Manfredonia – CONCLUSASI ieri sera, al LUC “Peppino Impastato” di Manfredonia, la giornata trascorsa in Capitanata dal senatore di SEL Dario Stefàno, in vista delle primarie del Centro Sinistra, che domenica 30 Novembre decideranno chi fra Michele Emiliano, Guglielmo Minervini e Stefàno, sarà il candidato dalla coalizione alla carica di governatore della Puglia nel 2015.
Dopo aver presenziato, ieri pomeriggio, a Troia e Orta Nova, Stefàno, introdotto da un concerto del gruppo pop-folk Terranima, è giunto al LUC di Manfredonia, dove ha incontrato, in un dibattito pubblico, due esponenti dell’imprenditoria locale: Grazia di Bari dell’azienda Il Parco e Michele Clemente dell’omonima olearia. Gli imprenditori hanno raccontato al senatore la storia delle loro imprese, il sogno e la scelta coraggiosa di “tornare alle origini”, sfruttando quelle che sono le peculiari risorse del nostro territorio. Hanno espresso poi le “notevoli difficoltà incontrate” fra il mercato nazionale in calo e quello estero, che pur chiedendo sempre più il Made in Puglia, richiede una crescita e degli investimenti continui, che spesso la burocrazia italiana, con le sue lungaggini, rende difficili.
Altrettanto franco l’intervento di Michele Clemente che ha paragonato la solitudine dell’imprenditore a quella di una stella alpina: gli imprenditori sono fra loro divisi, mancano il collante e l’assistenza della politica. Nelle aree industriali dei nostri territori mancano spesso i servizi più essenziali: acqua, elettricità, bus navetta per i dipendenti. In queste condizioni investire sul territorio è quasi un’utopia. Ha inoltre sottolineato come il turismo, non indifferente negli anni ’50 e ’60, in pochi decenni abbia subito un calo vorticoso.
Dario Stefano dal canto suo ha visto nelle critiche degli imprenditori, delle potenzialità da realizzare. Ha sottolineato come, merito dell’amministrazione regionale degli ultimi 10 anni sia stato quello di aver delineato per la Puglia un nuovo modello di sviluppo dove il turismo viene visto come un business (in controtendenza rispetto al dato nazionale in calo, il turismo in Puglia è in crescita). Dove la pesca e l’agricoltura non sono più visti come fardelli di cui liberarsi, ma delle fonti di ricchezza importantissime e peculiari del nostro territorio. Certo, la Puglia non è perfetta, c’è ancora tanto da fare e migliorare, ma la strada intrapresa è quella giusta. Il senatore ha affermato che secondo i dati dell’OMS fra 50 anni le produzioni alimentari del mondo non saranno più sufficienti a sfamare tutta la popolazione, quindi bisogna tornare a produrre cibo, possibilmente di qualità. In questo la Puglia è virtuosa: il 17% del suo PIL è dato dall’agricoltura (dato nazionale 4%).
La chiave dello sviluppo è per Stefàno, insediare sul territorio le filiere produttive dei nostri prodotti tipici, olio, vino, formaggi…in modo che la ricchezza da essi prodotta rimanga nel nostro territorio. A proposito di Manfredonia ha sottolineato con rammarico come “solo il 10% delle imbarcazioni della nostra marina venda il pescato presso il mercato ittico”. Ha ricordato quanto sia importante per gli imprenditori coalizzarsi e organizzarsi insieme. La politica può sostenere queste organizzazioni, ma non crearle ex novo: l’iniziativa deve partire dal basso. Inoltre è importante che l’industria sia compatibile con le altre “gambe” produttive della regione: agricoltura, turismo, ecc..
Passando ad argomenti più strettamente politici, Stefàno ha espresso tutte le sue perplessità sul decreto “sblocca Italia”, farlo passare significherebbe togliere ai territori la possibilità di decidere autonomamente su argomenti che li riguardano in maniera diretta, come ad esempio le trivellazioni nel mare pugliese. In questo senso va anche la cosiddetta “riforma del titolo quinto”, appartenente alla più ampia riforma del Senato. Essa parla alla “pancia” del Paese perché propone il taglio di 200 senatori dal parlamento, ma toglie anche potere decisionale alle regioni su argomenti importanti come ambiente energia e trasporti. In questi ambiti deciderà lo Stato e non i territori interessati.
In conclusione Stefàno ha invitato militanti di sinistra a concedere il loro voto a chi come lui “difende gli interessi della Puglia anche a Roma e a proposito della giornata nazionale contro la violenza sulle donne, celebrata proprio ieri, ha sottolineato come partendo dalle giornate celebrative sia importante passare alla pratica, dando più spazio alle donne in politica e in ogni ambito, perché “le donne possono essere raccontate soltanto dalle donne stesse!”.
(A cura di Annapina Rinaldi – aprinaldi@alice.it)
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a fatt a scupert d l’afric
Doveva venire un forestiero per dirci quello che si sapeva già….. ma poi ?
Quella struttura è nata per portare più danni alla comunità che utilità…. sin dalla sua progettazione, realizzazione e gestione…. Essendo Manfredonia, paese molto noto per le sue opere pubbliche, non si può che affermare che anche quelle che si ultimano sono un danno per la collettività che ne sopporta gli oneri.
io direi ” ha scoperto la carta igienica”. è la conseguenza di ZERO CONTROLLI. da parte di tutti gli organi competenti.
Nostra la colpa stiamo facendo fare il culo ciotto ciotto ai commercianti locali e non ma la colpa superiore celanno chi non controlla. Ap in primis cp subito dopo e poi man mano altre autorita comprese le coop di pesca complici di tutta questa evasione fiscale.Forse le jene risolveranno.
Ah quando c’era il centralismo democratico del PCI/PDS/DS… Mica poteva succedere che un sindaco e un assessore del partito partecipassero (e fermiamoci qui) ad una convention di un candidato di un altro partito. Dov’è finita la disciplina di partito che oggi invocano tanti maggiorenti del PD sipontino a proposito delle primarie cittadine? Ormai prevale in personalismo più sfrenato.
Per forza i commercianti non li fanno entrare nel mercato ci sono sempre i soliti date il permesso del rossetto solo così si può salvare il mercato
Anche di meno dell’8% , con un grande sacchi di evasione fiscale e um esercito di poveri che scrocca tutto, dalle medicine alle agevolazione sociali!
Ci sono pescivondoli che vendono migliaia di euro di pesci al giorno e non emettono scontrini tanto per fare un esempio e quanti mezzi privati che trasportano tonnelate di pesci senza fattura presumo….ma dove stanno il Comune? La finanza, La capiteria, i vigili? Basterebbero dei controlli seri a monte…ovvero blindare il porto e costringere a convogliare tutto il pescato nel mercato e l’evasine fiscale sarebbe battuta alla fonte!