Fu Plinio il Giovane, nelle Epistole (V,6,25), ad utilizzare il termine baptisterium per indicare la vasca del frigidarium. Etimologicamente il termine deriva da baptizein che significa immergersi, cioè sprofondare, seppellire. Entrare nella vasca battesimale significa scendere nel sepolcro, morire, purificarsi e resuscitare. Il rito svolgeva in senso simbolico la funzione di tomba vuota, in cui calarsi per morire e risorgere. San Paolo, nella sua lettera ai Romani (6,3-11), ci ricorda il legame esistente tra la morte di Cristo e il battesimo. Il sacramento fa partecipe il catecumeno del mistero di morte e resurrezione: ecco perché il rito del battesimo si svolgeva nel periodo pasquale.
La tipologia architettonica del baptisterium si rifaceva a quella del mausoleo romano, ovvero di una tomba, quasi sempre a pianta centrale. All’interno troviamo la vasca con l’acqua lustrale che generalmente era incassata nella pavimentazione. La liturgia sacramentale del battesimo era intrisa di simboli sia nella sfera iconica che architettonica. Le pratiche liturgiche del periodo paleocristiano avevano molti punti in comune con i culti misterici, pur se il Cristianesimo cercò di distinguersi da essi. La cerimonia battesimale era celebrata nella notte di Pasqua, la notte della resurrezione di Cristo. Cirillo di Gerusalemme ci fornisce importanti informazioni sullo svolgimento della funzione. A noi interessano in modo particolare le prime due fasi, poiché giustificano la presenza dell’abside rivolta ad occidente nella chiesa di Santa Maria di Siponto. La prima: all’ingresso del battistero veniva pronunciata la formula di rinuncia a Satana, con i neofiti che volgevano lo sguardo verso occidente, perché era identificato con il luogo delle tenebre, dove tramonta la luce del sole. La seconda: rivolti a oriente, verso il sorgere del sole, si pronunciava il Credo; nel caso di Siponto si volgeva lo sguardo in direzione dell’abside della Basilica paleocristiana. (Fig. 1). Da tale rituale è evidente che è giustificata la presenza dell’abside originaria occidentale (sud-ovest) della chiesa di Santa Maria, che quindi si può ritenere fosse nella stessa direzione dell’abside del preesistente battistero, sulla quale è stata impostata anche l’abside primitiva della chiesa superiore. Questa disposizione era tipica nelle soluzioni architettoniche in cui battistero e chiesa si fronteggiavano. Vedi il caso molto simile dello schema tipologico della Basilica Eufrasiana di Parenzo, il quale presenta un nartece di accesso comune come quello di Siponto. Anche a Firenze è possibile notare che il Battistero e il Duomo sono in asse e le absidi si fronteggiano; inoltre anche qui l’asse che unisce le due absidi è parallelo al decumano massimo della città romana (Fig. 2).
La Basilica Paleocristiana e l’annesso Battistero sono stati edificati avendo come forte condizionamento topografico il preesistente impianto viario della Siponto romana. Gli isolati e gli edifici della città erano inseriti in una struttura urbanistica costituita da vie ed edifici sempre paralleli al cardo massimo e al decumano massimo, per cui l’asse del complesso Basilica paleocristiana e portico-battistero è parallelo al decumano massimo della città romana, che attualmente è visibile nel tracciato della dismessa S.S. 89 che corre parallelamente alla recinzione del parco archeologico di Siponto (Fig. 3). Questa situazione di allineamento obbligato al decumano massimo romano costituisce la norma nell’orientamento delle chiese realizzate all’interno degli impianti urbani di città di fondazione romana, come Firenze, Aosta, Torino, Pavia e varie altre. A Siponto la vasca battesimale del battistero è andata distrutta quando fu costruita la Basilica Inferiore (Cripta), poiché per la sua realizzazione si è scavato al disotto del piano originario dell’area battisteriale, che era originariamente allo stesso livello della annessa Basilica Paleocristiana (Fig. 4).
Il livello del preesistente nartece, attraverso il quale si accedeva lateralmente ad entrambi gli edifici, è attualmente il piano di accesso alla Cripta ed è posto a circa metri 2,50 al di sotto del piano di campagna. Tale corridoio di accesso è invece posto a metri 1,60 al di sopra del pavimento della Basilica Inferiore (Cripta), per la cui realizzazione si è dovuto scavare al di sotto del piano originario del portico-battistero. Bisogna inoltre tener presente che, anche se non coevo, è possibile ipotizzare un collegamento con un altro edificio costruito su uno preesistente con funzione battesimale: San Giovanni in Tumba, a Monte Sant’Angelo. La costruzione è anch’essa di forma quadrata ed è adiacente alla chiesa di Santa Maria Maggiore, ricostruita negli stessi anni di Santa Maria di Siponto, dopo l’editto di Costanza del 1198. I legami tra i due edifici, anche se messi in evidenza da parte di qualche studioso, non sono mai stati approfonditi. Tali legami sono da individuare soprattutto nella evidente analogia tipologica e di forma dell’edificio basso e quadrato, preesistente al noto intervento di sopraelevazione da parte dei due cognati Pagano e Rodelgrimo. Anche qui, come a Siponto, l’edificio è stato realizzato su un precedente battistero annesso alla Chiesa di San Pietro. A Monte Sant’Angelo è ancora visibile la vasca battesimale (baptisterium) (Fig. 5) di forma circolare e rivestita di coccio pesto, un materiale edilizio impermeabile usato per il rivestimento di cisterne e acquedotti.
Il manufatto è datato al V- VI secolo d. C.. La vasca lustrale presenta tre gradini: il numero simbolicamente ideale per svolgere la funzione battesimale. San Isidoro di Siviglia (che, ricordiamo, è Patrono di Internet), nel De Divinis Officiis, lib. II, c. 24, indica infatti in tre gradini il numero ideale per il baptisterium (vasca lustrale). Tre per la discesa, tre per la risalita, e in più il fondo: sommati formano il numero 7, che significa la perfezione divina. Il numero tre dei gradini è un chiaro riferimento alla morte e resurrezione di Cristo. La vasca è quindi simbolo contemporaneo di tomba e di rinascita, è simbolo della triplice rinuncia a Satana e della triplice adesione di fede. Si può quindi ipotizzare che la vasca battesimale del portico-battistero di Siponto fosse di forma circolare come la vasca rinvenuta nell’angolo sud occidentale dell’edificio di San Giovanni in Tumba. Del resto, a rafforzare tale ipotesi, è stata recentemente scoperta una vasca circolare anche a San Giovanni Rotondo, nell’antico Battistero della città detto “Rotonda” inglobato nella attuale chiesa di San Giovanni Battista.
A cura dell’arch. Michele Di Lauro, docente di Storia dell’Arte del Liceo”Roncalli” di Manfredonia
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