Sembra che sul territorio del golfo incomba una sorta di “maleficio” che facilmente fa dimenticare il passato, anche quello caratterizzato da scempi e danni perpetrati da sconsiderate scelte tutte a discapito della salute e dell’ambiente.
La cosa più raccapricciante è che siano dimenticati i ‘‘corsi’’ appena pregressi. E, questo, succede soprattutto a coloro i quali non hanno subito le conseguenze di scelte dagli effetti nocivi e devastanti, ma ne hanno ricevuto, invece, vantaggi economici. Ci riferiamo al Comune di Monte Sant’Angelo e all’attuale Sindaco che, per la sua giovane età forse ha Potuto conoscere solo dai giornali, dai documenti o per sentito dire le gravi conseguenze subite dal nostro territorio, dal mare e dai cittadini di Manfredonia.
Le nostre città si aspettano scelte più rispettose, più consone alla sensibilità e alla vocazione del territorio; si aspettano di essere trattate non più come terra di conquista, dove tutto si può, ma come parte attiva tramite una viva partecipazione a quanto succede presso i confini comunali (contrada La Pace).
La convivenza presuppone trasparenza per avere rapporti di buon vicinato ed evitare guerre tra poveri. A nostro parere, l’amministrazione Comunale di Monte Sant’Angelo avrebbe dovuto coinvolgere e rendere partecipi i cittadini di Manfredonia sin da quando (3 marzo 2018) si è dichiarata disponibile alla realizzazione di ‘‘un impianto per la produzione di materia prima seconda (MPS) derivante dal recupero e/o riciclaggio della plastica dal
ciclo della differenziata, svolta dai comuni, e quindi dai cittadini”.
Questo perché i due comuni sono un unico territorio e volenti o nolenti le scelte che si effettueranno per uno di essi coinvolgeranno anche l’altro. Basta considerare che l’ex stabilimento Enichem, attuale zona industriale di Monte S. Angelo, si trova a poche centinaia di metri dal centro abitato di Manfredonia. Che cosa si vuol fare nell’area ex ENICHEM?
Il Sindaco D’Arienzo, nei suoi ultimi interventi, piuttosto accalorati, ha parlato di un progetto di recupero della sola plastica, mentre apprendiamo che la cessione di alcune aree da parte di Eni Rewind è finalizzata ‘‘alla realizzazione di tre impianti destinati al trattamento e al recupero di vetro, plastica, carta e cartone provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti’’.
Quanto detto è stato prospettato dall’amministratore delegato di Eni Rewind in un incontro con la Regione Puglia il 18 luglio 2019. “In particolare, durante la sessione è stata illustrata la nuova tecnologia proprietaria Waste to Fuel che rappresenta una valida soluzione, sostenibile e circolare, per lo smaltimento dei rifiuti organici urbani, contribuendo a
risolvere una problematica di grande interesse sociale. L’amministratore delegato di Eni Rewind ha altresì illustrato un’ipotesi progettuale di riqualificazione produttiva per le aree bonificate a Manfredonia che contempla un impianto Waste to Fuel, un impianto di trattamento anaerobico per biometano (per i fanghi provenienti dagli impianti biologici urbani e per l’acqua risultante dal processo produttivo dell’impianto Waste to Fuel), una
piattaforma ambientale e un impianto fotovoltaico”.
Siamo punto e daccapo. La regia delle nostre sventure è sempre la stessa. Cioè dell’Eni! Chi inquina e causa danni riceve fondi pubblici. Per la bonifica del sito ex Enichem sono stati spesi, fino a poco tempo fa, ben 260 milioni di euro; si prevedono altri 15 mln per il completamento degli interventi di risanamento e 5 mln di euro all’anno per il trattamento acqua di falda (TAF). Riguardo al finanziamento richiesto ci chiediamo: possibile che un
impianto destinato al solo recupero della plastica richieda un costo che, a quanto si dice, ammonta a circa 24 milioni di euro? Ci pare veramente eccessivo per fare ‘‘il primo passo verso quella che gli esperti del settore chiamano economia circolare’’.
Forse tale somma servirà a realizzare impianti di ben più vasta stazza, che in seguito potranno accogliere rifiuti da un bacino molto ampio. Abbiamo il presentimento, e ci auguriamo che questo resti tale, che si voglia costruire impianti sopra alcune aree particolarmente problematiche per affossare definitivamente i vecchi problemi.
Cari amici di Monte S. Angelo, il bene comune presuppone una comunità e non un gruppo o una categoria o un paese, cerchiamo di vigilare insieme sulle scelte che determinano il nostro futuro per evitare gli errori del passato.
Manfredonia 25/02/2021 per il CAONS Ing. Matteo Starace
Sono molto d’accordo con I’Ing. Matteo Starace. Manfredonia e i suoi cittadini: “Si aspettano scelte più rispettose, più consone alla sensibilità e alla vocazione del territorio”.
Sembrerebbe che il Sindaco di Monte, D’Arienzo, abbia mentito o almeno abbia omesso di dire tutta la verità. Infatti, il progetto in argomento non riguarda solo il recupero della sola plastica ma, anche, maxi impianti per il trattamento di vetro, carta e cartone provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti.
Ma non è finita: l’A.D. dI Eni Rewind” ci dice che è previsto, sempre in quell’area, un’impianto di trattamento dei fanghi urbani, dell’acqua che risulterà dal processo di produzione del medesimo impianto Waste to Fuel, nonchè un impianto fotovoltaico e una piattaforma ambientale. Questi ultimi mi sembrano investimenti di facciata del Gruppo Eni per far accettare tutto il pacchetto…, distrarre la popolazione di Manfredonia e nascondere il vero progetto, ovvero l’impianto di trattamento “multiplo” dei rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate.
Si sono dimenticate, come dice giustamente l’Ing. Starace, le gravi “conseguenze subite dal nostro territorio, dal mare e dai cittadini di Manfredonia” per le scelte nefaste del passato.
Intollerabile, inaccettabile e insopportabile, ancora una volta, è l’atteggiamento del Comune di Monte che non ha “coinvolto e resi partecipi i cittadini di Manfreodnia” quando decise – nel marzo del 2018 – di essere disponibile alla realizzazione dell’impianto.
Certo possaimo dire che la storia si ripete, ma questa volta, caro Sindaco D’Arienzo, noi manfredoniani abbiamo imparato la lezione della storia sulla nostra pelle…
Lo tenga bene a mente!
Cordialità a Lei, Sig. Sindaco D’Arienzo.
È bello godere con l’altrui culo…
Purtroppo, le parole stanno a zero, il territorio è dei montanari e lo gestiscono come più gli fa comodo. Fino a quando i manfredoniani non si batteranno per la rettifica dei confini sono e saranno sempre parole senza alcun peso reale. La legge è dalla nostra parte ed allora le tantissime associazioni e comitati locali, supportate anche da partiti politici, perché non si rendono promotori di azioni affinché quel territorio, già di Manfredonia, ritorni a questo paese. Naturalmente a Monte Sant’Angelo restituiremo il bosco Cavolecchia.
Caro Starace, come insegna bene la mentalità schifosa italiota, ognuno pensa al suo orticello, dunque evoggh’j’ à parlé
Manfredonia (oltre alla città del Vaticano) , sfido chiunque a dimostrare il contrario è l’unica’città/cittadina/paese/paesotto in Italia e credo nel globo che ha un lato del confine del suo territorio ad una decina di metri dal proprio caseggiato con un altro territorio. Perché? Non è difficile arrivarci! I montanari notoriamente poi sono più cinici e furbi di noi balenchi e servili sipontini.
Abbiamo 3 onorevoli a Roma, a che cazxo aspettano a portare al parlamento con urgenza la modifica dei confini di Manfedonia? Ma che casso fate a Roma??
Una città di 60 mila abitanti sotto il giogo di un paesino di montagna con qualche migliaio di abitanti che conandavin casa nostra!
….e Bordo il nostro Napoleone pensa a Sanremo.
@Distruzione Manfredonia ultimo atto.:
E molti storici sipontini ancora si scervellano per capire quali siano le state le motivazioni dietro la cessione della frazione di Macchia a Monte Sant’Angelo, oltre un secolo fa.
Secondo alcuni, c’è stato un “baratto”, ovvero Manfredonia ha ceduto Macchia a Monte e in cambio Monte ha ceduto l’antica funicolare che serviva per trasportare la legna dalla montagna fin giù sulla costa, ma appunto non è un’ipotesi confermata al 100%.
Fatto sta che, sì, come al solito siamo ostaggio dei nostri vicini
I confini se non erro sono stati modificati negli anni 70 e tra poco ci faranno frazione di Monte!!
Quello che nessuno ha compreso è che Monte S.Angelo, per aver detto si agli impianti previsti, otterrà un sacco di benefici (leggi soldi) e un sacco di facilitazioni fiscali e industriali: appunto, bello fare la guerra col culo degli altri!!! Io, appunto per la mia età. ricordo tutto quello che ha ottenuto la città di Livorno, all’epoca con sindaco sinistro e governo di centrodestra, per aver accettato di ricondizionare il carico della Deep Sea Carrier, la tragica NAVE DEI VELENI, che, a Livorno, non ha causato nessun danno biologico!