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Don Michele de Paolis, un prete scomodo al Lanza

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Aprile 2011
Eventi //

La copertina del testo in presentazione al Lanza. Edito da La meridiana
Foggia – UN incontro per parlare di dubbi e di certezze, di slanci e speranze. A rispondere alle domande degli studenti del Liceo Classico “V. Lanza” di Foggia nell’incontro organizzato per venerdì 29 aprile a partire dalle ore 10.30, Don Michele De Paolis, il salesiano novantenne che ha pubblicato con la casa editrice La Meridiana di Molfetta il libro “Caro Don Michele – domande ad un prete scomodo”.
Ad intervistarlo, nel libro come nell’incontro di venerdì Enza Paola Cela, Chiara Leone e Paolo delli Carri.

L’incontro, aperto dall’intervento di saluto del Dirigente Scolastico Giusi Trecca, sarà coordinato da Mariolina Cicerale, responsabile delle iniziative culturali del Liceo. L’’incontro al Lanza, collocato all’’interno del progetto ‘Lettura e oltre’, è un’’occasione per un alta riflessione spirituale sul nostro percorso individuale e collettivo.

Così, ad esempio, risponde d. Michele a Paolo che gli chiede qual è il suo posto nella chiesa: “Penso di essere un cristiano “adulto”, come diceva Prodi, con buona pace di Ruini. Amo la chiesa. E´ nostra madre; essa mi ha generato, mi sento parte di essa e vedo con tenerezza (non con sufficienza!) le rughe del suo volto. Contemplo con ammirazione adorante l’opera misteriosa dello Spirito, che continua a raccogliere nel “Corpo di Cristo” popoli di ogni tribù e di ogni lingua. Mi piace tanto la bellissima preghiera allo Spirito Santo di don Tonino Bello: “Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti. E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri,nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei”. Come vedi, non condivido fondamentalismi di nessun tipo. Ho vissuto con intensa gioia il miracolo di Papa Giovanni XXIII°, e la primavera del Concilio Vaticano II. Mi dà tanta tristezza il gelo di
stagioni che non permettono la piena fioritura dei suoi boccioli profumati di Vangelo; ma so attendere i tempi di Dio e sono sicuro, con Martini,
“che lo Spirito c´è anche oggi, come ai tempi di Gesù e degli apostoli…E sta giocando, nell´invisibilità e nella piccolezza, la sua battaglia
vittoriosa!” Insomma il mio posto nella chiesa è questo cantuccio insignificante di Foggia, dove vivo con gioia e libertà la mia fede. Non adoro il diritto canonico, ma ne comprendo l´utilità, come è utile lo scheletro per un bel corpo. Ascolto con rispetto e attenzione i pronunciamenti dell’Autorità ecclesiastica, ma non rinuncio all´analisi e al giudizio della mia coscienza. Non posso fare a meno di dissentire, quando mi sembra che essa stia barattando la profezia con un po´ più di potere; quando si chiude in silenzi colpevoli, nei momenti in cui bisognerebbe alzare la voce contro i potenti di turno. Faccio mia questa bella preghiera di d. Tonino Bello: “Santa Maria, donna di parte, noi ti preghiamo per la Chiesa di Dio, che, a differenza di te, fa ancora fatica ad allinearsi coraggiosamente coi poveri In teoria essa dichiara “l´opzione preferenziale” in loro favore. In pratica rimane spesso sedotta dalle manovre accaparratrici dei potenti…Aiutala a uscire dalla sua pavida neutralità. Dalle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato che schiacciano gli indifesi e respingono a quote subumane i due terzi del mondo.”.

Redazione Stato

1 commenti su "Don Michele de Paolis, un prete scomodo al Lanza"

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La vera felicità costa poco. Se è cara, non è di buona qualità. (François-René de Chateaubriand)

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