IL periodo estivo è solitamente motivo di proposizione nelle sale di prodotti, usualmente di genere, trascurati dalla distribuzione nel resto dell’anno cinematografico, di previsto scarso appeal e qualità. Sono entusiasta nell’affermare che The Box sfugge a questo nesso, almeno nei fatti se non nelle intenzioni di chi l’ha portato nei cinema solo adesso.
Tratto da un racconto del saccheggiato maestro Richard Matheson (Button, Button), già alla base del ventesimo episodio della prima stagione di Twilight Zone (nuova serie), il film di Kelly rasenta l’impeccabile, forte di una storia già sufficiente a tener desta l’attenzione ma anche ricco di abilità registiche sin dalle prime sequenze.
L’incipit è noto dal trailer: un uomo misterioso si presenta al domicilio di una coppia con figlio proponendo uno scambio per mezzo di un’insolita scatola di legno munita di un pulsante. Si tratterà di scegliere della morte di uno sconosciuto in nome di una valigia di soldi.
Sorretta da un’idea intrigante, è sovente osservare con dolore cinefilo una pellicola naufragare su scelte inopportune, quasi presuntuosa che un soggetto, magari di autore famoso, possa reggere le sorti del film. Tale tendenza non è, naturalmente, solo frutto di diffusa incompetenza registica, ma soprattutto risultato del riscontro positivo di un pubblico mediocre, che è solito non avvertire differenza tra fiction televisiva e cinema, davvero accontentabile con un tema più che con un prodotto artistico. Ci si trova nei medesimi presupposti con The Box, addirittura agevolato all’errore da una precedente riduzione per la tv e dalla natura del racconto. Incredibilmente ci si ricrede quando, dopo una partenza perfetta continua a mantenere quota e attenzione lasciando incollati gli spettatori alle poltrone con gli eventi da un lato e gli indizi dall’altro, disseminati ovunque in nome di una trama da scoprire poco per volta.
Tutti i momenti sono curati, anche i più riflessivi, attraverso dialoghi asciutti, essenziali e accompagnamenti sonori formidabili. Gli attori sono credibili, anche un Frank Langella che usa intenzionalmente piattezza espressiva per coniare un personaggio sinistro e raccapricciante.
A contornare la storia sono dettagli, scene e inquietudini collaterali molto funzionali, una su tutte […]1.
La rivelazione del “gioco” sposta il film su un genere specifico, maggiormente imparentato con alcuni episodi di X-Files piuttosto che di Twilight Zone, ma The Box resta, per stile e intenti, una pellicola essenzialmente fantastica, fondata sull’assurdo e l’improbabile. La virata verso quel filone è di discutibile efficacia, ma resta un gusto personale; tuttavia non la eleva a opera di estrema originalità narrativa ma solo di categoria.
Sbaglierebbe chi ritenesse punto debole del film un mancato approfondimento del problema morale, rivelando al contempo il limite di chi non riesce a distinguere un delizioso giocattolo da un rompicapo filosofico. The Box è giostra cinematografica allo stato puro e senza cedimenti commerciali (nell’accezione negativa), vuole intrattenere e lo sa fare benissimo, privo di sottotesti e suggerimenti etici per il pubblico, un po’ come accade ad altre rare opere oneste come Drag Me To Hell. Ciò che non rende l’ultima fatica di Kelly un lavoro di alto rango è, in realtà, solo in una mancata ambizione, in uno stile non troppo lontano da un ottimo artigianato (quasi) “usa e getta”.
Chi ha difficoltà nel godere di questi spettacoli è anche chi non sa fare a meno di prendere sul serio ogni realtà che gli si pari davanti, lo stesso che non è più capace di giocare, divertirsi e stupirsi nei modi semplici e puri di un bambino.
A costui se ne sconsiglia la visione, ma per tutti gli altri è obbligatoria.
Voto: 8/10
Livello spoiler: 10/10
[…]1 la provocazione in aula di Norma (ottima Cameron Diaz, equilibrata e professionale) da parte di un aggressivo studente e la rivelazione della sua malformazione al piede, di agghiacciante e inaspettata potenza