Come riporta “Il FattoQuotidiano” si tratta di una “scarcerazione eccellente nel panorama della mafia foggiana, perché Miucci è ritenuto l’uomo al vertice del clan Li Bergolis-Miucci, soprannominati i ‘Montanari’ perché la loro massima influenza è esercitata nel territorio di Monte Sant’Angelo, sul Gargano“.
Miucci era stato arrestato dai carabinieri nel maggio scorso per violazioni della sorveglianza speciale. “Ora, scontato il periodo dovuto, è in attesa – a quanto si apprende – che gli venga nuovamente notificata la nuova misura”.
Nel marzo 2019 la condanna per favoreggiamento nella latitanza di Franco li Bergolis
Come reso noto dagli stessi Carabinieri del Comando Provinciale nel marzo 2019, la 1^ Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, investita dalla Corte di Cassazione quale Giudice di rinvio, aveva posto la parola fine ad un’importante vicenda processuale, iniziata nel 2010 con l’arresto, all’alba del 26 settembre, di Franco li Bergolis, cl.’78, all’epoca latitante. Franco li Bergolis si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza restrittiva dopo la condanna all’ergastolo, da parte della Corte d’Assise di Foggia, del 7 marzo 2009, riuscendo per un anno e mezzo a sfuggire alle ricerche dei Carabinieri, ma anche a quelle dei sicari del gruppo contrapposto, con il quale, proprio nel corso della sua latitanza, era esplosa una sanguinosissima faida.
Le indagini che avevano portato alla cattura del vertice del “clan dei montanari” avevano poi permesso di accertare il ruolo di primo piano che Enzo Miucci aveva avuto tra i favoreggiatori del latitante, rendendosi anche lui irreperibile, sia per garantirgli costanza e continuità nell’assistenza che per sfuggire agli stessi sicari.
Il procedimento penale che ne era scaturito si era concluso in primo grado, con sentenza del Tribunale di Foggia del 20 dicembre del 2012, con la condanna di Miucci a cinque anni di reclusione per favoreggiamento. Insieme a lui erano stati condannati Bisceglia Donato, cl. ’86, a due anni e sei mesi, Clemente Mario, cl. ’80, Francavilla Emiliano, cl. ’79, Lanza Mario, cl. ’81, e Grilli Angelo Gioacchino, cl. ’78, a quattro anni e sei mesi, Guerra Giulio, cl. ’89, a due anni e sei mesi.
Per tutti, ad eccezione di Bisceglia e di Guerra, era stata applicata l’aggravante della “mafiosità”, e cioè di aver agito per favorire l’associazione criminale già oggetto di condanne passate in giudicato per il reato di cui all’art. 416 bis del codice penale.
In più, a Miucci era stata aggiunta anche un’ulteriore aggravante, avendo tenuto tutte le condotte in violazione della sorveglianza speciale di p.s., con obblighi, cui era nel frattempo sottoposto.
Miucci, a seguito di ricorso, si era inizialmente visto annullare la condanna dalla Corte di Appello di Bari che, vistasi rinviare la sentenza dalla Corte di Cassazione, si è ora pronunciata aggiungendo le nuove spese legali al conto presentato al condannato.
Redazione StatoQuotidiano.it – Riproduzione riservata
Mi fa strano leggere :” Ritenuto al vertice del Clan…” e ” libertà ”
Chi dobbiamo ringraziare per questo regalo?