mondo del lavoro. È stato sempre così che io ho agito, con determinazione”.
Infine a raccontarsi alle donne presenti in sala è stata Daniela Eronia, poliedrica e vulcanica attrice dello sviluppo territoriale, da Agenda 21 ai sistemi infrastrutturali, attraverso esperienze di associazioni ed infine di impresa. Oggi Daniela riveste anche la responsabilità di presiedere il Comitato per l’Imprenditorialità femminile in seno alla Camera di Commercio di Foggia. “Da ragazzina volevo fare la giornalista, attività che ho svolto per tanti anni, in collaborazione di più soggetti privati e pubblici. Ma poi mi sono accorta che i miei interessi più autentici richiedevano che mi esponessi maggiormente sulle questioni che coinvolgessero e migliorassero il futuro delle persone e del mio territorio. Perciò ho voluto seguire i temi dello sviluppo e delle imprese in prima persona prima come professionista poi come imprenditrice. Oggi sono felice di essere per tante donne un punto di riferimento nei loro progetti di vita e di auto alla nascita ed al rafforzamento sul mercato delle imprese femminili, ma non solo”.
È seguito un dibattito vivace ed interessante che, con le voci di Nunzia, Lucia, Angela ed altre, ha toccato, con domande, rilievi e proposte, aspetti decisivi delle attività formative utili, dei percorsi di microcredito possibili, delle proposte progettuali di inserimento nel mondo del lavoro realmente richieste dal mercato e dal territorio, testimoniando come una platea di soggetti definiti “fragili” difatti possiede enormi potenzialità umane e professionali.
“È stata una significativa ed utile esperienza che ha consentito di trasferire ad un centinaio di donne in particolari condizioni di disagio, motivazioni e conoscenze indispensabili alla loro integrazione socio-lavorativa. In alcuni casi, a richiesta delle interessate, è stato anche attivato un percorso di relazione con i rappresentanti delle strutture deputate a sostenere iniziative professionali, lavorative ed imprenditoriali”, rilevano in conclusione Salvatore Castrignano, Matteo Capriati, Giuseppina Ciuffreda e Lina De Palma, che hanno curato il progetto “Incontriamoci” organizzato presso il Centro per l’Impiego di Manfredonia.
Redazione Stato
La donna ha almeno un paio di marce in piu’ dell’ uomo.
Dal mio punto di vista la donna è l’uomo nascono con lo stesso quoziente di intelligenza.
La donna pero’ a seguito di una serie di eventi storici tesi a ritagliargli nella societa’ un ruolo marginale che ringraziando il Signore oggi non esistono piu’, almeno nei paesi occidentali, genera nella donna una volonta’ impegno che a volte genera anche un quoziente mentale, di gran lunga superiore a quello dell’ uomo.
La Donna e’ poi generatrice di vita, possiede nel suo DNA una umanita’, un cuore, diverso dall’uomo.
Certo c’è l’eccezione che conferma la regola.
Comunque, quando vorrei un’Italia con un Presidente della Repubblica Donna, o in un futuro un Sindaco della Citta’ Donna.
Lodi alla Signora Imprenditrice che consiglia di seguire la strada piu’ impegnativa e non aspettarsi soluzioni altrui. Mi permetto di aggiungere, che quando ci si aspetta soluzioni altrui, favori, si diventa asserviti e servi perdendo uno dei valori piu’ importanti, per l’ essere umano, la liberta’ ed a volte la dignita’ Questo concetto espresso dalla imprenditrice deve essere standardizzato sia all’ uomo che alla donna.