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A CURA DI FRANCO RINALDI La venerazione alla sacra statua lignea detta “La Sipontina” e alla Sacra Icona della Madonna di Siponto

Il culto alla Vergine di Siponto detta “La Sipontina” fa risalire la sua origine al V Sec. al tempo del Santo Vescovo Felice I

AUTORE:
Franco Rinaldi
PUBBLICATO IL:
25 Agosto 2024
Bari // Cultura //

Il culto alla Vergine di Siponto detta “La Sipontina” fa risalire la sua origine al V Sec. al tempo del Santo Vescovo Felice I, che vi eresse un oratorio. Ma il vero diffusore della venerazione alla Madonna di Siponto, fu il santo vescovo Lorenzo Maiorano, che leggenda vuole portò da Costantinopoli, la sacra statua lignea detta “La Sipontina”, conservata e venerata per secoli nella Cripta dell’antico tempio dedicato alla Vergine di Siponto. Molte sono le credenze popolari legate al culto della “Sipontina”. Si tramanda che la Madonna rimase con gli occhi sbarrati, per uno scempio consumato al suo cospetto.

A tal riguardo, lo storico Pompeo Sarnelli, nella sua “Cronologia de’ Vescovi et Arcivescovi Sipontini”, fa riferimento a una un’epistola dell’anno 593, indirizzata da Papa Gregorio Primo al notaio Pantaleo, che lo incaricava di recarsi a Siponto ed occuparsi del grave scandalo colà suscitato dal fatto che il nipote del Vescovo sipontino, Felice II, aveva stuprato Catella figlia di Evangelo (Diacono del Duomo), e di avvalersi del Consiglio di uomini sapienti per indurre il peccatore a sposare la fanciulla o rinchiuderlo per punizione in un monastero. La ragazza violentata, per la vergogna, tentò di togliersi la vita, gettandosi in mare, ma le onde la respinsero. E allora, come vuole la leggenda, cominciò a sciogliersi in lacrime. Catella visse a lungo, e secondo l’antica fantasiosa narrazione, Il suo pianto, per volere divino, diede origine al lago Salso, intorno a cui sorsero le paludi che in seguito portarono alla rovina della Città di Siponto. Altre narrazioni popolari, che riguardano “La Sipontina” sono legate alla macchia di vomito presente sotto la bocca della Madonna e al dito mignolo mancante alla mano destra della Madonna.

Si racconta che in una delle tante incursioni slave a Siponto, la Sacra Statua della Madonna fu rapita dai turchi, e fu fatta oggetto di culto in Turchia, da parte di quelle popolazioni. Ma misteriosamente, dopo il rapimento, la Sacra Statua, per ben tre volte fu ritrovata nelle paludi sipontine. I turchi dopo aver verificato, quanto inspiegabilmente accaduto, la lasciarono.

In cambio, però, vollero qualcosa in suo ricordo, e le tagliarono il dito mignolo della mano destra, al quale, si tramanda, che dedicarono una Moschea. La Vergine, durante una delle sue traversate per mare, come una comune mortale, soffrì il mal di mare e vomitò. Incredibilmente, però, dopo ogni restauro, la macchia di vomito bianco sotto il labbro, ricompariva dopo breve tempo. I Sipontini, oltre alla venerata Statua “La Sipontina”, da secoli hanno anche grande devozione per la Sacra Icona Bizantina, che fa risalire la sua origine al XIII secolo. Alcuni storici, erroneamente ritennero, che il dipinto della Sacra Icona, fu portato dall’Oriente.

Per altri, fu opera di San Luca. Nel secolo scorso, l’insigne studioso Raffaello Di Sabato, dopo approfondito studio della Sacra Icona della “Madonna di Siponto” sostenne che molto probabilmente, il Sacro Tavolo della Vergine, fu dipinto da un artista locale, vuoi anche per i continui contatti che sipontini avevano con l’Arte Bizantina. Purtroppo, le distruzioni subite nel tempo e i tentativi di restauro non appropriati, hanno compromesso definitivamente una lettura del dipinto originale. Nei periodi di calamità, epidemie ed altre afflizioni, il clero e gran parte del popolo di Manfredonia, con ceri in mano e a piedi nudi, si recavano a Siponto, a prendere e portare a spalla, la Sacra Icona in solenne processione tra lodi e canti, nel Duomo di Manfredonia, dedicato a San Lorenzo Maiorano, per il rito del “Novenario”.

I fedeli, in Cattedrale, prostrati in ginocchio, nel corso delle suppliche, si rivolgevano con fede alla Vergine di Siponto, imploranti grazie.

Altra antica devozione, sono “i Sabbete alla Madonne” (i Sabati alla Madonna). Celebrati per secoli, lo storico Matteo Spinelli, nelle sue memorie storiche, ci tramanda che nel 1783, era ancora vivo in quel tempo il rito de “I Sabato alla Madonna”, dove i manfredoniani si recavano a Siponto per invocare grazie o ringraziare la Madonna per le grazie ricevute. Tuttora questo antico rito, si tiene in forma minore, con un gruppo di pie donne, che dal mese di ottobre fino al mese di maggio, ogni sabato si recano a piedi all’antica basilica di Siponto, pregando, recitando e cantando, strada facendo, antiche nenie e litanie, tramandate oralmente fino ai nostri giorni.

La devozione della nostra comunità, alla Sacra Statua Lignea detta “La Sipontina” o “Madonna dagli occhi sbarrati” e alla sacra icona della Madonna di Siponto, è stata testimoniata fino agli anni ’60, anche attraverso gli ex voto, esposti “abbasce a Sepundine”, nella Cripta di Santa Maria Maggiore di Siponto. Tavolette votive, con dipinte scene dei miracoli ottenuti, oggetti vari d’oro, fotografie autografate, attrezzature ortopediche, stampelle, abiti da sposa e di prima comunione, cuori d’argento ed altri oggetti, sono la testimonianza delle grazie ricevute dalla Madonna di Siponto. Va ricordato, che le tavolette votive dedite alla Madonna di Siponto, anche se alcune sono in precario stato di conservazione, coprono un periodo di circa di 250 anni, e sono conservate presso la Curia Arcivescovile di Manfredonia. Va evidenziato, altresì, che altre testimonianze di fede, di ex voto, per grazie ricevute per intercessione della Madonna di Siponto, affiancate a quelle di San Matteo, di San Michele Arcangelo e della Madonna dell’incoronata, tuttora, sono conservate ed esposte presso il Convento di San Matteo sul Gargano, nel museo devozionale di San Michele Arcangelo a Monte S.Angelo e nel museo ex voto del Santuario della Madonna dell’Incoronata.
ALCUNI ANTICHI CANTI, PREGHIERE E NENIE IN VERNACOLO, DEDICATI ALLA MADONNA DI SIPONTO, TRAMANDATI ORAMENTE NEI SECOLI.
Canto: “Na rose stove au monne e fu Marije / e la chiù bella cose ca Duje ho crjiete/Ma l’Angele Gabriole dau cile calè/ N’anza sta rose c’ingiunecchiete/….”
Implorazione in vernacolo alla Madonna di Siponto: “Respigghiete Madonne de Seponde e nji ndurmenne/ ca vote tre novele de venì/june d’acqua june de vinde e june de de sorte maletimbe/ purtele nda queda valle scura/ addì ca ‘nge stè nesciuna anema creature e nesciuna anema bbattezzete/ , lundene ammizza mere.
Preghiera: “MarIja Marije/ tu se li uei mije/ e se vuje e se puje Marije aiuteme tò/Oh bbella mjia Marije o core de Gesò/ te done u core mije/ can u llu vogghje cchiò. Canto: Marije de lu Buon Gesò vedrò/ vedrò Marije de fronde alla salute/ je te salute e te cerche la grazzje/La ggrazzje ca te cerche sia cungesse /e je te cande a prime Ave Marije.

Una nota di folclore era quella di redarguire una bambino o una persona adulta, per una bravata e dire: “I mene a Sepònde!”.

Bibliografia per le notizie storiche relative al presente articolo.
**Luca, Vito, Pompeo Sarnelli: Nacque a Polignano a Mare nel 1646-Morì a Bisceglie nel 1724. Fu poligrafo e letterato di livello, tra il ‘600 e il ‘700. Fu segretario del Cardinale Orsini (futuro Papa Benedetto XIII), quando il prelato Orsini era arcivescovo di Manfredonia. Nel 1692, fu nominato vescovo di Bisceglie, per i suoi meriti letterari e filosofici. Autore di numerose opere, tra le quali voglio ricordare: “Cronologia-DE’ VESCOVI ET ARCIVESCOVI SIPONTINI, che dedicò all’arcivescovo di Manfredonia, Fr. Vincenzo Maria Orsini. In quest’opera, a pag. 76, ci tramanda l’episodio, dello stupro subito da Catella figlia di Evangelo, diacono della chiesa sipontina, da parte del nipote del vescovo di Siponto Felice II.
**Alfredo Petrucci, artista, storico e poeta nacque a Sannicadro Garganico nel 1888-Morì a Roma nel 1969. Lo studioso, nel 1927, quando per la prima volta vide la Sacra Statua della “Sipontina” in uno stato di abbandono e impolverata, ebbe a collegare lo sguardo della Madre Celeste, ad una leggenda a lui narrata tempo prima, da un vecchio popolano. Tant’è, che Petrucci, nella sua fantasia le diede il nome di “Madonna dagli occhi sbarrati”. Sempre, in relazione al misfatto, accaduto a Catella, Petrucci, sostenne che la sventura della città di Siponto cominciò dal giorno del sacrilegio.
**Raffaello Di Sabato, nacque a Manfredonia nel 1903 – mori prematuramente, a Manfredonia nel 1944. Valente critico, storico iconografo e filologo. Nel 1935, venne nominato Regio Ispettore ai Monumenti e agli Scavi di Siponto, Oggetti D’arte ed altri incarichi e nomine di prestigio. Numerose furono le sue opere, date alle stampe. A lui si devono, importanti studi, dedicati alla Madonna di Siponto. A tal proposito, con riferimenti alla “Sipontina”, sempre lo studioso Di Sabato, nel suo saggio “La Madonna di Siponto”, bacchetta gli storici Petrucci e Antonucci, ma in particolare il Petrucci, riguardanti alcune notizie storiche sulla “Sipontina”. Con riferimento al Petrucci, l’iconografico Di Sabato, scrive nel suo saggio: “di aver avuto interpretazioni leggere riguardante un comune fatto di cronaca, intorno al quale la fervida fantasia d’un montanaro, ha fatto sì, che tutta quella robaccia che il Petrucci ha propalato senza ragione”:

**La Sacra Statua denominata “La Sipontina, è una scultura lignea di carrubo, databile V/VI sec.

**Il Sacro Quadro invece, della “Madonna di Siponto” dipinta su tavola di cedro, fa risalire la sua origine al XIII Sec.

fotogallery Franco Rinaldi

Cartoline d'epoca-Chiesa di Siponto con immagine della Sacra Icona della Madonna di Siponto- Coll. Matteo Pacilli
Cartoline d’epoca-Chiesa di Siponto con immagine della Sacra Icona della Madonna di Siponto- Coll. Matteo Pacilli
Ex Voto Cripta della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Siponto
Ex Voto Cripta della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Siponto
Ex Voto nella Cripta dell'antica Chiesa della Madonna di Siponto
Ex Voto nella Cripta dell’antica Chiesa della Madonna di Siponto
LA SACRA ICONA DELLA MADONNA DI SIPONTO dopo il resturo del 1927
LA SACRA ICONA DELLA MADONNA DI SIPONTO dopo il resturo del 1927
Cripta Chiesa di Siponto con la Sacra Statua della Sipontina e gli ex voto
Cripta Chiesa di Siponto con la Sacra Statua della Sipontina e gli ex voto
SIPONTO
COPERTINA
COPERTINA
Cripta chiesa di Siponto-La Sacra Statua detta -La Sipontina-Foto Valente-
Cripta chiesa di Siponto-La Sacra Statua detta -La Sipontina-Foto Valente-

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