FOGGIA, 27/01/2023 – (di Giuseppe Andriani quotidianodipuglia.it) Non avranno la valigia di cartone, come accadeva nell’Italia del boom economico. Ma vanno via. Una canzone popolare in radio in questi giorni ricorda che «i cervelli scappano in Alitalia, ma le braccia in Ryanair».
L’aspetto più drammatico, però, è che partono entrambi. E ci si ritrova a essere più poveri, non soltanto perché il Prodotto Interno Lordo del Sud è inferiore a quello del Nord (e la crescita non ha per nulla bilanciato il divario), ma anche perché il Mezzogiorno, così, perde i propri giovani, le menti, le braccia. L’analisi è dell’ultimo rapporto Istat sulle criticità del Sud. In Puglia il tasso di emigrazione nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni è pari a 14,88 persone ogni 1.000 abitanti. Il dato è calcolato facendo il bilancio tra le cancellazioni e le nuove iscrizioni ai vari registri anagrafe dei Comuni delle persone nella fascia 25-34.
Un numero peggiore rispetto alla Puglia solo in Calabria, Basilicata, Molise e Sicilia. Alcune regioni del Nord, come la Lombardia, ad esempio fanno registrare un segno più: +4,88/1.000 di residenti dal 2019 al 2020. Ma il dato che fa paura per davvero è un altro: in quindici anni il tasso di emigrazione è cresciuto a dismisura. In Puglia, ad esempio, nel 2005 si attestava attorno all’8 su 1.000. Da allora a oggi, ci sono mille ragazzi in più che ogni anno decidono di trasferirsi altrove. E andando a guardare le pieghe dello studio si scopre che le province con il maggior tasso di migrazione sono Foggia (-19 residenti ogni mille) e Taranto (-17, dieci punti in più rispetto al 2005), ma anche Lecce (-15) e Brindisi (-16) non sono messe bene. E Bari si salva solo parzialmente, attestandosi su un -11%, mentre la Bat è sul -14 ma nel 2005 non c’era. (quotidianodipuglia.it)