Roma. Giuseppe, Nadia, Antonella, Paolo, Giovanni, e ancora tanti altri i nomi di chi è stato strappato alla vita dal mostro che oggi finalmente ha lasciato questa terra.
In questi giorni i media avrebbero dovuto ricordare i nomi e i volti delle vittime della crudele malvagità di un feroce assassino come Messina Denaro. Un uomo senza anima che ha tolto la vita a troppi innocenti, l’artefice di dolori atroci collettivi e privati.
Nel 1999 subì la prima condanna all’ergastolo in contumacia per l’omicidio di Giuseppe Montalto, agente di Polizia penitenziaria, che fu ammazzato in auto, davanti casa dei suoceri, al suo fianco la moglie Liliana Riccobene, 26 anni, che in braccio teneva la figlia Federica, appena 10 mesi, ed era incinta della seconda, Ilenia.
Secondo le indagini fu lui a ordinare di sequestrare e sciogliere nell’acido anche Giuseppe Di Matteo, il bambino di dodici anni ucciso a seguito del pentimento del padre.
Fu lui a far parte del commando che uccise Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo che sembrava volersi ribellare all’autorità di Riina, e della compagna del mafioso, Antonella Bonomo, incinta di tre mesi.
Fu lui il mandante della strage di via dei Georgofili a Firenze, dove morì con la sua sorellina neonata e tutta la famiglia Nadia Nencioni, la bambina di nove anni che pochi giorni prima della morte aveva scritto la poesia Tramonto, che ha dato il nome all’operazione di cattura del boss.
Fu lui dietro le stragi di Capaci e di via D’Amelio dove morirono Falcone, Borsellino e gli uomini e le donne che erano con loro: Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, e poi Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina. Stragi che hanno segnato la vita del nostro Paese e quella di tante famiglie che hanno perso gli affetti più cari.
Il mio appello da cittadina attiva italiana e foggiana è quello di smettere di continuare a trattare “i cattivi” come dei divi da prima pagina. Bisogna finalmente andare oltre il ciò che tira di più le vendite e farsi guidare dall’etica che vuole una narrazione che dia forza alle vittime.
Diamo forza e sostegno anche a chi è sopravvissuto e diventa testimone della lotta coraggiosa alle mafie. I nostri giovani devono capire che sono loro gli eroi da imitare e da loro che devono essere affascinati. Solo così potremo superare i falsi miti creati da i “Gomorra” di turno.
Troppo comodo l’oblio… e la trattativa tra stato e mafia quelli anni… almeno dicono così in tv… o sono leggende metro politane?
Eternamente inferno
@Il vescovo conte:
Diccill’: questo ha fatto i suoi porci comodi per 30 anni, finendo la sua esistenza tra le calde braccia dello Stato-mafia che lo ha protetto fino all’ultimo, esattamente come Provenzano, Riina e altri prima di lui, e mo’ dovremmo condannarlo all’oblio?
Ù cazz’ ca v’ frec’, soprattutto perché Giletti, che ha fatto schifo al cazzo per anni a livello di carriera, per poi bruciarsela con l’unica cosa buona che ha combinato finora, ovvero la famosa puntata di novembre 2022, ha tirato fuori, tramite Baiardo, le trattative in corso tra governo e Denaro già 2 mesi prima dell’arresto-farsa.
Dunque è giusto che non bisogna assolutamente incensare i criminali tramite i prodotti dei mass media, ma, come detto anche dal grande Nino Di Matteo, che ha dedicato la sua vita alle indagini sulle trattative, bisogna anche fare luce e avast’
Chissà quanti complici ha avuto.. forse a migliaia.. quanta brava gente…
Ma ancora si parla di questa persona he tra l’altro non si è pentito di tutto quello che ha fatto?
Non voglio nemmeno pensare la fine che farà al cospetto di Dio…
Peccato che è morto e non si è potuto pentire e parlare dei suoi complici e merde dei colletti bianchi amici suoi (soprattutto politici ) ..ma tanto un posto all’inferno è riservato soprattutto anche a loro che li vedi tutte le domenica in prima fila in chiesa e che vogliono apparire insieme alle mogli dei santi .., e le mogli complice e malefiche come loro !!!tanto Gesù esiste !!!
Mattei, Pasolini, Pecorelli, Aldo Moro, Generale Della Chiesa, Falcone e Borsellino elimati da chi? Chi furono i veri mandanti?
@Lettore:
Aggiungici pure Rino Gaetano (L’avvocato Bruno Mautone docet)